La fondatrice di Ark Invest porta il patrimonio gestito nel Vecchio Continente oltre il miliardo grazie agli ETF attivi sull’intelligenza artificiale. Ma mentre festeggia lo storico traguardo, rimodella i portafogli: fuori ROKU e Tempus AI per far spazio ad Arcturus Therapeutics e Pony.ai
Cathie Wood, ceo di Ark Invest
Cathie Wood non smette di catalizzare l’attenzione dei mercati. Con la usa Ark Invest il supergestore USA hai infatti appena superato il miliardo di dollari di masse in Europa, raddoppiando il patrimonio in soli nove mesi grazie al successo degli ETF attivi ad alta convinzione focalizzati su intelligenza artificiale e innovazione tecnologica. Ma mentre festeggia lo storico record, la guru growth investing rimodella anche i portafogli: via ROKU e Tempus AI per far posto a biotech e veicoli autonomi. , segnali di un pragmatismo operativo che affianca le sue celebri scommesse visionarie.
Il risultato di Wood arriva dopo una corsa senza freni: il 2025 era iniziato con un patrimonio pari a 446 milioni di euro, che in nove mesi è però più che raddoppiato fino a superare la fatidica soglia del miliardo. Un percorso basato sulla capacità di cavalcare la crescente domanda da parte degli investitori europei di ETF attivi e ad alta convinzione, come dimostrano anche i dati relativi alla raccolta. La gamma classica della casa ha infatti attirato 589 milioni di dollari finora e oltre 395 milioni di afflussi netti da gennaio, con Ark Innovation ETF che è salito del 31,9% year-to-date e del 62,5% dal lancio europeo in aprile. A fianco della linea principale, è poi proseguito anche lo sviluppo di quella focalizzata su sostenibilità e impatto: Rize by Ark.
Dalla IA la maggior spinta
A spingere la creatura della guru americana verso numeri da record è stato soprattutto l’interesse generatosi negli ultimi mesi attorno al tema dell’intelligenza artificiale, con il consolidamento di aziende leader come OpenAI e l’ingresso di outsider in stile DeepSeek. “Questa tecnologia sta trasformando rapidamente i settori industriali e il nostro approccio disciplinato nell’identificare i leader del futuro ci pone in una posizione di forza per offrire valore a lungo termine”, ha commentato la stessa Wood, precisando che il traguardo appena tagliato “dimostra la forza di una ricerca approfondita e di investimenti basati su convinzioni solide”. “Sfondare il muro del miliardo”, le ha fatto eco l’head of Ark Invest Europe Stuart Forbes, “dimostra che gli allocatori europei desiderano un’esposizione all’innovazione basata sul metodo ma anche fornita con trasparenza e disciplina”.
Se il traguardo europeo testimonia la forza dell’impianto strategico, le mosse quotidiane di Ark raccontano il pragmatismo operativo di Wood e raccontano di un crescente interesse degli investitori tecnologici per settori come il pharma. L’ultima tornata di operazioni, risalente al 23 settembre 2025, ha infatti visto uscite decise da ROKU e Tempus AI: oltre 10 milioni di dollari venduti in pochi giorni. Sul fronte opposto, si è rafforzata l’esposizione ad attori emergenti: AACT (Ares Acquisition Corp II), Arcturus Therapeutics e la cinese Pony.ai sono entrate o cresciute in portafoglio, confermando l’interesse di Ark per biotech e mobilità autonoma.
Tra convinzione e aggiustamenti tattici
Le mosse raccontano la filosofia di Wood: scommettere sulla disruption mantenendo al contempo la flessibilità necessaria ad adattarsi a un mercato volatile. È un approccio che continua a polarizzare il mondo degli investitori: c’è chi la considera un’icona visionaria e chi la accusa di eccessiva esposizione a titoli volatili. Quel che è certo è che, tra record di raccolta in Europa e ribilanciamenti tattici negli Stati Uniti, Cathie Wood conferma ancora una volta la sua capacità di restare al centro del dibattito: una guru che divide, ma che nessuno può ignorare.
Dopo oltre sessant’anni di missive ai soci, il fondatore di Berkshire annuncia il suo ritiro operativo e affida la società al delfino Greg Abel: “Starò zitto”. Intanto accelera anche il piano filantropico per la distribuzione del suo patrimonio. In gioco un’eredità da 149 miliardi di dollari
Il portafoglio dell’Oracolo Omaha cambia volto: via parte delle quote in Apple, cash al record di 381 miliardi e dodici trimestri consecutivi di vendite nette. Per gli esperti, il crack del tech americano è vicino. Ma il guru lancia un messaggio chiaro ai mercati
Il ceo del maxi-gestore USA vede una corsa globale verso Bitcoin e metalli preziosi come rifugio contro l’indebitamento crescente degli Stati. Ma dietro al ‛debasement trade’ si nasconde un segnale di sfiducia verso le politiche fiscali e monetarie, con la volatilità che resta il principale rischio per i nuovi investitori
Per il ceo di Pershing Square, le politiche del tycoon hanno stimolato la crescita aziendale e sostenuto i mercati. Bene anche i dazi, ma resta il nodo Cina. E sulla Fed: “Politiche accomodanti giocano a favore”
Il cofondatore di Oaktree Capital respinge i paragoni con la stagione delle Dot-com: “Valutazioni alte, non folli”. Ma invita comunque alla prudenza. E avverte: “Il rischio è che l’entusiasmo evolva in mania collettiva”
L’indice che porta il nome del fondatore di Berkshire Hathaway vola oltre il 200%, segnalando un rischio di sopravvalutazione senza precedenti a Wall Street. Ma c’è chi contesta la previsione e rassicura. Intanto il ceo strige per l’acquisto di OxyChem da Occidental Petroleum: un affare da 10 miliardi
Il ‘re dei bond’ promuove il taglio di 25 punti base deciso dalla banca centrale USA. Ma avverte: un allentamento troppo aggressivo potrebbe rivelarsi controproducente. Intanto rilancia sull’oro: “Correrà oltre i 4mila dollari entro l’anno”
Il ceo di JP Morgan, intervistato dalla Cnbc, legge i segnali di indebolimento come un campanello d’allarme ma non un preludio al crollo. Profitti aziendali solidi e consumi resilienti bilanciano le incertezze del lavoro, mentre i tagli Fed in arrivo avranno impatto limitato
Il fondatore di Bridgewater Associates lancia l’allarme: l’intervento politico sull’economia e l’indebolimento delle istituzioni indipendenti ricordano gli anni ’30. Sullo sfondo, tensioni intorno alla Federal Reserve e una crescente fuga verso l’oro come bene rifugio
l fondatore di Bridgewater cambia tono sulla cripto: “Diversificatore contro una crisi del dollaro”. E suggerisce di mixarla all’oro per un’esposizione fino al 15% del portafoglio. Ma avverte: resta un asset volatile e inadatto a diventare moneta di riserva
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio