Guerra dei dazi, peggio della crisi del 2008
Con un aumento del 10% di tutte le tariffe mondiali la crescita globale si ridurrebbe dell'1%, quella degli Stati Uniti del 2 e il commercio globale del 2,5 per cento
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Ci sarà un rallentamento della crescita, ma nessuna recessione è alle porte. È in estrema sintesi la previsione di Stefan Kreuzkamp, Cio di Dws, la divisione investimenti di Deutsche bank. Durante la presentazione del Capital market outlook dei prossimi dodici mesi, Kreuzkamp ha previsto “una crescita del 3,6% per l’economia globale, 1,6 per l’Eurozona e del 2,4% per gli Stati Uniti. L’economia cinese invece dovrebbe crescere del 6%”.
Di conseguenza non è detto che il ciclo attuale, che si protrae da dieci anni, finisca. Tuttavia, ci sono una serie di rischi per il mercato. Secondo Kreuzkamp questi includono “l’incertezza in corso sulla Brexit e la politica fiscale del governo italiano. Ma la principale preoccupazione riguarda “la guerra commerciale tra Usa e Cina. In questa fase – spiega il Cio di Dws – i mercati rappresentano semplicemente lo specchio di questo confronto”.
Per quanto riguarda la politica monetaria delle banche centrali, Kreuzkamp pensa che “la Fed aumenterà di nuovo i tassi a dicembre e per tre volte il prossimo anno. Nel 2019 è probabile che la Banca centrale europea aumenti il tasso di deposito solo una volta, mentre le operazioni di rifinanziamento principali difficilmente vedranno un aumento fino al 2020”.
Il Cio spiega che “la correlazione tra le singole asset class sarà probabilmente inferiore nel prossimo anno. Quindi – le correlazioni estreme dovrebbero essere un ricordo del passato e di conseguenza i portafogli diversificati dovrebbero beneficiarne”.
Per quanto riguarda la volatilità dei mercati, Klaus Kaldemorgen, senior strategist Multi Asset e manager di Dws Concept kaldemorgen, prevede “un aumento per il prossimo anno. Per l’S & P 500 l’intensità delle fluttuazioni dovrebbe aumentare almeno fino al 15%. Di conseguenza – sottolinea l’economista – l’oro è un importante diversificatore di un fondo multi-asset. Questo perché non solo è adatto alla copertura contro le crisi, essendo un bene rifugio, ma per gli investitori in euro la volatilità è molto inferiore a quella degli investitori in dollari”.
Inoltre, a seguito delle incertezze geopolitiche, per il prossimo anno, Kaldemorgen suggerisce “una quota inferiore di azioni per i portafogli multi-asset. Detto questo, il punto non è dipingere l’esposizione azionaria come uno scenario binario: dentro o fuori. La vera sfida è capire il dosaggio corretto”.