Nella risposta della Commissione di vigilanza sui fondi pensione ai quesiti inviati da Assogestioni in tema di mandati di gestione affidati a Paesi terzi, la conferma di ammissibilità delle proposte volte a neutralizzare l’effetto-Brexit
Arianna Immacolato, direttore fiscale e previdenza di Assogestioni
Gli operatori finanziari britannici possono proseguire nell’attività di gestione degli asset di pertinenza dei fondi pensione italiani anche successivamente al termine del periodo transitorio durante il quale la normativa europea vigente continuerà ad applicarsi nel Regno Unito, previsto fino al 31 dicembre 2020.
Lo afferma la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) in una dichiarazione ufficiale (lettera del 30 luglio 2020 n. 3703, ndr) in risposta ai quesiti posti da Assogestioni in tema di mandati di gestione a seguito della Brexit, confermando l’ammissibilità delle soluzioni prospettate e condivise anche da Assofondipensione.
L’obiettivo è permettere ai fondi pensione di “continuare a beneficiare della professionalità e delle conoscenze degli intermediari stabiliti in alcuni paesi non appartenenti all’Unione europea, come il Regno Unito”, e di evitare che la Brexit “generi un blocco delle convenzioni di gestione che prevedono un coinvolgimento degli intermediari” stabiliti in UK, scrive Covip.
L’intervento della Covip è uno dei più importanti degli ultimi anni in quanto introduce “chiarimenti dalla portata innovativa che, oltre ad aiutare a porre rimedio agli effetti della Brexit, consentono, in generale, di ampliare e ottimizzare le possibilità di gestione delle risorse dei fondi pensione al passo con l’evoluzione degli ultimi anni del mondo della gestione finanziaria”, commenta Arianna Immacolato, direttore fiscale e previdenza di Assogestioni.
Infatti, le indicazioni fornite dalla Covip hanno effetti non soltanto nel caso delle imprese stabilite nel Regno Unito ma anche riguardo ai soggetti di altri Paesi terzi interessati a gestire le risorse dei fondi pensione.
Nella missiva, l’autorità conferma infatti che una società non-UE autorizzata ad operare in Italia ai sensi degli articoli 46 e seguenti del regolamento MiFIR costituisce un soggetto idoneo alla gestione dei fondi pensione italiani ai sensi del decreto legislativo 252 del 2005.
Inoltre, e sempre in linea con i dettami MiFID, per la prima volta Covip consente espressamente la delega di gestione di un fondo pensione di diritto italiano anche a soggetti extracomunitari.
“È finalmente ammissibile che i gestori delle risorse dei fondi pensione negoziali, preesistenti e aperti deleghino attività loro proprie anche a soggetti di Paesi terzi, sfruttando le capabilities e competenze con riferimento a specifici mercati”, spiega Immacolato. “Resta ovviamente di competenza del fondo pensione ogni valutazione in merito all’opportunità di prevedere tali deleghe”.
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