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Nel 3° Rapporto Assogestioni-Censis (maggio 2022) emerge che più della metà dei risparmiatori vorrebbe investire in prodotti come fondi comuni, gestioni patrimoniali, fondi pensione
Il 40% degli italiani conosce l’industria (44,9% dei risparmiatori, 55,7% tra i benestanti), e di questi il 46,2% ne ha fiducia. Sono le rilevazioni contenute nel 3° Rapporto Assogestioni-Censis pubblicato a maggio e presentato in anteprima all’ultimo Salone del Risparmio.
La good social reputation del risparmio gestito
Il 53,1% dei risparmiatori vorrebbe investire i propri risparmi in prodotti del risparmio gestito, come ad esempio fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali, fondi pensione ecc. Se il 17,1% è indeciso sul da farsi, il 18,9% non è interessato a tali investimenti. Il 10,9% dei risparmiatori è invece potenzialmente ri-conquistabile, perché dichiara di avervi investito in passato. Trasversalmente al corpo sociale e ai territori, alta è la fiducia verso il risparmio gestito e i suoi prodotti.
SE LO CONOSCI LO APPREZZI – Secondo il rapporto è anche cresciuta la propensione a investire nei prodotti del risparmio gestito: ecco la catena di valore da conservare e potenziare da qui in avanti per l’industria del risparmio gestito e i suoi protagonisti. In tal senso, decisivo il ruolo dei consulenti finanziari, da cui il 40,8% degli italiani si aspetta chiarezza, cioè la capacità di esporre in modo semplice rischi e opportunità degli investimenti che propone, il 39,5% competenza, cioè sapere bene di cosa si parla, esponendo le varie possibilità, il 24,3% attenzione alle domande del cliente, alle sue esigenze e anche alle paure e ansie, il 21,7% esperienza, cioè la capacità di trasmettere sicurezza, il 20,3% essere vigile, attento a quel che accade ed alle ricadute sugli investimenti.
La corsa (a ostacoli) del risparmio tricolore
In dieci anni il portafoglio finanziario degli italiani segna nel complesso +25,5% reale (+1.000 miliardi di euro in termini assoluti), +5,9% reale solo nel 2020-2021 (+279 miliardi di euro) (fig. 1). Numeri che certificano l’inarrestabile propensione al risparmio degli italiani, amplificata dalla pandemia perché, dopo il balzo al 15,6% nel 2020 (era l’8,1% nel 2019), nel 2021 è rimasta al 13,1%.
Il risparmio accumulato è soprattutto contante, cash: infatti, esso registra +32,1% reale in dieci anni (+57,7 miliardi di euro in termini assoluti), +3,7% reale nel 2020-2021. In quota, la voce biglietti, monete e depositi è pari al 32,1% del totale delle attività finanziarie, ed era il 30,5% dieci anni fa.
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