L’inflazione Uk spaventa gli investitori
L’indice di aprile cala meno del previsto all’8,7%. E il dato core è al top dal 1992. Dopo le buone stime del Fmi sull’economia, i mercati vedono una BoE hawkish
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“Il Regno Unito è ora in recessione, come altri Paesi”, ha scandito il Cancelliere, Jeremy Hunt, presentando ai sudditi di sua maestà una manovra lacrime e sangue da 55 miliardi di sterline, che dovrebbe ridare fiato ai conti pubblici. L’obiettivo del nuovo governo è infatti quello di fornire un sostegno a breve termine all’economia del Regno Unito, rassicurando allo stesso tempo i mercati finanziari sul fatto che l’indebitamento nel medio-lungo termine verrà ridotto. Per gli investitori, però, le turbolenze sul mercato britannico sono destinate a continuare nei prossimi mesi, nonostante il budget autunnale di Rishi Sunak sia molto meglio del mini-budget che ha decretato la fine Liz Truss.
“Hunt, ha evitato l’errore del suo predecessore e ha invece coinvolto l’indipendente Office for Budgetary Responsibility nel fornire una previsione fiscale ed economica – sottolinea Azad Zangana, senior european economist and strategist di Schroders, che tra i numerosi annunci del cancelliere punta i riflettori sulle bollette energetiche, i sussidi, le pensioni e le imposte personali.
“La spesa dei dipartimenti aumenterà generalmente in termini nominali nei prossimi due anni, ma poi aumenterà dell’1% in termini reali da quel momento in poi – spiega -. Ciò significa che i dipartimenti dovranno trovare il modo di tagliare le spese in termini reali nell’immediato futuro”.
Per Neil Mehta, portfolio manager di BlueBay Asset Management, la legge di bilancio d’autunno mira a riconquistare la credibilità fiscale, con un occhio alle prossime elezioni. “Hunt – fa notare – ha confermato un massiccio consolidamento fiscale, cercando di rimediare ai danni del mini-budget, ma rimandando gran parte di questi interventi a dopo le prossime elezioni del 2024, quando probabilmente i laburisti saranno al potere”.
“Anche l’indebitamento previsto è stato ridotto con una politica energetica più mirata a partire da marzo del prossimo anno. Per ora, la priorità è l’outlook di crescita, con un aumento della spesa per la sanità, l’assistenza sociale e la scuola, finanziata mediante l’aumento delle tasse sui redditi elevati e sui datori di lavoro”, prosegue Mehta, secondo cui però mentre Hunt dà con una mano, prende con l’altra, sostenendo che è peggio l’inflazione delle tasse, pur mantenendo basse le soglie fiscali che di per sé sono una massiccia tassa sull’inflazione per i cittadini.
Intanto, in termini di prospettive per l’economia, l’Obr, l’Office for Budget Responsibility, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per il 2022 dal 3,8% al 4,2% rispetto all’ultima previsione di marzo, ma ha tagliato le previsioni per il 2023 dall’1,8% al -1,4%, soprattutto a causa dell’attuale crisi dell’inflazione. Si prevede che l’economia di sua maestà torni a crescere dell’1,3% nel 2024 e del 2,6% nel 2025, mentre l’inflazione Ipc è prevista in media al 9,1% nel 2022 e al 7,4% nel 2023, prima di scendere allo 0,6% nel 2024 e al -0,8% nel 2025. Nel frattempo il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere un picco del 4,9% nel 2024, per poi scendere lentamente negli anni successivi.
“L’analisi dell’Obr suggerisce che le misure annunciate nella Dichiarazione d’autunno riducano la profondità e la durata della recessione quest’anno e il prossimo, ma lascino l’economia su una traiettoria di crescita simile nel medio termine. Quest’ultimo dato dovrebbe deludere il governo, poiché indica che i suoi sforzi per aumentare la crescita nel medio termine non dovrebbero fare la differenza”, mette in guardia Zangana.
Sul fronte dei conti pubblici, l’Obr prevede un aumento del deficit dal 5,7% al 7,1% del Pil nell’anno finanziario in corso, prima di scendere al 5,5% nel 2023/24 e al 3,2% nel 2024/25. “Le misure delineate comportano un ulteriore indebitamento di 4,1 miliardi di sterline quest’anno e il prossimo, prima che inizi un’austerità più significativa. La maggior parte del gettito fiscale aggiuntivo arriverà nel 2024/26, mentre i tagli alla spesa saranno utili a partire dall’anno successivo”, precisa l’esperto di Schroder.
Metha definisce i numeri dell’Obr sconcertanti. “Il reddito reale disponibile scenderà del 7% nei prossimi due anni, il maggiore calo mai registrato dai livelli del 2013. Le prospettive del Regno Unito sembrano difficili nei prossimi 18 mesi, e ci aspettiamo che ciò si rifletta nella sterlina”, avverte.
Anche per Zangana il bilancio si è rivelato piuttosto deludente, oltre al fatto che molte delle misure annunciate fanno poco per ridurre l’inflazione. “È stato adottato un approccio simile al passato: prendere in prestito di più ora, promettendo di prendere in prestito di meno in futuro. Ma almeno, con questa dichiarazione fiscale, c’è la promessa di stringere la cinghia a un certo punto. Reazione del mercato: la sterlina è scesa rispetto al dollaro e all’euro, i rendimenti dei Gilt sono aumentati, ma niente di così drammatico come l’ultimo mini-budget”, conclude.
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