Il percorso verso rendimenti assoluti più elevati è diventato più sfumato e complesso. Perché il tradizionale portafoglio azioni-obbligazioni 60/40 potrebbe non essere efficiente come un tempo, nell’intervista con Bill Kelly, ceo di Caia Association
Nell’intervista per la rubrica ‘#BigTalk’ di questa settimana Bill Kelly, ceo di CAIA Association, approfondisce per FocusRisparmio i fattori che hanno determinato e determinano la crescente attenzione per gli investimenti alternativi a livello globale.
CAIA sarà tra i protagonisti del Salone del Risparmio 2022 con il keynote speech di Keith Black, Managing Director, Content Strategy CAIA Association, che aprirà la conferenza “Creare valore con i mercati privati”, mercoledì 11 maggio 2022 (ore 16.30, sala Green 1 al MiCo di Milano). Clicca qui per iscriverti.
Nel vostro ultimo report “Portfolio for the Future” si fa riferimento alla necessità di ripensare il concetto stesso di Alpha. Un cambiamento radicale rispetto al contesto di mercato a cui gli investitori sono ormai abituati. Dove nasce questa necessità e cosa comporta?
Il tradizionale portafoglio 60/40 è stato messo in discussione molte volte negli ultimi anni e forse il primo trimestre del 2022 ha mostrato ulteriori segnali di decadimento. I primi 90 giorni dell’anno sui mercati azionari statunitensi hanno mostrato un drawdown di oltre il 12%, segnando il secondo peggior inizio di un nuovo anno dal 1900. Marzo ha portato un certo sollievo, ma il benchmark S&P 500 ha chiuso in calo di oltre il 5%. Per quanto riguarda la componente obbligazionaria, non è stato visto molto vantaggio di diversificazione poiché l’indice Bloomberg US Aggregate ha perso il 6%. Mentre nel mondo le banche centrali optano per un approccio più aggressivo, gli investitori dovranno pensare a una maggiore diversificazione dei premi al rischio ed essere disposti ad accettare rendimenti assoluti più bassi.
Partendo da questi presupposti, come dovrebbe essere l’asset allocation del futuro?
Innanzitutto, gli investitori devono essere realistici riguardo alle aspettative in un contesto globale che sta mostrando livelli più elevati di inflazione e il vero rischio di una recessione globale. Rimanere diversificati in tutto lo spettro dei premi al rischio con una visione a lungo termine sarà di fondamentale importanza. La volatilità si farà sentire ancora a lungo e penalizzerà quegli investitori che reagiranno in modo eccessivo nel tentativo di superare questa tempesta. Ma l’investitore intelligente e diversificato riuscirà ad attraversare indenne questa fase, con una minore volatilità e una ridotta esposizione ai drawdown, producendo migliori rendimenti corretti per il rischio a lungo termine.
CAIA ha una prospettiva globale sullo stato e sull’uso di investimenti alternativi. A livello internazionale, quali sono i paesi più sviluppati e quelli più in crescita dal punto di vista dell’utilizzo? Dove si inserisce l’Italia in questo quadro?
Le decisioni di asset allocation non hanno mai richiesto un passaporto. Non molto tempo fa, opportunità differenziate potevano essere trovate nello spazio del capitale privato all’interno dei mercati sviluppati. Man mano che più capitale è fluito in queste classi di attività, i multipli di ingresso sono aumentati, i rendimenti mediani sono in calo e la dispersione dei risultati della performance all’interno del quartile è spesso separata da migliaia di punti base. Chi fa asset allocation dovrà pensare a una strategia settoriale globale dal capitale di rischio al growth capital, e certamente anche nel più ampio spazio del buy-out. Il premio sarà posto sulla selezione dei manager ed emergeranno i partner che operano con trasparenza e al massimo della professionalità e della fiducia.
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