Luce verde dal Parlamento europeo al regolamento che prevede lo standard per un’etichetta volontaria per i green bond europei, il primo al mondo nella definizione di questo genere di strumenti. Il regolamento, adottato durante la sessione plenaria a Strasburgo con 418 voti a favore, 79 contrari e 72 astensioni, stabilisce norme uniformi per gli emittenti che desiderano utilizzare la denominazione “green bond europeo”, “obbligazione verde europea” o “EuGB” per la promozione dei loro titoli di debito. Lo standard è allineato con la Tassonomia, che definisce quali attività economiche l’UE considera ambientalmente sostenibili.
“Le imprese vogliono realizzare la transizione verde. E i green bond europei offrono loro lo strumento migliore per aiutarli a finanziare questa transizione”, ha dichiarato il rapporteur olandese Paul Tang, esponente del partito laburista dei Paesi Bassi e del gruppo dei socialisti (S&D) in Parlamento. I green bond, spiega Tang, “forniscono uno strumento trasparente e affidabile per guidare la strategia di transizione di un’impresa. Questo voto segna il punto di partenza per le imprese affinché possano iniziare ad emettere green bond in modo affidabile. Gli investitori desiderano investire nelle obbligazioni verdi europee e da oggi le imprese possono iniziare a svilupparle. In questo modo i green bond possono stimolare la transizione dell’Europa verso un’economia sostenibile”.
L’obiettivo alla base di questi standard è duplice. Da un lato, consentono agli investitori di indirizzare in modo più sicuro i propri fondi verso tecnologie e imprese più sostenibili. Dall’altro lato, offrono alla società che emette il bond una maggiore certezza che il proprio titolo sarà appetibile per gli investitori interessati a integrare obbligazioni verdi nel loro portafoglio. Questo dovrebbe stimolare l’interesse per questi strumenti finanziari e sostenere il percorso dell’UE verso la neutralità climatica.
In termini di trasparenza, tutte le aziende che scelgono di adottare questi standard e quindi anche l’etichetta EuGB quando promuovono un green bond, sono tenute a fornire una disclosure dettagliata su come i proventi del bond saranno utilizzati. Inoltre, devono mostrare come le emissioni di green bond contribuiranno ai piani di transizione dell’azienda nel suo complesso. Pertanto, questi standard richiedono alle aziende di impegnarsi in una transizione verde globale.
I requisiti di divulgazione, definiti nei cosiddetti “formati modello”, possono essere rispettati anche da emittenti che non sono ancora in grado di soddisfare tutte le rigorose norme dell’EuGB, ma che desiderano comunque manifestare il loro impegno ambientale.
Il regolamento istituisce un sistema di registrazione e un quadro di supervisione per i revisori esterni dei green bond europei, entità indipendenti responsabili di valutare il rispetto degli standard. Inoltre, stabilisce che eventuali conflitti di interesse effettivi o potenziali che i revisori esterni potrebbero affrontare debbano essere correttamente identificati, eliminati o gestiti e resi pubblici in modo trasparente.
Finché il quadro di tassonomia non sarà completamente operativo, gli emittenti di green bond europei dovranno assicurarsi che almeno l’85% dei fondi raccolti dal bond sia destinato a attività economiche conformi al Regolamento sulla Tassonomia Ue. Il restante 15% può essere allocato ad altre attività economiche a condizione che l’emittente rispetti i requisiti per spiegare chiaramente come verrà utilizzato tale investimento.
Il mercato delle obbligazioni verdi ha registrato una crescita esponenziale dal 2007, con l’emissione annuale di obbligazioni verdi che ha superato per la prima volta la soglia di mezzo trilione di dollari nel 2021, con un aumento del 75% rispetto al 2020. L’Europa è la regione con il maggiore tasso di emissione, pari al 51% del volume globale di obbligazioni verdi nel 2020. I green bond costituiscono circa il 3-3,5% delle emissioni totali.
Un altro tassello nella cornice sulla finanza sostenibile
Nel marzo del 2018, la Commissione europea ha presentato il suo Piano d’azione per il finanziamento della crescita sostenibile (Sustainable Action Plan), delineando una strategia completa che comprendeva lo sviluppo di un sistema di classificazione unificato per le attività economiche sostenibili (ottenuto con la Tassonomia, uno standard per i green bond europei, gli indicatori di riferimento per le strategie di investimento a basse emissioni di carbonio e le linee guida per migliorare la divulgazione aziendale delle informazioni legate al clima (da cui è stata costruita la Sfdr).
Attraverso l’introduzione di uno standard volontario finalizzato a migliorare l’efficacia, la trasparenza e la credibilità del mercato delle obbligazioni verdi, l’Ue mira a rimuovere qualsiasi ostacolo residuo che possa impedire agli emittenti di raccogliere fondi per investire in progetti e attività a impatto ambientale positivo.
Anche se la struttura del regolamento si basi su standard precedentemente adottati dal mercato (i Green bond principles dell’Icma e gli standard dei bond climatici della Cbi), in ogni caso rappresenta un caso unico anche per l’obiettivo di migliorare la trasparenza, l’integrità, la coerenza e la comparabilità, collegando i suoi requisiti a quelli di altre regolamentazioni e direttive europee relative alla finanza sotenibile (Tassonomia, Sfdr e Csrd).
Il regolamento che introduce lo Standard europeo per i green bond europei diventerà applicabile dopo l’approvazione del Consiglio dell’Unione europea. Successivamente, il testo sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la data di pubblicazione. L’entrata in vigore delle nuove disposizioni è prevista 12 mesi dopo la loro pubblicazione.
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