“Le strategie passive hanno democratizzato l’accesso ai mercati finanziari ad un costo contenuto, caratteristiche già compatibili con un focus su obiettivi Esg”, spiega Alessandro Greppi, Unit Linked & Pension Funds portfolio manager di Zurich Investments Life
Alessandro Greppi, Unit Linked & Pension Funds portfolio manager di Zurich Investments Life
Investimenti sostenibili e gestione passiva rappresentano due fondamentali trend dell’industria della gestione. Per comprendere come gli specialisti dell’analisi e selezione di strategie di investimento monitorino ed utilizzino gli strumenti rientranti in queste categorie, FocusRisparmio ha interpellato Alessandro Greppi, Unit Linked & Pension Funds portfolio manager di Zurich Investments Life.
Guardando agli ultimi 5 anni come le sigle Etf e Esg hanno cambiato la vostra attività, sia in relazione al tempo speso e al numero di risorse impiegate per l’analisi e selezione, sia in termini di composizione di portafoglio e costruzione delle buy list?
Negli ultimi anni la presenza di ETF nei nostri portafogli è aumentata progressivamente, in particolare verso mercati efficienti con una gestione attiva, come ad esempio l’azionario americano, o verso asset class fino a poco tempo fa avevano uno scarso appeal, come il fixed income governativo, dove l’impatto delle commissioni poteva pesare anche molto sul rendimento netto in un contesto di bassi tassi di interesse e compressione degli spread.
Inoltre, pensiamo che il dibattito tra investimenti attivi e passivi sia ormai superato poiché in fondo tutte le scelte di investimento sono in qualche modo attive. è infatti sempre più chiara l’importanza dell’asset allocation nella generazione di rendimenti nel tempo per i nostri clienti. L’utilizzo di ETF come building block nell’asset allocation ci consente di implementare strategie che enfatizzano i driver di rendimento da noi individuati.
In risposta alle crescenti necessità da parte dell’industry, abbiamo osservato una forte espansione dell’offerta di strumenti passivi e questo ha reso necessario lo sviluppo di approcci di selezione che consentano di scegliere quello più in linea con le necessità di ciascuno.
Attualmente, i parametri che guidano il nostro processo di selezione di ETF sono la liquidità dello strumento e la sua dimensione in termini di masse. Riconosciamo anche una grande importanza al benchmark che viene replicato e al tracking-error espresso. Non necessariamente cerchiamo il prodotto con le commissioni più basse, a patto che ci sia un giusto compromesso tra la performance espressa e il costo dello strumento.
In aggiunta, riteniamo che gli ETF ci consentano di introdurre un’elevata flessibilità all’interno dei portafogli, sia per la componente azionaria che obbligazionaria; per questo li preferiamo per implementare con tempismo le nostre view tattiche.
Allo stesso tempo, l’impegno e l’interesse verso le tematiche ESG da parte del Gruppo ci hanno spinto a rendere sempre più green i nostri portafogli, andando a integrare i principi di sostenibilità fino a lanciare prodotti con un’esplicita connotazione in questo senso.
Sembra ormai un’opinione condivisa che gli operatori guardino agli investimenti ESG come strumenti per gestire meglio i rischi e generare rendimenti di lungo termine più sostenibili. La maggior parte degli investitori riconosce infatti gli effetti del cambiamento climatico, o l’impatto dei rischi derivanti da una maggiore disuguaglianza sulla stabilità sociale, politica e finanziaria. In questo scenario sono anche intervenuti i regolatori, che hanno definito delle precise linee guida sulla gestione e sulla disclosure dei rischi ESG all’interno di prodotti finanziari.
A nostro avviso, anche gli strumenti passivi sono coerenti con gli obiettivi ESG, visto il loro forte focus sui costi, sulla trasparenza e su un approccio data driven. L’integrazione di questi principi non significa necessariamente accettare un compromesso in termini di performance: una strategia basata su un approccio positive screening può migliorare il profilo ESG del portafoglio senza andare a intaccare i rendimenti risk-adjusted.
Come prevedete cambierà l’esposizione tramite prodotti rientranti in queste due categorie?
Ci attendiamo che il successo degli ETF prosegua anche nei prossimi anni, supportato da nuovi prodotti e da nuove opportunità distributive che potrebbero attirare nuovi flussi.
Molto dipenderà dalla capacità dell’industria di innovare uno strumento che generalmente è visto come un semplice mezzo per replicare un indice. Non è infatti da sottovalutare lo sbarco in Europa di ETF a gestione attiva – prodotti che già si iniziano a vedere nel mercato americano.
Per tutti questi motivi, possiamo ipotizzare che questi strumenti faranno sempre più parte dei nostri portafogli come alternativa valida ed efficiente in termini di costi.
Per quanto riguarda gli investimenti sostenibili, la nostra convinzione è che ci troviamo di fronte a un trend di lungo periodo. Per questo motivo il loro peso nei nostri portafogli è destinato a crescere. Riconosciamo anche che la vera sfida per gli investimenti ESG consista nel fare un ulteriore passo avanti in termini di trasparenza, andando così a eliminare definitivamente il rischio greenwashing.
