Banche italiane, le quattro sfide all’orizzonte secondo Bain
Secondo Bain & Company, gli istituti sono diventati più solidi. Ma tra fintech, innovazione tecnologica, Ai e Esg il settore è in profonda trasformazione
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L’aggiornamento delle previsioni di chiusura del bilancio 2021 vede un utile netto che potrebbe raggiungere i 600 milioni di euro. Le precedenti stime erano comprese fra 350 e 500 milioni. Per questo il management di Azimut ha voluto un evento per svelare i nuovi numeri attesi (in uscita a marzo le cifre definitive), ma anche per parlare del futuro della holding di consulenza e gestione.
“Nell’anno appena concluso spicca in particolare il segmento private markets, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. A dicembre 2021 ha raggiunto 4,6 miliardi di euro di Aum (rispetto a 2 miliardi di euro di fine 2020), grazie allo sviluppo di nuovi prodotti sia in Italia sia negli Usa”, spiega Gabriele Blei, amministratore delegato di Azimut Holding.
La vocazione internazionale rappresenta da tempo uno dei fondamentali driver di crescita della società, ma ad accelerare in modo ancora maggiore negli ultimi anni sono i servizi alle imprese. Azimut Libera Impresa Sgr ha dato vita dal 2018 a venti nuovi fondi di investimento tra venture capital, private equity, infrastructure e private debt, per una raccolta di circa 4 miliardi di euro, la metà in Italia.
Tutti questi elementi trovano un comune denominatore nella rivoluzione digitale che vede Azimut impegnata dichiaratamente per emergere nella capacità di sfruttare le potenzialità della connessione tra finanza e tecnologia.
L’attuale ragnatela fintech del gruppo Azimut conta diversi servizi, ai quali, in particolare le Pmi, possono avere accesso: il neofinancing, o neolending, per l’erogazione di prestiti garantiti tramite la tecnologia di Azimut Capital Tech (in partnership con Opyn); Azimut Direct, specializzata in minibond, direct lending, private e public equity; Azimut Enterprises, per un supporto consulenziale, di strutturazione e collocamento presso investitori istituzionali e privati qualificati. L’insieme di queste tecnologie finanziarie ha raggiunto nel 2021, si legge in una nota emessa dal gruppo, “una market share di oltre il 20% nel fintech lending in Italia”.
“Il fintech per noi è una leva strategica di crescita futura. Contando che abbiamo una realtà più importante del percepito”, afferma Paolo Martini, presidente di Azimut Market Place, che nei primi due mesi di attività ha raggiunto 1.000 clienti sulla piattaforma profilandosi come punto di accesso per le Pmi a una serie di servizi finanziari.
“Il mondo del fintech sta crescendo con tassi compresi fra il 20 e il 40% a seconda che si guardi a livello europeo, americano o asiatico” sottolinea Martini, che continua: “Le Pmi sono il nostro focus. In Italia ammontano a cinque milioni, che rappresentano il 70% del Pil, con una necessità di debito del 33%. Il nostro scopo è dare sostegno alle fintech Pmi con fatturati tra 250 mila euro fino a 250 milioni di euro”. La volontà del gruppo è chiara e Martini afferma: “Vogliamo diventare l’alternativa al canale bancario in Italia per supportare le Pmi in Italia, sia lato debito, sia equity che consulenza. Creare, insomma, un network che accompagni gli imprenditori”.
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L’ultimo segnale di questo impegno dell’interesse per i servizi all’economia reale arriva qualche giorno fa con la notizia del rafforzamento della partnership con Mamacrowd, la più grande piattaforma italiana di equity crowdfunding, con il 35% di quota di mercato, che permette di investire nelle startup e Pmi italiane.
L’investimento in tecnologia blockchain ha portato Azimut a creare Azim Token, “il primo Security Token al mondo nell’asset management che cartolarizza un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese italiane trasferibili grazie alla tecnologia blockchain” E proprio sulla tecnologia della blockchain si basa l’applicazione Beewise pensata per potenziali investitori appartenenti alle generazioni y e z. “La tecnologia della blockchain sulla quale è stata basata permetterà di accorciare i tempi di erogazione dei servizi finanziari da tre giorni fino a un giorno” afferma Giorgio Medda, co-ceo e global head of Asset Management di Azimut Capital.
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