2018, l’anno della sostenibilità
Il concetto di Esg sarà sempre più al centro dei megatred che caratterizzano l’orizzonte degli investimento. Lo sanno anche le società di gestione, che lanciano sempre più prodotti etici
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Moda, reale scelta etica o semplicemente dettata dalle opportunità di rendimento? Quale che sia la risposta, gli investimenti green hanno visto negli ultimi anni un forte sviluppo. Una transizione, quella verso portafogli più sostenibili, che è stata accelerata dalla pandemia e che resta non priva di ostacoli, in particolare per la mancanza di quadri di riferimento, dati e standard comuni in grado di analizzare e misurare la performance ambientale, sociale e di governance delle società. Una spinta a favore di una maggior tutela degli investitori è attesa in questo senso dal nuovo regolamento europeo Sustainable Finance Disclosure Regulation (Sfdr) entrato in vigore lo scorso 10 marzo che punta a porre un freno al fenomeno del green washing definendo uno standard minimo per i prodotti sostenibili e imponendo l’obbligo di trasparenza agli operatori che si occupano di investimenti green ai quali viene chiesto di dare informazioni chiare sui propri siti web e nella documentazione precontrattuale. Si tratta di un nuovo regolamento che rientra in una strategia più ampia portata avanti dall’Unione europea che intende creare un ecosistema integrato di norme più stringenti in ambito Esg.
Per Sandra Crowl, stewardship director di Carmignac, “sono ancora troppi gli asset manager che dichiarano impatti Esg, senza tuttavia spiegare quale metodologia hanno utilizzato. Anche i siti web sono finiti al centro dell’attenzione e le sezioni dedicate alla sostenibilità in particolare”. Da questo punto di vista, la nuova normativa Ue “è un passo fondamentale nella protezione degli investitori, ma oggi il percorso è ben lontano dall’essere terminato”. Mentre Michael Baldinger, global head of sustainable and impact investing di Ubs Am, osserva: “Un sempre maggiore flusso di capitali viene investito nei fondi di investimento sostenibili. Queste soluzioni, che comprendono anche quelle rivolte al climate change e l’impact investing, hanno registrato una crescita a doppia cifra in termini di asset gestiti nel 2020, e questo è un trend che ci si aspetta continui anche nel 2021”. Da questo punto di vista, “pensiamo che il regolamento Sfdr rafforzi il flusso continuo di capitali in fondi di investimento sostenibili”. Questo perché consente “di aumentare la trasparenza facendo sì che gli investitori abbiano la possibilità di comparare i prodotti con i risultati in termini di sostenibilità”. Baldinger osserva infatti come da parte degli investitori vi è “una crescente domanda di dati sulla sostenibilità più affidabili”.
Crowl sottolinea inoltre come, in vista dei cambiamenti imposti dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation, “i nostri team delle divisioni legal e sustainability hanno riscritto i prospetti dei fondi per adattarli al modello stabilito, descrivendo ogni dettaglio della loro categorizzazione e del loro approccio alla sostenibilità. Questo ci consente chiarezza e comparabilità tra le diverse asset class e i vari fondi. Successivamente”, aggiunge, “i team delle divisioni sostenibilità e data management hanno perfezionato il reporting dei fondi in modo da mostrarne le caratteristiche di sostenibilità e gli obiettivi prefissati”. Mentre Baldinger spiega come in risposta alla nuova normativa, “abbiamo classificato i nostri fondi posizionati nell’economic european area secondo la definizione Sfdr e reso nota la misura in cui ciascuno di questi fondi integra i coefficienti di sostenibilità”. In particolare, il gruppo ha previsto la seguente classificazione interna in base ai parametri stabiliti nella norma. Ovvero No Esg Integration, “classificazione in cui rientrano i nostri fondi passivi non-Esg dove i rischi per la sostenibilità non vengono considerati come parte del processo di selezione dell’indice”. A seguire Esg Risk Integration, ovvero prodotti, come quelli azionari e obbligazionari a gestione attiva, dove i rischi per la sostenibilità sono integrati all’interno delle decisioni di investimento. Esg Promotion, ovvero prodotti che promuovono le caratteristiche ambientali o sociali come parte della loro strategia di investimento globale. “Sono inclusi in questa categoria tutti i nostri fondi ‘sustainability – focused’, la nostra gamma di Esg/Etf leader nel settore e le nostre soluzioni active climate cosi come quei prodotti che soddisfano profili Esg superiori”, spiega Baldinger. Infine, Esg Objective, ovvero prodotti rivolti in modo specifico a ottenere un risultato di interesse ambientale o sociale o che hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio. “A questa categoria”, conclude, “appartiene la nuova gamma di Etf Paris-Aligned”.
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