Il segreto per investire con successo in questa fase di mercato? Puntare sulle bluechip e sui titoli a grande capitalizzazione, lasciando da parte le small cap. A sostenerlo è stato Joel Greenblatt, noto investitore value, accademico e fondatore di Gotham Asset Management, in occasione del Reuters Hedge Fund and Private Equity Summit.
Secondo Greenblatt, sebbene le azioni da lui definite a bassa capitalizzazione (con una capitalizzazione di mercato tra 100 milioni e 2 miliardi di dollari) abbiamo battuto le big cap dal 1999 su base annua, oggi i loro guadagni le rendono molto meno attraenti in base alla valutazione. “Non guardo ai settori, ma gli affari che stiamo trovando in questo momento sono per lo più relativi a società a grande capitalizzazione”, ha detto Greenblatt, autore di The little book that beats the market (Il piccolo libro che batte il mercato) e altri best seller sugli investimenti. I buoni investimenti cui si riferisce l’esperto includono titoli come Dell e Microsoft, che effettivamente hanno hanno capitalizzazioni di mercato di circa 68 miliardi e 286 miliardi di dollari, rispettivamente. Un’altra partecipazione citata da Greenblatt è American Express (65 miliardi di capitalizzazione) che però secondo il guru finanziario ha ancora molto spazio per apprezzarsi ulteriormente, sebbene il mercato non ne sia consapevole.
Subito dopo l’MBA alla prestigiosa Wharton School dell’Università della Pennsylvania nel 1985, Greenblatt ha avviato il suo fondo di investimento, Gotham Capital, con un capitale iniziale di 7 milioni di dollari. Tra il 1988 e il 1994, il fondo ha ottenuto rendimenti annuali fino al 50% pre-tasse, o il 30% netto, che gli è valso un grande seguito, alimentato anche dalle sue doti di divulgatore.
Greenblatt è un investitore con un chiaro approccio value, che si riflette nel cosiddetto “Magic Formula Investing”, da lui teorizzato nel libro già citato, scritto teoricamente per un pubblico senza particolari conoscenze tecniche (i suoi figli adolescenti erano il target), ma corredato in appendice da spiegazioni e dati più dettagliati per i lettori più consapevoli. Il sistema di Greenblatt ha analizzato le più grandi aziende quotate sul mercato azionario americano, classificate tra le prime 1.000, 2.500 o 3.000, per un periodo di 17 anni prima della pubblicazione del libro nel 2005. Le aziende più piccole, con un valore di 50 milioni o meno, sono state evitate perché tendono a essere meno liquide e pertanto maggiormente esposte alla volatilità.
La strategia di investimento di Greenblatt, che raccoglie ampiamente l’eredità dell’approccio value di Warren Buffett, si concentra nello scoprire aziende sottovalutate caratterizzate da un catalizzatore di crescita. Il suo approccio è profondamente radicato nei principi della ricerca di un alto ritorno sul capitale e un alto rendimento sugli utili, con uno sguardo attento sugli “utili normalizzati” nei prossimi 3-4 anni. Secondo Greenblatt, questa strategia ha prodotto un rendimento medio annuo del 30,8% in 17 anni.
L’enfasi di Greenblatt sulla mitigazione del rischio si distingue come un fattore cruciale nella sua strategia di investitore value. L’esperto ammette che chiunque, anche l’investitore più esperto, può sbagliare, e il successo nel lungo periodo si può ottenere solo scommettendo su titoli sottovalutati ed evitando gli investimenti ad alto rischio. Inoltre, ammonisce l’esperto, è fondamentale valutare la competenza del management dell’azienda su cui si vuole puntare (ed esaminare anche con attenzione i meccanismi di compensazione, verificando che gli interessi dei manager siano allineati a quelli degli azionisti).