Tassi su di mezzo punto e via libera allo scudo anti-spread con acquisti senza limiti ma condizionati. I commenti dei gestori
Per l’Eurozona finisce la lunga era dei tassi negativi inaugurata nel 2014 da Mario Draghi. Contro quanto annunciato a giugno, una Bce più falco delle attese ha alzato il costo del denaro, per la prima volta dal 2011, di mezzo punto. Via libera anche all’attesissimo scudo anti-spread, chiamato Transmission protection instrument, dalla potenza di fuoco illimitata.
Causa inflazione, quindi, il tasso principale della Zona euro sale a 0,50%, quello sui depositi a zero e il tasso sui prestiti marginali a 0,75%. E la normalizzazione non si fermerà: il board ha infatti aperto chiaramente a ulteriori aumenti nelle prossime riunioni.
“Anticipare a oggi l’uscita dai tassi di interesse negativi consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta – si legge nello statement post meeting -. L’evoluzione futura dei tassi di riferimento definita dal Consiglio direttivo continuerà a essere guidata dai dati e contribuirà al conseguimento dell’obiettivo di inflazione del 2% a medio termine”. Una chiara vittoria del falchi dell’Eurotower, compensata probabilmente in fase di trattativa dalle aperture sullo “strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”.
Infatti, come chiarito in conferenza stampa dalla presidente Christine Lagarde, il Tpi assicurerà che “l’orientamento di politica monetaria venga trasmesso in modo ordinato in tutti i Paesi dell’Area dell’euro” e costituirà “un presupposto affinché la Bce possa adempiere il mandato di mantenere la stabilità dei prezzi”. Quanto alla potenza di fuoco del nuovo strumento, questa dipenderà dalla gravità dei rischi e gli acquisti, come si diceva, non saranno soggetti a restrizioni ex ante.
L’attivazione dello scudo, a totale discrezione del board della Bce, si baserà però su quattro criteri: il rispetto dei criteri di bilancio indicati dall’Ue, l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, la sostenibilità del debito, l’adozione di politiche “solide e sostenibili nel rispetto degli impegni presi con il recovery e con le raccomandazioni specifiche della Commissione”.
I commenti dei gestori
Paul Diggle, deputy chief economist di abrdn
“Gli acquisti nell’ambito del Tpi sono illimitati (cosa che piacerà ai mercati) e si verificheranno durante ‘dinamiche di mercato indesiderate e disordinate’. È una questione aperta che cosa significhi esattamente. Ad esempio, il recente allargamento dello spread italiano in seguito al crollo del governo Draghi è indesiderato e disordinato, o è un giusto riflesso dell’aumento dei rischi?”, commenta a caldo Paul Diggle, deputy chief economist di abrdn.
“Una possibilità è che le colombe e i falchi del Consiglio direttivo abbiano raggiunto un ‘quid pro quo’ – sottolinea Diggle -: un forte rialzo è stato scambiato con il Transmission Protection Instrument. Ma devono essere ancora chiariti i dettagli del Tpi e della condizionalità che lo caratterizzeranno. Dopotutto, gli eventi italiani degli ultimi giorni non rassicurano gli altri Paesi dell’Eurozona sul rispetto dell’agenda relativa alle riforme”.
Manuel Pozzi, direttore investimenti di M&G Investments
“Si parla ora di normalizzazione della politica monetaria e la Bce è intenzionata a seguire questa strada d’ora in poi. Tuttavia, sarà sempre possibile un cambio di velocità, uno stop, un cambiamento di rotta ma soltanto se sostenuti da valide ragioni – fa notare Manuel Pozzi, direttore investimenti di M&G Investments -. La presidente ha affermato anche che da settembre tutte le decisioni della banca centrale saranno fondate sui dati. L’introduzione all’unanimità di un ulteriore strumento di politica monetaria per tentare di contenere la speculazione e i rialzi eccessivi degli spread, il Tpi, che nelle parole della Lagarde potrebbe diventare molto ampio se le circostanze lo richiedessero, è un’ottima notizia nel breve periodo”.
Nel complesso, secondo Pozzi, ora la Bce deve tener conto di molta incertezza e imprevedibilità. “Di conseguenza, le parole d’ordine per i risparmiatori saranno cautela, diversificazione (tra tasso fisso e tasso variabile, qualità e sostenibilità dei titoli, approccio value) e progressività nel portare avanti i propri piani di investimento. Dobbiamo sempre ricordare che è proprio in queste fasi di mercato che si creano opportunità, e abbiamo già iniziato a vederne qualcuna su mercati azionari e del credito selezionati”, afferma.
Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte
Anche per Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, il risultato del meeting di oggi è un ‘do ut des’ tra un rialzo più corposo in cambio del via libera al piano anti-frammentazione. “Le 4 condizioni di fatto (soprattutto quella inerente al rispetto dei criteri del recovery fund) fanno riferimento a condizioni di stabilità politica tali da poter garantire il percorso previsto per il rispetto dei vari milestones e target necessari per ottenere i fondi dei recovery plan nazional”, evidenzia.
Per Cesarano, la Bce appare intenzionata a proseguire a ritmo accelerato il rialzo dei tassi senza cambiare l’obiettivo finale come dichiarato dalla Lagarde. “Di fatto, quindi, è possibile un ulteriore rialzo di almeno 50 pb a settembre. Per quanto concerne i 4 criteri allegati al piano anti frammentazione, questi rappresentano un fattore importante che lega ulteriormente l’evoluzione dello spread a quella della crisi politica in atto”, puntualizza.
abrizio Santin, senior investment manager di Pictet Asset Management
Per Fabrizio Santin, senior investment manager di Pictet Asset Management, ora il rischioè che, alla luce dei recenti avvenimenti politici in Italia, i mercati finanziari vadano a testare la risolutezza della Bce a contenere l’allargamento degli spread. “Una prima soglia di attenzione è fissata a 250 bp tuttavia un giudizio importante verrà ricoperto anche dalla rapidità del movimento. E’ probabile che in una contesto estivo caratterizzato da illiquidità, il Btp continui ad incorporare premi di rischio elevati. La risalita dei rendimenti è stata particolarmente marcata sulla parte a breve termine con il Btp italiano a 2 anni che registra rendimenti superiori al 2% (+30bp rispetto a ieri). Il Btp a 10 anni arretra invece di oltre 20 bp con rendimenti intorno al 3.6%”, conclude.
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