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La tavola rotonda alla Morningstar Investment Conference 2021 ha visto protagonisti Enrico Bovalini (Amundi), Gianluca Ferretti (Anima) e Andrea Delitala (Pictet AM)
Azioni alle massime valutazioni e obbligazioni sotto stress a causa delle prospettive di uscita graduale delle Banche centrali dalle politiche monetarie accomodanti degli ultimi anni.
Lo scenario futuro non appare fra i più benevoli per le strategie multi-asset che devono fare i conti da un lato con la mancanza di rendimento nel mondo obbligazionario e dall’altro con valutazioni azionarie mai così alte nel recente passato.
È stato questo il tema di una tavola rotonda tenuta al Morningstar Investment Conference 2021, l’evento annuale della società di analisi e rating sui fondi d’investimento che he messo di fronte i più importanti fund manager multi-asset nel panorama europeo.
Le prospettive dei portafogli bilanciati
Nonostante lo scenario di base, le aspettative che gli investitori ripongono nelle strategie bilanciate rimangono alte. In base a un live polling lanciato da Morningstar nel corso dell’evento, emerge che il 77% dei partecipanti si aspetta un rendimento annuo di medio termine (5-7 anni) compreso fra il 3-5% per un portafoglio bilanciato 50-50 azioni-obbligazioni. Il 15% indica aspettative fra lo 0 e il 3% mentre l’8% si aspetta ritorni sopra il 5%.
“La prospettiva di ottenere un ritorno fra il 3-4% non è lontana dalla realtà se abbinata con una gestione molto attiva”, commenta Enrico Bovalini, head of multi-asset balanced strategies di Amundi. “Lo scenario attuale non mette in crisi il prodotto bilanciato – spiega il manager – ma pone delle sfide nel ripensare l’utilizzo di alcuni strumenti come i derivati per la copertura dei rischi che si presentano sul mercato”.
Dello stesso avviso Gianluca Ferretti, responsabile reddito fisso e valute di Anima Sgr, che analizza il costo dei titoli governativi, ritenuti “più cari dei tassi swap”. “Per tutelarsi diventa quindi necessario il ricorso a un buffer di liquidità, utilizzo di opzioni e valute decorrelate come il dollaro australiano”, afferma.
Andrea Delitala, head of euro multi-asset di Pictet AM, si sofferma sullo “shock delle correlazioni” che si propaga su tutte le asset class come conseguenza delle politiche monetarie accomodanti dell’ultimo decennio. “Oggi per creare valore il ricorso alla componente opzionale è necessario per dare quella convessità al portafoglio che altrimenti non avrebbe”, dice.
Le sfide dell’obbligazionario
In uno scenario dove le obbligazioni registrano rendimenti fra i più bassi di sempre i fund manager non si sentono minacciati dalla crescente inflazione.
“L’inflazione, in questo momento, è un rischio calcolato – sottolinea Delitala – Il mondo attuale è progettato per muoversi in un contesto di tassi bassi e la transizione verso un nuovo scenario richiederà ancora diversi anni”.
“Non credo che vedremo rialzi dei prezzi superiori al 4-5% – aggiunge Bovalini – mentre a tendere l’inflazione si attesterà su valori intorno al 2%, un livello che consentirà alle Banche centrali di muoversi con più cautela”.
In questo scenario il focus dei gestori multi-asset si sta spostando sulla parte breve della curva dei governativi o nei segmenti a più alto rendimento dei corporate bond.
“In questo momento vediamo poche opportunità negli Investment Grade dove gli acquisti della Bce hanno compresso eccessivamente gli spread – spiega Ferretti – Preferiamo quindi stare sui segmenti di rating inferiori e sui corporate ibridi”. Delitala concorda sul “ripristino di valore” sulla parte breve della curva di governativi a Bovalini di Amundi all’high yield aggiunge anche l’obbligazionario dei mercati emergenti.
Sull’azionario le scelte dei gestori ricadono sui fattori Value e Quality. “In questa fase in cui le azioni hanno registrato una crescita nominale fra le più alte di sempre si è creata una differenza fra stili e settori che non si vedeva da qualche anno”, conclude Bovalini.
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