Cathie Wood vende Meta. Riposizionamento strategico?
La nota investitrice californiana, con una mossa che ha sorpreso il mercato, ha ridotto per la prima volta da un anno la sua partecipazione nel colosso social
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Warren Buffett si consacra per l’ennesima volta nell’olimpo della finanza. Berkshire Hathaway, il conglomerato finanziario con cui da decenni solca i mercati, è infatti diventata la prima società americana fuori dal settore tech a raggiungere una capitalizzazione di mille miliardi di dollari. Un successo arrivato durante la seduta di mercoledì 28 agosto, quanto le azioni di classe A della società sono salite di un ulteriore 0,8% a 697,340 dollari, e che chiude una maratona valsa un +30% da inizio anno.
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Come spiegato da Bloomberg, lo storico traguardo è figlio dei buoni risultati registrati quest’anno nel comparto assicurativo ma anche dall’ottimismo circa la capacità dell’economia americana di resistere agli alti tassi di interesse senza scivolare in recessione, specie ora che la Federal Reserve si appresta ad attuare la prima sforbiciata da anni. Due fattori che hanno anche permesso alla compagnia dell’Oracolo di Omaha di battere Wall Street e guadagnare il 30% nel 2024 contro il +18% dello S&P500. Il gruppo si unisce così a un ristretto gota di aziende che hanno raggiunto il miliardo di dollari di valore, da Alphabet a Meta fino a Microsoft e Nvidia. “La Berkshire ce l’ha fatta in modo più lento ma più sicuro”, ha detto all’agenzia USA il ceo di Check Capital Management, che è principale azionista del conglomerato. “È più difficile fare soldi alla vecchia maniera”, ha aggiunto.
Secondo i calcoli, il valore di mercato della Berkshire è salito di circa il 20% all’anno negli ultimi 58 anni e ha quasi doppiato del rendimento annuale dello S&P 500 nello stesso lasso di tempo. Un risultato che conferma la fama di Buffett di “investitore più prolifico di sempre” e testimonia come la sua sia una corsa partita da lontano. Precisamente da quel giorno del 1965 in cui, insieme all’ex socio di recente defunto Charlie Munger, rilevò l’omonima industria tessile per trasformarla in un impero degli investimenti. Nonostante la donazione in beneficenza di più della metà delle sue azioni a partire dal 2006, Lseg stima che l’uomo d’affari possegga ancora il 37,6% del colosso finanziario (127,32 miliardi di dollari il controvalore della partecipazione) e le sue assemblee annuali restano un punto di riferimento per gli operatori.
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Berkshire è stata di recente al centro delle cronache per avere tagliato la sua partecipazione in Apple e ridotto quella in BofA di 982 milioni di dollari (quasi il 13%). La società ha così costruito una riserva di liquidità da 276,9 miliardi di dollari che ora, con i tassi prossimi a calare anche negli States, deve trovare il modo di essere remunerata. Buffett non ha dato spiegazioni sul motivo che lo ha portato a ridurre la posizione nella seconda banca americana ma la scommessa gli ha fruttato 5,4 miliardi. L’investimento è infatti iniziato quando il titolo quotava a circa cinque dollari nel 2011: solo quest’anno è schizzato del 31% prima dell’ondata di vendite che ha fatto sgonfiare l’azione del 10% a 39,67 dollari.
A colpire delle ultime strategie di Berkshire è anche l’enorme incetta di T-bond attuata dalla società negli ultimi mesi. Al 30 giugno 2024 gli investimenti a breve termine della società nei Treasury Usa valevano infatti 238,7 miliardi di dollari, una somma che include 4,1 dei 42,3 miliardi di liquidità investiti dalla holding in titoli del Tesoro a breve termine con scadenza non oltre i mesi. “La sua Berkshire porta avanti la politica di mantenere almeno 30 miliardi di dollari in cash e obbligazioni governative”, dicono gli analisti di Motley Fool, che spiegano come questa soglia sia stata superata da un pezzo. Circostanza forse riconducibile alla volontà di dismettere la liquidità solo a patto di investire per le quali si può “stimare in modo ragionevole” un range di utili per almeno cinque anni, come sottolineato dallo stesso Buffett nella lettera agli azionisti di qualche anno fa.
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