Gli investitori sia aspettano un nuovo aumento del costo del denaro di 75 pb, indicazioni sulla tempistica del Quantitative tightening e una stretta al sostegno alle banche
Nonostante i riflettori puntati sui due debutti da premier di Giorgia Meloni in Italia e di Rishi Sunak nel Regno Unito, lo sguardo più attento dei mercati resta fisso su Francoforte. Giovedì, sul tavolo del meeting Bce, dovrebbe passare un ricco menu di tre portate principali: un nuovo rialzo significativo dei tassi di interesse, quasi certamente di 75 punti base, un aggiornamento sulla tempistica del Quantitative tightening e una possibile stretta sulle banche attraverso una modifica alle condizioni dei rifinanziamenti Tltro.
“La Bce continuerà ad avere un atteggiamento da falco per mantenere la credibilità e riportare l’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%. Anche se gli annunci del Consiglio direttivo di ottobre non saranno una sorpresa, riteniamo che questa riunione possa spingere i differenziali di rendimento dei titoli sovrani dell’Unione economica e monetaria europea ad allargarsi”, mette in guardia François Rimeu, senior strategist di La Française Am.
I tassi
Quanto al costo del denaro, con i segnali di un’inflazione che resta ancorata a livelli record, è scontato per gli investitori che Christine Lagarde e colleghi confermino la volontà di procedere con la stretta monetaria nonostante le crescenti probabilità di recessione, riaffermando l’approccio meeting-by-meeting per calibrare i tassi.
“La Bce aumenterà i tassi di interesse di 75 punti base, portando il tasso di deposito all’1,50% – afferma Rimeu -. Il Consiglio direttivo ha ribadito che l’inflazione è troppo elevata e che i suoi rischi restano orientati al rialzo. Sono quindi previsti ulteriori rialzi dei tassi nonostante il rischio di recessione”.
Rialzi che, a detta di molti operatori, potrebbero leggermente rallentare poi a dicembre, per quando si prevede una stretta di 50 punti base. Su questa linea sono ad esempio Citi e Bank of America, a detta dei quali seguiranno poi altri aumenti da mezzo punto nel 2023 fino ad arrivare a un tasso finale di almeno il 2,5%
Il Quantitative tightening
Altro tema spinoso, che molti membri del board hanno iniziato a sollevare con continuità, è quello della riduzione del bilancio ormai arrivato a quota 5.100 miliardi di euro. I falchi dell’Eurotower sperano in un avvio nella prima parte del 2023, ma per la maggior parte degli investitori è difficile che si parta prima di giugno prossimo. Dal meeting di giovedì, dunque, non sono attesi annunci ufficiali, ma piuttosto indicazioni sulle tempistiche.
Per Rimeu, Lagarde comunicherà l’intenzione della Bce di avviare il Qt sul programma di acquisto di asset (App) quando il tasso di deposito si sposterà in territorio neutrale. “Prevediamo che nella riunione di dicembre la Bce annuncerà ufficialmente il suo piano di riduzione dei titoli App, che dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2023. Il Qt sarà un processo graduale e passivo, che non comporterà la vendita attiva di obbligazioni – spiega -. La Banca centrale europea deve proseguire i reinvestimenti nell’ambito del suo programma di acquisto di emergenza per le pandemie (Pepp) ‘almeno fino alla fine del 2024’ e applicare la flessibilità ai suoi reinvestimenti come prima linea di difesa contro il rischio di frammentazione dell’euro”.
I Tltro
Infine, terzo piatto indigesto, i Tltro con cui Francoforte da anni sostiene il settore bancario e il credito. “La banca centrale annuncerà modifiche alla remunerazione della liquidità in eccesso per incoraggiare le banche a rimborsare in anticipo i prestiti Tltro”, afferma Rimeu.
Anche per gli esperti di Bloomberg sono in arrivo modifiche ai prestiti, concessi finora a condizioni particolarmente favorevoli ma che, con il salire del tasso sui depositi, consentono un margine d’interesse semplicemente parcheggiando liquidità a Francoforte.
L’opzione più probabile sarebbe un cambio alle condizioni cui sono concessi i prestiti, su cui attualmente pagano un tasso pari alla media del tasso sui depositi nel periodo di vita del finanziamento. I Tltro, attualmente un attivo per la Bce pari a circa 2.100 miliardi di euro, erano arrivati negli anni a concedere denaro a tasso negativo (cioè remunerando le banche) a condizione dell’iniezione del credito al sistema economico. Un’altra scelta potrebbe essere quella del ‘reverse tiering’, rendendo meno remunerativa una quota dei depositi delle banche alla Bce. Più complesso, secondo Bloomberg, un cambio retroattivo sui prestiti Tltro in corso, che potrebbe portare a contenziosi legali.
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