Che opinione avete sul punto di intersezione fra questi due trend? C’è compatibilità tra sostenibilità e gestione passiva? Quali sono i vantaggi di una strategia Esg indicizzata?
Nonostante numerosi investitori ESG adottino un approccio di selezione attiva dei singoli nomi in cui vanno ad investire, anche gli investimenti passivi sono adatti per introdurre i principi sostenibili. Gli indici replicati dalle strategie ESG possono essere utilizzati per esprimere diversi approcci di investimento, che tengono conto di diversi livelli di integrazione ESG o di obiettivi tematici. Le strategie passive hanno dapprima democratizzato l’accesso ai mercati finanziari ad un costo contenuto, caratteristiche assolutamente compatibili con un focus su obiettivi ESG. Inoltre, sia l’investimento passivo che l’investimento ESG sono considerabili entrambi data driven.
Una delle principali critiche rivolte agli ETF ESG è che i prodotti passivi non esprimono un’opinione sui mercati o sulle società dato che vanno semplicemente ad acquistare i titoli presenti nell’indice di riferimento. Questo implica che il gestore non prenda alcuna decisione discrezionale e potrebbe di conseguenza non fare attività di engagement con il consiglio di amministrazione delle compagnie presenti nel portafoglio. Riconosciamo che la maggior parte degli ETF si limita a replicare il benchmark di riferimento, ma le critiche sull’assenza di engagement hanno mostrato nel tempo di essere infondate, dato che gli ETF provider sono in grado di documentare dettagliatamente il proprio processo di proxy voting e di dialogo tenuto con le società.
Inoltre, la recente diffusione di indici ESG basati su approcci quantitativi ha fatto sorgere nuove critiche, poiché questo approccio può portare a sovrappesare i titoli large cap dei Paesi sviluppati. Queste aziende hanno infatti dei dipartimenti specializzati nella produzione di dati sulla sostenibilità, che vengono poi utilizzati dalle società di rating per emettere il loro giudizio. Anche i gestori attivi hanno però implementato approcci quantitativi per la selezione delle aziende, spesso basandosi sugli stessi dati utilizzati dai passive funds. La distorsione derivante dalla capacità di generare informazioni da parte delle aziende è quindi un problema che tutta l’industria finanziaria dovrà affrontare in futuro.
Riteniamo quindi che i dubbi riguardo l’integrazione dei principi ESG all’interno di strumenti passivi siano piuttosto infondati. Un’analisi attenta potrebbe addirittura rilevare che la trasparenza che caratterizza gli ETF permette una selezione consapevole degli strumenti in base ai titoli presenti nell’indice replicato.
Al termine di un fine settimana di trattative arriva l’accordo da 3,25 miliardi di dollari fortemente voluto dalle istituzioni svizzere per salvaguardare la tenuta del sistema bancario elvetico (e non solo). UBS scala posizioni in termini di Aum. Ecco le sinergie su wealth management e gestito sottolineate dalla banca nella call con gli analisti subito dopo l’annuncio dell’operazione
Nasce la prima investment management company europea a sviluppare Exchange traded funds con gestione attiva che offrono portafogli diversificati composti da azioni e bond senza benchmark. Dal 27 febbraio il collocamento dei primi due prodotti a Piazza Affari
Secondo il chief economic advisor di Allianz nell’attuale fase di mercato, caratterizzata da volatilità e tassi elevati, occorre puntare su uno stock picking attento anziché sulla convenienza delle commissioni
Una copertina interamente dedicata a questa importante ricorrenza apre un numero come sempre ricco di numeri, analisi e commenti tutti dedicati all'industria del risparmio gestito
Lo stato attuale e le prospettive dell’industria dei fondi passivi in Europa nell’analisi a firma di Fabrizio Zumbo, director European Asset & Wealth Management Research di Cerulli Associates
Etf e fondi indicizzati si consolidano all’interno dei confini conosciuti e guadagnano nuovi orizzonti. Le voci dei protagonisti sull’evoluzione di uno fra i trend più forti del risparmio gestito
Quali lezioni imparare da un anno “per molti versi catastrofico” per i mercati, nell’intervista a Simone Rosti, country head Italia di Vanguard. “È in queste fasi che si allenano le doti di buon investitore e si costruiscono le basi per i rendimenti futuri”, afferma
Giorgi (BlackRock): “Esistono alcuni trend sostenibili che, anche se non possono essere definiti come vere e proprie fonti di diversificazione, aiutano il portafoglio ad avere buone performance contro la volatilità”
Primo emittente che fa capo ad un Gruppo italiano ad entrare nel mondo degli indicizzati con 11 prodotti, sei azionari e cinque obbligazionari. Melisso: “Un passo che fa parte del nostro Dna e ci rende orgogliosi di un’innovazione della gamma importante per tutti gli investitori del nostro Paese”
La domanda di strumenti di investimento obbligazionari ESG è in aumento così come la disponibilità di soluzioni passive efficienti. I cinque vantaggi di un’esposizione tramite Etf
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio