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Petrolio, energia e gas record. Von Der Leyen: “Valutiamo interventi sulle riserve strategiche”. Per Intesa le quotazioni delle commodity resteranno superiori alla media. Bain vede tre modelli per i provider del futuro
Il problema del caro-energia è arrivato sul tavolo dell’Eurogruppo, trovando un’Europa non proprio compatta sulle misure da prendere. “Parleremo di come affrontare lo stoccaggio” per avere una “riserva strategica” europea “e daremo uno sguardo alla composizione complessiva dei prezzi del mercato elettrico”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante una conferenza stampa a Tallin.
“I prezzi dell’elettricità sono alti a causa dei prezzi del gas e dobbiamo esaminare la possibilità di separare questi due elementi all’interno del mercato perché abbiamo un’energia molto più economica, come ad esempio le rinnovabili”, ha aggiunto.
Petrolio e energia, prezzi record
E mentre l’Ue corre ai ripari, le quotazioni delle commodity continuano a salire. Dopo che ieri l’Opec+ ha risposto picche alle speranze dei mercati, ribadendo il piano di aumento della produzione già stabilito a luglio, prima dello shock energetico che sta investendo non solo l’Europa ma il mondo intero, il petrolio ha proseguito la sua corsa, con il Wti del Texas che stamattina è salito a 77,7 dollari, in aumento dello 0,12%, e il Brent che ha sfondato la soglia degli 81 dollari a 81,4 (+0,17%).
Sulla scia dell’oro nero, continua inevitabile anche il rincaro dei carburanti. Secondo le rilevazioni del Mite, la scorsa settimana il prezzo medio della benzina in modalità self è aumentato di 1,05 centesimi portandosi a 1,687 euro al litro. Maxi-aumento anche per il diesel, salito di 1,3 centesimi a 1,537 euro al litro, mentre il costo del Gpl è in media a 0,717 euro, in aumento di 0,48 centesimi.
Impennata anche per l’energia, con il Gme che nella settimana appena trascorsa, dal 27 settembre al 3 ottobre, ha registrato un prezzo medio di acquisto alla Borsa elettrica pari a 200,22 euro MWh (+27,83 euro MWh, pari a +16,1% rispetto alla settimana precedente). Restano in calo, invece, i volumi di energia elettrica scambiati, pari a 4,1 milioni di MWh (-1,9%), mentre risulta stabile la liquidità, al 75,3%.
Ma, appunto, il problema non riguarda solo l’Italia. Basti pensare che la Spagna è arrivata al record di 228,59 euro MWh, con il governo che ha studiato diverse misure per cercare di contenere l’effetto sulle bollette di famiglie e imprese, ed ora è tra i principali Paesi a spingere per una soluzione europea a questa emergenza.
Commodity, per Intesa le quotazioni resteranno superiori a media
“Nonostante diversi fattori alimentino pressioni al ribasso, i prezzi della maggior parte delle materie prime sono ben sostenuti, grazie a mercati fisici tesi. La scarsità di offerta resta infatti un problema significativo in molte filiere”, avvertono gli esperti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo nel Report sulle Commodity. “La mano invisibile del mercato – si legge – riuscirà gradualmente a ripristinare l’equilibrio, poiché le elevate quotazioni stanno sollecitando una risposta sul fronte dell’offerta, mentre l’erosione della domanda e i progressi tecnologici potrebbero frenare i consumi di alcune materie prime. Tuttavia, questi processi di adeguamento richiederanno tempo e dovremmo prepararci a quotazioni delle materie prime che si mantengano su livelli superiori alla media a cinque anni per un periodo prolungato”.
Per gli esperti, il mercato mondiale del petrolio dovrebbe attestarsi vicino all’equilibrio nel quarto trimestre 2021 e nel primo trimestre 2022, per poi tornare in surplus nel 2022. “Tuttavia, le previsioni – precisano – restano positive sulle quotazioni e ci si attende un moderato potenziale di crescita per il petrolio Brent, a fronte di uno scenario macroeconomico ancora favorevole: la domanda sarà sostenuta dal ritorno della crescita economica mondiale a livelli pre-crisi e dalla progressiva ripresa di scambi commerciali e trasporti”.
“In Europa, depositi di gas notevolmente più vuoti rispetto alla media stagionale destano dubbi sulla stabilità del sistema nell’eventualità di un inverno freddo, che amplificherebbe la domanda di gas per riscaldamento”, mettono in guardia.
