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La Bce scalda i motori per la nuova valuta elettronica dell’Eurozona, per garantire transazioni semplici, rapide e sicure a tutti i cittadini e alle imprese. Sul progetto è stata aperta una consultazione pubblica
Una moneta elettronica, non una opaca criptovaluta ma una vera moneta emessa da una banca centrale, accessibile a cittadini e imprese, concepita non per sostituire il contante ma per affiancarlo, con il fine di rendere le transazioni più rapide e sicure e promuovere l’innovazione nei pagamenti. È questo il progetto cui sta lavorando la Bce con l’euro digitale, annunciato formalmente il 2 ottobre con un report su ragioni, potenziali effetti e possibili funzionalità dell’introduzione di questa moneta virtuale, seguito dall’apertura di una consultazione pubblica aperta ai cittadini.
Cos’è l’euro digitale
L’euro digitale sarà una moneta elettronica, garantita dalla Bce, custodita in un wallet digitale, e utilizzabile per i pagamenti di tutti i giorni in alternativa a contante e carte di pagamento. Non sostituirà il denaro ma lo affiancherà: al momento di pagare si potrà scegliere se usare gli euro “veri” – sotto forma di banconote o con carte di credito o di debito – o l’euro digitale. E non sarà paragonabile a una criptovaluta, perché quest’ultima ha un prezzo volatile e non ha alcuna garanzia sottostante, mentre un euro digitale godrebbe della stessa fiducia riposta nel contante, perché, spiegano dalla Bce, “sarebbe anch’esso garantito da una banca centrale, diversamente dalle criptoattività (ad esempio le stablecoin)”.
Come funziona l’euro digitale
Per adesso la Bce sta ancora lavorando alla configurazione dell’euro digitale. Ma dato che lo scopo è di rendere i pagamenti più facili, veloci e sicuri, il suo funzionamento sarà semplice e immediato: il wallet in cui è custodito sarà collegato ad applicazioni con cui si potrà pagare in maniera analoga a quanto avviene con le applicazioni dello smartphone collegata al mobile banking o ai sistemi di pagamento digitale. Funzionerà allo stesso modo dell’euro fisico e potrà essere usata in tutte le transazioni, sia da parte dei cittadini sia da parte delle imprese.
A differenza di una criptovaluta, non sarà possibile perdere i propri euro digitali: anche nel caso in cui lo smartphone si perda o venga rubato, la Bce tiene traccia degli euro digitali dell’utente.
Perché un euro digitale
La Bce ha spiegato che un euro digitale renderebbe i pagamenti di tutti i giorni più rapidi, semplici e sicuri. Inoltre, la sua introduzione potrebbe sostenere la digitalizzazione dell’economia europea e incoraggiare attivamente l’innovazione nei pagamenti nelle transazioni compiute dai privati. La Bce e le banche centrali nazionali dell’Eurozona stanno studiando benefici e rischi, e l’apertura della consultazione mira anche a fare sì che la moneta venga introdotta con modalità che soddisfino le esigenze dei cittadini europei.
I benefici dell’euro digitale
Un euro digitale completerà la lista dei sistemi di pagamento digitali, fornendo un valore aggiunto sotto molti punti di vista: essendo garantito dalla Bce sarà utilizzabile ovunque e in qualunque condizione, come l’euro fisico. In più aumenterà la semplicità delle transazioni, perché la Bce promette che sarà configurato in modo facile da capire, e con un sistema di clearing rapido per garantire trasferimenti di denaro rapidi indecentemente dal tipo di tecnologia e di tecnicità che verranno impiegate. In più aumenterà la riservatezza nelle transazioni digitali, a differenza di quanto può avvenire con sistemi di pagamento gestiti da soggetti privati. E grazie alla tracciabilità servirà a contrastare il riciclaggio, il finanziamento delle attività terroristiche e l’evasione fiscale.
Quali scenari per un euro digitale
La task force dell’Eurosistema (composta dagli esperti della Bce e delle 19 banche centrali nazionali dell’Eurozona), ha identificato i possibili scenari nei quali sarebbe necessario emettere un euro digitale. Per esempio nel caso di un aumento della domanda di pagamenti elettronici nell’Eurozona, che richiederebbe l’adozione di un mezzo di pagamento digitale europeo privo di rischi; una brusca riduzione dell’uso del cash nell’area euro; l’introduzione di mezzi di pagamento privati di portata mondiale (come Libra e altre monete decentralizzate), che potrebbero presentare problemi regolatori e rischi di stabilità per il sistema finanziario e per la sicurezza dei consumatori; o, ancora, un’ampia diffusione di monete digitali emesse da banche centrali estere.
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