Prevista una contrazione dell’economia entro fine anno. Ma sarà di lieve entità. Inflazione in calo e la prospettiva di 4 tagli dei tassi Fed aiuteranno gli investitori. Neutralità sull’equity e qualità nel reddito fisso le parole d’ordine in chiave strategica
Non solo i classici pacchi regalo. Il prossimo Natale gli investitori americani rischiano seriamente di trovare sotto l’albero anche un’altra sorpresa, sicuramente meno gradita: la tanto attesa recessione. A sostenerlo è l’ultimo outlook di Vontobel Wealth Management SIM, che vede esaurirsi di qui a fine anno tutti i fattori straordinari capaci finora di sostenere l’economia a stelle e strisce. Niente da temere però, perché il fenomeno sarà di lieve entità e coinvolgerà solo parzialmente i mercati. Complici anche un’inflazione ormai in deciso calo e una Federal Reserve meno severa di quanto ci si potrebbe aspettare sulla dinamica dei tassi. Approccio neutrale sull’equity e qualità nell’obbligazionario le migliori strategie per preparare il portafoglio. Senza dimenticare le opportunità nell’oro e delle materie prime.
Ad articolare meglio la view della casa è il senior investment strategist Mario Montagnani. “Tutti le metriche a disposizione ci indicano un imminente rallentamento della crescita americana”, spiega. Uno scenario che l’esperto imputa al progressivo venir meno delle variabili in grado di alimentare uno dei cicli più anomali della storia recente. Prima per importanza, la performance del mercato occupazionale. “Le iniezioni di liquidità del governo Biden hanno creato oltre cinque milioni di posti di lavoro nonostante la frenata del Pil nazionale ma questi stimoli vanno esaurendosi”, chiarisce in tal senso Montagnani. Che individua un secondo fattore di frenata nelle crescenti pressioni sul credito al consumo: “È stato da poco sfondato il tetto dei mille miliardi di debito sulle carte di pagamento”.
Ecco, dunque, prefigurarsi all’orizzonte quella che viene definita dalla società come “una crescita molto contenuta o addirittura recessione”. Ma questo scenario, che potrebbe spaventare, si fa subito meno cupo se osservato più da vicino. Il manager, infatti, precisa come il mercato abbia in realtà già scontato parte della dinamica prospettata e cita anche due dati macro che si evolveranno invece in una direzione favorevole agli investitori: inflazione e tassi. “Ormai da luglio il carovita sta decelerando in quasi tutte componenti principali (l’energia delude per via dei tagli Opec, ndr) e contestualmente gli operatori vedono quattro tagli del costo del denaro già nel 2024”, spiega. Il tutto mentre gli analisti finanziari stimano una crescita del 10% negli Eps.
Da qui le mosse tattiche della casa di gestione, che dopo 12 mesi di sovraponderazione sull’azionario ridurrà la sua esposizione ma senza annullarla del tutto. “I corsi caleranno non più dell’8% e a 12 mesi il mercato avrà ben più che recuperato”, prevede il senior investment strategist sulla base dei dati storici. In particolare, sarà la qualità a guidare il posizionamento della società sull’equity. Quanto all’obbligazionario, “ci orienteremo sui governativi più affidabili senza dimenticare gli emergenti mentre saranno le singole storie a guidarci nel segmento high yield”. Infine, le parole d’ordine saranno sovrappeso sull’oro e neutralità sulle commodities in generale.
L’Europa e l’Italia
Meno positiva è la view di Vontobel Wealth Management IM sull’Europa. Per Gianni Piazzoli, cio del gruppo, il Vecchio Continente è di fatto già in recessione perché a fare da traino ci sono settori più ciclici il cui andamento andrà probabilmente soggetto a revisione. Lo dimostrano, del resto, già soltanto gli ultimi trimestri in negativo della Germania. Quanto all’Italia, il Paese continua a scontare una crescita dei consumi reali quasi nulla e la quasi totale mancanza di aggiustamenti salariali al costo della vita (2,3% contro 6-8% del Nord Europa) ma queste dinamiche non si riflettono sul mercato azionario. Da qui, l’interesse per l’equity locale anche se con gli stessi parametri individuati per l’approccio global.
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