Al centro della conferenza organizzata da Assogestioni per il Salone 2024, l’impatto dirompente di queste innovazioni sull’efficienza dei processi e la qualità dei servizi. Ecco tutte le opportunità di investimento, specie nei mercati privati
Disruption, efficientamento dei processi e miglioramento dei servizi, supporto all’economia reale: intelligenza artificiale e tecnologie a registro distribuito rappresentano un connubio fondamentale per rafforzare il ruolo dei fondi comuni d’investimento come anello di congiunzione tra investitori ed economia reale. Il tema è stato al centro della conferenza “AI e DLT, la spinta digitale al servizio dell’economia reale”, organizzata da Assogestioni a chiusura della seconda giornata di lavori del Salone del Risparmio 2024.
Una triangolazione con al vertice l’economia reale
“AI e DLT sono tematiche che stanno uscendo dai tavoli tecnici e stanno diventando sempre più centrali nelle strategie delle aziende e nell’attenzione dei regolatori”, ha osservato Giovanni Sandri, che ha introdotto i lavori aggiungendo. “Oggi vogliamo impostare il discorso sulla triangolazione tra tecnologia, investimenti ed economia reale”, ha aggiunto il managing director e head of BlackRock Italia nonché presidente del Comitato Digital Finance di Assogestioni. Un aspetto immediatamente ripreso da Cristina Catania, senior partner di McKinsey & Company, nel suo keynote speech. “Fino a 20 anni fa il business e la tecnologia erano due mondi separati. Questi due mondi si sono dovuti incontrare e hanno dovuto permettere un mix di competenze, con il business che si è intrecciato con la componente tecnologica”. Il punto di svolta è arrivato nella fase pandemica, in cui “è subentrato un disequilibrio geopolitico che ha scardinato tutte le dinamiche della globalizzazione” e ha reso sempre più importanti le dinamiche di dominio delle competenze tecnologiche”. Una circostanza che Catania vede rispecchiata nel mondo finanziario e nel mercato di distribuzione dei capitali, dove si assiste a uno spostamento dei mercati regolamentati ai mercati privati e “in cui l’intelligenza artificiale permette di acquisire incrementi di produttività c altrimenti abilitati”.
Tate applicazione nell’asset management
Un altro ambito di applicazione rilevante riguarda i processi di investimento e, in particolare, l’asset management. Ma qual è la situazione dei private market nell’applicazione della Gen AI? “Ancora oggi sono pochi gli operatori che utilizzano questa tecnologia a scala, ma quando lo fanno ottengono risultati interessantissimi dal punto di vista della creazione di investment strategy così come nell’identificazione rapida di target all’interno di una specifica nicchia e nella due diligence”, ha osservato Catania. Che ha aggiunto: “Ci sono anche player di private equity che hanno iniziato ad applicare l’analisi dei dati alle portfolio company, per dare alle aziende spunti finalizzati a sviluppare trasformazioni indirizzate alla creazione di valore”.
Un punto importante è poi quello della tokenizzazione, in particolare nei private market. Un’occasione che può dare la possibilità a molti operatori di diminuire il ticket medio di accesso per prodotti che a oggi sono considerati solo istituzionali. “Questo – spiega Catania – non va in conflitto con le soglie regolamentari, ma è una tecnologia che abilita la possibilità di ottenere anche per i mercati alternativi un mercato secondario, che permette di rendere l’asset class meno rischiosa e dà la possibilità di diversificare le strategie anche per gli investitori individuali. E permette inoltre di ottenere sicurezza”.
Gli spunti del keynote speech sono stati poi elaborati in una tavola rotonda con alcuni rappresentati del risparmio gestito, coordinata da Roberta D’Apice, Direttore Affari Legali di Assogestioni, la quale ha osservato come “l’efficiente sfruttamento delle tecnologie da parte dei gestori rende necessaria l’adozione di una strategia aziendale che incorpori in tutta la sua complessità le diverse potenzialità offerte dall’AI e dalla DLT trasformando e non eliminando le competenze del capitale umano” .
Il primo punto esplorato è in quale modo un fondo italiano digitale possa effettivamente supportare l’economia reale. “Noi siamo partiti in modo pragmatico per cercare di capire come applicare la blockchain al nostro processo produttivo e abbiamo disegnato il processo di distribuzione di un fondo di diritto italiano e cominciato a vedere le trasformazioni attraverso la blockchain”, ha osservato Gabriele Tavazzani, Amministratore Delegato e Direttore Generale Amundi Sgr. “E ci siamo accorti che i benefici saranno enormi, si tratta di una rivoluzione epocale che può portare efficienza, trasparenza e sicurezza. Ci saranno benefici per la società di gestione che emette delle quote native tokenizzate, per i clienti che possono beneficiare di costi di transazione ridotti grazie ai costi molto inferiori delle transazioni sulla blockchain; sarà possibile avere informazioni in tempo reale; a livello di target di investimento, il fatto di poter emettere bond e minibond tokenizzati da parte degli emittenti dà la possibilità di finanziarsi a costi bassi a società che oggi non hanno accesso ad alternative di investimento al canale bancario”.
Un ulteriore aspetto esplorato riguarda la possibilità dell’AI di renderci investitori migliori, in particolare migliorando la produttività dei gestori, ma non solo. “L’intelligenza artificiale è nata negli anni ’50, ma oggi l’entusiasmo è esploso grazie alla crescita del potere computazionale e dello stock di dati. Per questo riteniamo che l’intelligenza artificiale sia una megaforce che avrà un impatto sia sull’economia e sul mondo finanziario perché i trend sottostanti continueranno, soprattutto la crescita dei dati grazie alla Internet of things”, ha commentato Simona Paravani, Global Chief Investment Officer of Solutions presso BlackRock nonché Assistant Professor presso la Facoltà di Economia dell’Università di Cambridge. “L’intelligenza artificiale rappresenta sia rischi che opportunità a livello di investimento, ma va anche a impattare il nostro modo di generare performance per i nostri clienti attraverso due dimensioni: l’efficienza, sia aziendale sia del processo di gestione e di ricerca, e la capacità di generare insight migliori, grazie al potenziamento della capacità di analizzare in tempo reale diverse tipologie di dati”, ha aggiunto Paravani.
Anche Lorenzo Petracca, Responsabile della Direzione “Governo Operativo” di Eurizon Capital Sgr, è intervenuto sui potenziali benefici dell’AI: “Un piano di impresa come quello che stanno seguendo Eurizon e il gruppo Intesa Sanpaolo ha come pilastro l’innovazione digitale, in particolare l’artificial intelligence e i digital asset. Abbiamo provato a immaginarci nella proof of concept che stiamo portando avanti il vantaggio di un fondo digitale DLT, che secondo noi è innanzitutto quello di un’estrema riduzione dei tempi di transazione e di rimborso. Su blockchain i tempi di riducono a T+1 (da T+3) sulla sottoscrizione e a T+2 (da T+4) per il rimborso. Inoltre ci aspettiamo anche in prospettiva una semplificazione dei processi delle Sgr, dell’outsourcing amministrativo, del distributore, che diventeranno concreti quando avremo soprattutto fondi digitali”.
“Queste tecnologie hanno il potenziale per cambiare il modo di lavorare delle nostre Sgr, dei nostri asset manager, e il mondo in cu agiamo con la nostra clientela”, ha osservato Edoardo Del Bosco, Head of Innovation di Generali Investment. “Nel progetto che abbiamo portato avanti con Milano Hub sulla base di una call of proposal di Banca d’Italia, abbiamo sviluppato un prototipo su come l’IA può efficientare e migliorare i servizi verso i nostri clienti basandoci su diverse tipologie di dati. In questi due anni il mondo è cambiato, con la Gen AI che ha davvero cambiato le carte in tavola, perché ha il potenziale di essere trasversale a livello di processi e di figure professionali. Quello che vediamo all’interno di Generali AM è che la Gen AI sta diventando un fattore per offrire servizi sempre migliori alla clientela e per introdurre innovazione. Abbiamo visto in particolare potenzialità interessanti: nella ricerca, analisi dei settori e dei singoli nomi, per capire se ci sono trend che non abbiamo intercettato; e nei private market, dove c’è un mondo da esplorare per una gestione dei dati sempre più efficiente”.
Ma in questo quadro, ha proseguito Del Bosco, il fattore umano resta essenziale per governare la tecnologia. Infatti Generali AM ha lanciato un’iniziativa, la Financial AI Academy, per formare colleghi di varie funzioni della Sgr sulla matematica e la statistica che stanno dietro all’intelligenza artificiale. Mentre Amundi ha avviato dei seminari sulle potenzialità di queste tecnologie. “Siamo di fronte a un processo di democratizzazione, perché attraverso l’AI c’è la possibilità di appropriarsi di questa tecnologia trasformativa”, ha spiegato Tavazzani. La competenza però servirà per gestire la tecnologia e non esserne gestiti. E non bisogna avere paura della disintermediazione, perché queste tecnologie mettono le persone al centro. Il personale sarà adibito alla consulenza, quindi a attività volte a migliorare il servizio con il cliente, con il supporto dell’intelligenza artificiale che potrà fornire analisi e informazioni efficienti per prendere decisioni informate di investimento”, ha concluso l’esperto.
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