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Il blocco cresce dello 0,3%, oltre le attese. L’Italia dello 0,2%. Corre la Spagna (+0,8%), bene la Francia (+0,3%). Ma Berlino segna una contrazione: -0,1%. Occhi sull’inflazione dopo il balzo dei prezzi tedeschi
Secondo trimestre migliore delle attese per l’economia di Eurolandia, anche se continua a preoccupare lo stato di salute della Germania che ha invece messo a segno una contrazione. Stando alla stima preliminare di Eurostat, il PIL del blocco ha registrato una crescita dello 0,3% nel periodo aprile-giugno, superando le previsioni degli analisti che si aspettavano un aumento dello 0,2%. Il dato è identico a quello segnato nei tre mesi precedenti, mentre su base annua l’espansione è stata dello 0,6%, in linea con le previsioni e lievemente superiore al +0,5% del trimestre precedente. Per l’intera UE, la crescita mensile si è attestata allo 0,3% e quella tendenziale allo 0,7%.
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Italia anemica. Bene la Francia, corre la Spagna
L’Italia ha messo a segno il quarto trimestre consecutivo di espansione, anche se i numeri restano modesti. Secondo la stima preliminare dell’Istat, l’economia tricolore nel secondo trimestre è cresciuta infatti dello 0,2% rispetto al periodo precedente, quando aveva registrato un +0,3%, in linea con le attese. Merito soprattutto del terziario, a fronte di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e dell’agricoltura. Dal lato degli impieghi si registra un contributo positivo della domanda nazionale al lordo delle scorte e un apporto negativo della componente estera netta. In termini tendenziali nel secondo trimestre il PIL italiano è aumentato dello 0,9%, sotto l’1% stimato dagli analisti. La variazione acquisita stimata dall’Istituto di statistica per l’intero anno si attesta allo 0,7%.
Continua il momento positivo della Spagna, che può vantare una crescita dello 0,8% nel secondo trimestre dell’anno, un tasso simile al periodo gennaio-marzo. Merito della buona performance di esportazioni (+1,2%) e importazioni, che hanno contributo a un aumento di 0,5 punti e, in minore misura, del consumo interno. Su base annua la crescita del PIL spagnolo si conferma sostenuta, al 2,9%. Buono anche il risultato della Francia, il cui PIL è aumentato il linea con la media dell’Area euro dello 0,3%, oltre le previsioni degli analisti. L’istituto di statistica nazionale Insee ha anche rivisto al rialzo dallo 0,2% allo 0,3% la crescita del primo trimestre.
Germania KO: -0,1%
Completamente diversa la situazione tedesca. La prima economia dell’Eurozona ha infatti segnato una contrazione nel secondo trimestre, spiazzando gli analisti che si attendevano una crescita. Il PIL è diminuito dello 0,1% rispetto ai primi tre mesi del 2024, chiusi invece con un’espansione dello 0,2%. Su base annua il calo è identico a quello congiunturale e peggiore rispetto alle previsioni che indicavano un trend invariato. La Germania non è più locomotiva d’Europa: la sua economia appare “bloccata dalla crisi”, hanno commentato i responsabili delle indagini IFO, l’indice molto seguito dai mercati finanziari perché tempestivo e perché anticipa spesso l’andamento della produzione industriale tedesca ed europea. Per gli esperti, infatti, anche nel terzo trimestre “non si attende molto probabilmente alcun miglioramento”, soprattutto nel settore dell’industria. Il punto di svolta non sembra dunque vicino, si afferma, e se nelle industrie ad alta intensità energetica si è registrata una modesta espansione, nel resto del settore manifatturiero prosegue una sostanziale stagnazione. Grigia anche la situazione sul fronte degli ordini e della ripresa dei consumi privati.
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Occhi sull’inflazione
Ora l’attenzione si sposta sui dati dell’inflazione dell’Area euro di luglio, in agenda mercoledì, particolarmente attesi anche dalla Banca centrale europea per capire quale direzione prendere. La previsione è di un rallentamento al 2,4%, dal 2,5% di giugno. Intanto qualche indizio è arrivato dagli istituti di statistica nazionali. In Spagna, a luglio, l’indice dei prezzi si è attestato al 2,8%, ovvero sei decimi sotto quello di giugno (3,4%). Peggio delle attese ha fatto invece Berlino, dove il carovita è aumentato dello 0,3% su mese, rispetto al +0,1% precedente e contro il +0,3% del consensus. Su base annuale, la variazione dei prezzi tedesca è stata del 2,3%, dal +2,2% di giugno, anche in questo caso oltre le stime (+2,2%).
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