Lo stato attuale e le prospettive dell’industria dei fondi passivi in Europa nell’analisi a firma di Fabrizio Zumbo, director European Asset & Wealth Management Research di Cerulli Associates
Il primo semestre del 2022 si è rivelato un periodo complicato per l’industria passiva in Europa in conseguenza dello scenario macroeconomico nel Continente e a livello globale. Questa congiuntura dovuta all’aumento dell’inflazione, all’attuale panorama geopolitico, ai rialzi dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali ed ai conseguenti timori di un rallentamento della crescita economica ha portato gli investitori istituzionali e retail verso un approccio “risk-off”. I risulati si possono riscontrate nella lettura dei dati su patrimonio e raccolta dei prodotti passivi domiciliati in Europa nei primi sei mesi dell’anno e oltre.
Nonostante l’attuale volatilità registrata nel mercato Europeo e globale, le prospettive per il settore rimangono positive e gli emittenti di Etf cercheranno di ricalibrare le loro strategie di crescita per posizionarsi più solidamente nel mercato e beneficiare della crescente adozione di questi prodotti da parte degli investitori in Europa nel lungo periodo. Più della metà (57%) degli emittenti di Etf che hanno partecipato a un recente sondaggio di Cerulli concorda sul fatto che il segmento della gestione patrimoniale (wealth management) aumenterà le allocazioni di Etf nei portafogli dei loro clienti nei prossimi 12-24 mesi, mentre il 49% considera le banche private come l’opportunità più interessante per la distribuzioni di questi prodotti. Inoltre, più della metà (52%) di loro concorda sul fatto che le piattaforme digitali di distribuzione (fund platforms) siano state un fattore chiave per la crescita delle vendite di Etf in Europa negli ultimi 12 mesi.
Le nostre ricerche mostrano inoltre che il 40% degli emittenti di Etf prevede di concentrare nei prossimi 12-24 mesi i propri sforzi nell’ambito degli Etf soprattutto…
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Fida ha analizzato i prodotti della categoria venduti ai clienti retail in Italia. Gestione passiva più performante, ma attenzione alle mode. E nei portafogli regnano gli Usa
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