I mercati vedono un’altra sforbiciata da 25 punti base anche a dicembre. Per alcuni analisti, Lagarde potrebbe essere costretta ad accelerare. Ma molto dipenderà da USA e Cina
Economia in zona recessione e inflazione in ritirata hanno persuaso Christine Lagarde e colleghi a togliere il piede dal freno. Ne sono convinti gli investitori che si aspettano dall’imminente meeting della Banca centrale europea l’annuncio dinuova riduzione dei tassi di 25 punti base. E che prevedono altre sforbiciate consecutive da qui in avanti. L’opinione più diffusa sui mercati è infatti che a Francoforte siano ormai consapevoli della necessità di rianimare l’Eurozona, e che il board potrebbe essere costretto ad accelerare ulteriormente nel prossimo futuro. Tuttavia, il Consiglio direttivo non appare poi così compatto sulla strada da seguire. Se infatti vi è una discreta convergenza sul taglio autunnale, i falchi continuano a ritenere necessario procedere con cautela: l’inflazione dei servizi sta scendendo troppo lentamente e numerose sono ancora le incertezze geopolitiche, dal Medio Oriente all’Ucraina, passando per USA e Cina.
Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments
Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, si aspetta il terzo taglio di 25 punti base. L’esperto fa infatti notare che, dopo diversi dati macroeconomici deludenti, i membri del board sono diventati più accomodanti nei loro commenti pubblici. “Durante la conferenza stampa”, sottolinea, “i mercati valuteranno attentamente se la presidente Lagarde segnalerà un ulteriore anticipo della normalizzazione della politica monetaria”. Poi precisa che, sebbene sia difficile vedere l’Eurotower lasciare l’approccio ‘riunione per riunione’, una probabile maggiore enfasi sui rischi di crescita e minori preoccupazioni sui quelli di inflazione dovrebbero sostenere le aspettative di tagli graduali nelle prossime riunioni. Anche Michael Krautzberger, global cio fixed income di Allianz Global Investors, prevede una mini sforbiciata sulla scia delle dichiarazioni dei vari membri del Consiglio. E se ne attende un’altra a dicembre, nonostante sia convinto che la BCE sottolineerà come le prossime decisioni dipendano dai dati. “È probabile che i tagli rafforzino la tendenza all’irripidimento della curva dei rendimenti che stiamo osservando nei mercati dei titoli di Stato”, osserva.
Tasso terminale al 2% a giugno 2025
Konstantin Veit, portfolio manager European Rates di Pimco
Stessa view di Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, che fa notare come a un livello ancora restrittivo del 3,25% qualsiasi shock al rialzo sui prezzi può essere affrontato con un ritmo più lento di riduzioni in futuro mentre un taglio offre ora una protezione aggiuntiva contro i rischi al ribasso. “Data l’inflazione interna ancora troppo elevata”, afferma, “prevediamo che la politica monetaria rimarrà per ora in territorio restrittivo mentre la discussione sulla configurazione appropriata del tasso neutrale dovrebbe emergere più chiaramente l’anno prossimo”. Una view che con le attese di un altro intervento a dicembre e un tasso terminale del 2% per la seconda metà del prossimo anno.
Per Nadia Gharbi, senior economist di Pictet Wealth Management, l’intervento di ottobre con tutta probabilità segnerà un’accelerazione. La sua previsione è infatti che la BCE anticipi la convergenza verso la neutralità (intorno al 2%), con riduzioni da 25 punti base a ogni riunione fino a giugno prossimo. Non solo. Secondo l’esperta non è da escludere che l’Eurotower sia costretta tagliare più velocemente, addirittura portando il tasso sui depositi sotto il suo livello neutrale. “La probabilità che le proiezioni relative all’inflazione scendano oltre il target nel medio termine è aumentata in modo significativo e le dinamiche di crescita, mercato del lavoro e aspettative sui prezzi dovranno essere attentamente monitorate”, avverte. Anche la comunicazione del Consiglio sulla valutazione del tasso di interesse neutrale sarà determinante, secondo Gharbi: “Uno spostamento verso un livello più basso giustificherebbe una riduzione più rapida”.
Occhio a USA e Cina
Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price
Più cauto Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, secondo cui Lagarde taglierà ora e nelle prossime due riunioni ma si tratterà di “tagli assicurativi” e non “sequenziali”. “La Germania soffre chiaramente di un’economia debole ma questo è probabilmente il risultato di venti contrari strutturali, spiega, precisando come la politica monetaria non possa influenzare nessuno di questi fattori e quanto i policymaker ne siano consci. Al netto di Berlino, è la sua constatazione, il resto dell’Area euro rimane molto resiliente non solo in termini di crescita ma anche nel mercato del lavoro. “I due maggiori rischi per il percorso di politica monetaria della BCE sono chiaramente davanti a noi”, precisa, indicando le elezioni USA e gli stimoli di Pechino. Possibili guerre tariffarie o una ripresa dell’economia del Dragone potrebbero infatti avere importanti ripercussioni su Eurolandia.“I risultati della politica monetaria della BCE sono particolarmente intensi al momento e dipendono dagli sviluppi in Cina e negli Stati Uniti”, conclude Wieladek.
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