Energia, tre modelli per i provider del futuro
La situazione sta ovviamente ponendo diversi interrogativi anche agli operatori del settore energetico, cui tocca affrontare diverse sfide. Transizione energetica, contesto regolatorio e accelerazione tecnologica e digitale, le principali secondo uno studio targato Bain & Company e Google. “Il consumo di energia sta vivendo una fase di profonda trasformazione e, in questo panorama caratterizzato da clienti più esigenti e sofisticati, gli operatori energetici devono azionare nuove leve per la creazione di valore”, spiega Roberto Prioreschi, managing director di Bain & Company Italia e Turchia e a capo della practice Energy italiana.
In particolare lo studio, presentato in occasione della terza edizione Energy Digital Summit, ha individuato tre modelli di operatore del futuro, che rispondono ai diversi bisogni dei clienti. Il primo è “The service genius”, per i clienti che cercano il tocco umano, dato il loro basso livello di digitalizzazione. Generalmente più anziani della media, il cui interesse si sta spostando progressivamente verso gli altri due modelli. Il secondo modello, chiamato “The utter digital”, risponde a quei clienti che hanno una predisposizione per il fai-da-te e che richiedono un’esperienza perfettamente integrata; più giovani della media, non hanno bisogno di negozi e di supporto umano. In questo caso, l’operatore deve investire su funzioni sofisticate per monitorare i consumi e l’ecosistema dei servizi a valore aggiunto. Infine c’è “The phygital”, la soluzione per la clientela fortemente orientata all’efficienza energetica e alla sostenibilità, che desidera un accesso onnipresente e un’esperienza avanzata in negozio, con workshop sui trend energetici e sulle best practice.
Nonostante le differenze, due driver si confermano trasversali, cruciali per qualsiasi consumatore: la sostenibilità, sia in termini di autenticità che di domanda di education, e i servizi a valore aggiunto. Queste sono dunque due aree a grande potenziale per gli operatori del mercato.
“In una fase di mercato di progressiva liberalizzazione, vediamo grandi opportunità nell’area retail: una strategia focalizzata sul cliente cela un grande potenziale, che spazia dall’utilizzo di nuove tecnologie e digitale, al miglioramento dell’esperienza e dell’interazione con i clienti. Questo contesto è sfidante, ma offre ai player del settore energetico ulteriore spazio di crescita”, sottolinea Alessandro Cadei, partner e responsabile Emea per il settore Energy & Utilities di Bain & Company.
La ricerca ha analizzato proprio le sfide digitali che il mercato energy retail si trova ad affrontare, evidenziando come circa l’80% dei clienti cerchi informazioni sui fornitori di energia online (+10% sul 2019), ma 1 su 3 sceglie ancora i canali tradizionali per acquistare: l’effetto ROPO (“research online, purchase offline”) ha ormai ampiamente pervaso le abitudini dei consumatori. Proprio sui canali online, gli operatori devono essere particolarmente attenti: la qualità dell’esperienza digitale influenza in modo significativo le scelte e la soddisfazione dei clienti, e la clientela è sempre più disposta ad aprirsi a nuovi brand. Infatti, dalla ricerca emerge che 2 clienti su 5 sono già detrattori pur avendo cambiato il loro fornitore di energia meno di un anno fa.
Insomma, un contesto sfidante ma ricco di opportunità per i player, che devono confrontarsi con clienti per cui la pura commodity non è più sufficiente. Stando allo studio, un cliente su due chiede oggi un ecosistema di funzioni che arricchiscano l’offerta. Tra le richieste accessorie più desiderate rientrano il monitoraggio degli elettrodomestici, suggerimenti sul risparmio energetico, il supporto di assistenti vocali (es. promemoria, avvisi, …). La domanda di monitoraggio dei consumi porta alla richiesta di una tariffa flessibile da parte dei clienti: 7 su 10 scelgono infatti un modello di tariffazione basato sui consumi. Infine, i consumatori si aspettano dagli operatori servizi sempre più tailor made, con un +35% di crescita, in Italia, delle scelte personalizzate per gli utenti negli ultimi 12 mesi. La value proposition dei provider, arricchita di funzionalità e servizi a valore aggiunto (per cui l’interesse è in aumento del 9%, anche grazie agli incentivi) richiede una user experience integrata: la one-stop-solution è un must per i giovani.
“Abbiamo individuato, in particolare, tre leve su cui gli operatori devono investire per mantenere il controllo in un contesto in evoluzione continua: il marketing avanzato, attraverso l’intelligenza artificiale, per acquisire un vantaggio competitivo grazie alla personalizzazione dei servizi e risparmiare sul tempo di lavoro. Poi, l’automazione intelligente, essenziale per controllare i costi (fino a 35% di savings) e riduzione degli errori. Infine, la platformization, che favorisca un engagement degli utenti e abbatta i costi”, conclude Emanuele Veratti, partner e digital practice leader di Bain & Company.
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