Vini da investimento
Guerra o recessione, non c’è crisi che tenga: il vino non rallenta. Lo dimostra l’effervescenza delle M&A nel settore e la crescente attenzione (anche degli investitori)
5 min
Non c’è ormai investitore al mondo che non abbia mandato a memoria l’alfabeto greco. Dopo 13 varianti del Covid-19, il mondo intero si ritrova ora a fare i conti con la temibile Omicron (due lettere, la Nu e la Xi, sono state saltate, ndr) scoperta in Sudafrica e Botswana. In attesa di sapere quanto sia pericolosa per la salute e se i vaccini esistenti riescono a contrastarla, le borse hanno archiviato già diverse sedute in pesante calo, mentre molti Paesi hanno iniziato a chiudere le frontiere e a imporre lockdown parziali. In particolare, l’attenzione degli investitori è focalizzata ora sulla Fed, con i suoi messaggi d’intonazione sempre più hawkish, le cui mosse potrebbero aggiungere tensione a una situazione già poco tranquilla.
“Da un punto di vista economico, la nuova variante potrebbe prolungare le interruzioni delle catene di approvvigionamento mentre i Paesi rimettono in piedi misure restrittive, che ostacoleranno l’attività e contribuiranno ad un livello sostenuto di inflazione”, osserva Silvia Dall’Angelo, senior economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, secondo cui i compromessi che le banche centrali stanno affrontando sono probabilmente destinati ad esacerbarsi nel breve termine.
D’altra parte Jerome Powell, fresco di riconferma alla guida della banca centrale Usa, nelle sue ultime uscite ha riportato l’inflazione in cima alla lista delle priorità. “Ha fatto capire che nel meeting di dicembre all’ordine del giorno ci sarà una valutazione sull’opportunità o meno di accelerare il ritmo del tapering, con l’obiettivo di portare a termine il processo qualche mese prima di quanto previsto in precedenza, forse anche a marzo – fa notare la Dall’Angelo -. Tale mossa aprirebbe la strada ad un aumento anticipato dei tassi d’interesse nel 2022 qualora si rivelasse necessario, un’opzione che la Fed è desiderosa di avere a disposizione in quanto sta sentendo la pressione dell’ambiente inflazionistico”.
Naturalmente i numeri di Omicron potrebbero cambiare le carte in tavola e, come sottolinea l’economista di Federated Hermes, l’intonazione più hawkish per la politica monetaria è lungi dall’essere una decisione presa. “Il presidente non ha preso impegni – chiarisce anche Nikolaj Schmidt, chief international economisti di T. Rowe Price -: le delibere future del Fomc dipenderanno dalle informazioni aggiuntive sull’ondata di Omicron. Se tali informazioni dovessero sollevare grosse preoccupazioni, allora il Comitato risponderà di conseguenza. In effetti, la barra per un rallentamento dell’attuale programma di tapering o la barra per introdurre stimoli aggiuntivi è stata fissata su un livello molto alto”.
Anche l’esperto di T. Rowe Price punta l’attenzione sulla svolta hawkish di Powell e precisa che un ulteriore inasprimento della politica monetaria, alla luce dell’incertezza generata da Omicron, rappresenterebbe una sfida per i mercati. “Una Fed più ‘falco’ in un contesto di minore crescita dovrebbe portare a un appiattimento della curva dei rendimenti Usa, con la parte anteriore che si muoverebbe al rialzo e la parte posteriore che entrerebbe in rally – argomenta -. Ciò a sua volta supporterebbe ulteriormente il dollaro e farebbe aumentare la volatilità del mercato azionario. Nel tempo questi fattori probabilmente porterebbero a un inasprimento delle condizioni finanziarie e ciò, a sua volta, peserebbe sulla crescita globale. In un contesto che vede la ‘Fed’ diventare più falco la speranza è di vedere notizie positive sulla trasmissibilità e la severità della variante Omicron”.
Per i chiarimenti sulla variante sudafricana, però, bisognerà aspettare ancora qualche giorno, mentre diversi Paesi stanno già correndo ai ripari. “Qualsiasi nuovo lockdown sarebbe una cattiva notizia per la propensione al rischio, come dimostrato dalla forte correzione di venerdì”, avverte Elisa Belgacem, senior credit strategist di Generali Investments, secondo cui dal punto di vista del credito, l’ulteriore incertezza si aggiunge ad un contesto già fragile che sta in parte scontando il rischio della fine del programma App della Bce nel 2022.
“Questo, tuttavia, non è il nostro scenario poiché riteniamo che la Bce continuerà ad acquistare credito fino alla fine del 2023 – precisa -. All’altro lato, un blocco prolungato delle attività economiche potrebbe essere compensato da segnali più rassicuranti sul fronte della politica fiscale e monetaria. Anche il mercato primario si fermerà presto, poiché dicembre è tradizionalmente leggero in termini di emissioni. Il credito investment grade risentirà dei venti contrari, ma potrebbe ancora dimostrarsi resiliente contro un sell-off più acuto”.
Un invito alla calma arriva da Johanna Kyrklund, chief investment officer di Schroders, stando alla quale non è ancora il momento per gli investitori di schivare completamente il rischio, anche se le incertezze sono troppe per poter definire la fase attuale un’opportunità di acquisto. “Ora bisogna essere più sfaccettati – consiglia -. Gli investitori devono anche tenere a mente che l’emergenza di una nuova variante potrebbe indurre le banche centrali a posticipare l’inasprimento monetario. Credevamo già che gli istituti centrali fossero rimasti indietro in termini di reazione all’inflazione più alta. Se dovessero ritardare ulteriormente l’inasprimento, le valutazioni potrebbero trarne beneficio”.
La diversificazione sarà dunque sempre più rilevante. “Il ruolo dell’obbligazionario come diversificatore nei portafogli resta importante – prosegue la Kyrklund -. Le materie prime sono un’altra area che potrebbe risultare interessante. Il petrolio continua a essere ampiamente influenzato dall’offerta, piuttosto limitata, invece che dalla domanda. Gli investitori potrebbero voler prendere in considerazione un aggiustamento della loro esposizione all’equity, piuttosto che evitare del tutto l’azionario. L’Europa è forse la regione dove la performance azionaria potrebbe essere maggiormente messa alla prova nel breve periodo. Diversi Paesi stanno già attuando nuove restrizioni contro il Covid, dato l’aumento delle infezioni già precedente alle notizie della nuova variante. In termini di stili d’investimento, il growth può continuare ad essere preferito al value, che potrebbe vedere gli Usa come vincenti su base relativa”.
Nel frattempo, per la chief investment officer di Schroders gli investimenti tematici offrono soluzioni pensate per essere resistenti al più ampio contesto di mercati e i ‘supertemi’ come la transizione energetica o il maggiore utilizzo dell’infrastruttura digitale sono cambiamenti strutturali di lungo periodo che continueranno a prescindere.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.