La capitalizzazione di mercato complessiva dell’Internet of Things è di circa 4,8 trilioni di euro. Un tema trasversale su cui i fondi hanno investito oltre 6 miliardi in Europa. Ecco cosa dicono gli esperti
L’ultimo megatrend che affrontiamo nella nostra rassegna per la rubrica “Conoscere a fondo” è quello della connettività intelligente e delle smart city. Un tema trasversale su cui i fondi hanno investito oltre 6 miliardi in Europa come risulta dal report di Morningstar dedicato all’universo dei fondi tematici (dati al 31 dicembre 2021).
Connesse e digitali: investire nelle città del futuro
Secondo il rapporto 2020-2021 dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, il mercato dell’Iot (Internet of Things) in Italia ha subito il contraccolpo dell’emergenza da Covid-19 “segnando una flessione del 3%” nel 2020, rispetto a una crescita rapida segnalata nel 2019 (+24%), e nel 2018 (+35%).
Ivo Weinoehrl, senior investment manager di Pictet Asset Management
Mentre a livello globale, secondo Ivo Weinoehrl, senior investment manager di Pictet Asset Management, gestore del fondo Pictet – Smart City, “la capitalizzazione di mercato complessiva è di circa 4,8 trilioni di euro”.
L’ecosistema della connettività, dalle implementazioni urbanistiche fino alle possibilità logistiche, diventa sempre più un’opportunità di investimento. Particolarmente interessante è l’ambito degli edifici sostenibili. “A partire da materiali da costruzione che minimizzano l’impatto ambientale, all’isolamento termico e impianti di riscaldamento/condizionamento che permettono efficienza energetica, fino alla gestione digitale degli edifici” afferma Weinhoerl. Che aggiunge: “L’insieme di normative sempre più stringenti e incentivi fiscali – come il “Superbonus” in Italia finanziato con fondi europei – offrono solida visibilità sulla crescita futura”.
Nel cappello dell’IoT market rientrano alcuni segmenti che continuano ad attrarre investitori (smart city/connectivity), e altri che si attestano come nuove e interessanti possibilità di investimento. “Durante la pandemia sicuramente è emerso con forza quello della logistica” afferma Weinlhoerl, “con applicazioni che vanno da innovazioni nella gestione del magazzino alla crescente penetrazione dell’e-commerce”. In generale, “le aziende incluse nell’universo investibile degli edifici intelligenti hanno avuto un fatturato di circa 450 miliardi di euro nell’ultimo anno fiscale. Quelle direttamente esposte alla connettività circa 115 miliardi di euro. Infine, i gestori di immobili per la logistica inclusi, circa 8 miliardi di euro. Per tutte e tre le categorie sono previsti alti tassi di crescita nei prossimi anni”.
A livello geografico l’esposizione continua a essere maggiore negli Stati Uniti d’America. “Per varie ragioni” spiega Weinoehrl, “tra cui il fatto che un alto tasso di innovazione tecnologica unita a una robusta domanda nell’ultimo decennio ha ulteriormente favorito questo trend”. L’Europa invece si configura come seconda area geografica d’interesse, a cui si guarda principalmente per l’attenzione ambientale e ciò “favorisce la crescita di molte aree d’interesse per il tema”. Infine, gli emergenti rimangono minoritari. Tuttavia, “grazie a tassi di urbanizzazione in costante aumento si evince che il bisogno di città che siano efficienti, salubri e sostenibili è destinato a crescere”.
Sostenibilità digitale
Ben Forster, portfolio manager, Global Real Asset Securities di Schroders
In direzione del compimento della transizione energetica, così presente come tematica in Europa, le infrastrutture svolgeranno un ruolo sempre più essenziale. “I data center di Switch rappresentano un esempio in tal senso, dato che garantiscono l’efficienza gestendo alcuni dei principali campus di centri elaborazione dati a livello mondiale, con l’obiettivo di fornire 1 gigawatt di energia rinnovabile alle aziende locali in Nevada, e hanno registrato oltre 750 brevetti in riferimento alla riduzione dell’inefficienza nell’uso di energia e di acqua” racconta Ben Forster, portfolio manager, Global Real Asset Securities di Schroders e gestore del fondo Schroder International Selection Fund Digital Infrastructure.
“Secondo Structure Research” spiega Forster, “i ricavi annuali dei data center globali dovrebbero aumentare del 70%, arrivando a superare i 104 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, evidenziando l’importanza di una crescita a basse emissioni di carbonio”.
Internet continuerà a essere protagonista delle scelte di investimento dei risparmiatori, ma anche della quotidianità di imprese e cittadini, e non a caso è stato ribattezzato la quarta utility. “I ricercatori della Banca Mondiale hanno stimato che un aumento del 10% della penetrazione della banda larga può contribuire a una crescita dell’1,3% del PIL pro capite” afferma Forster.
Nell’ampia gamma di asset nel mercato della connettività e delle smart city, i settori chiave delle infrastrutture digitali, quindi, rimangono le opportunità più interessanti. “Come, ad esempio, la crescita del computing delle aziende in outsourcing (attraverso data center di terze parti), la connettività wireless al 5G (attraverso le torri) e la crescita esponenziale della creazione di contenuti, per esempio nello streaming e nei videogiochi online (attraverso la fibra)” spiega Forster, che conclude: “Sebbene questi trend siano globali, i mercati emergenti su ampia scala presentano alcune delle opportunità di crescita più rapida”.
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“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.
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