“Pir e fondi alternativi per far ripartire l’Italia nella Fase 3”
Nella prima conferenza online di Assogestioni, il punto su Pir tradizionali e alternativi con i protagonisti della catena del valore del gestito
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Il risparmio degli italiani è immune agli shock e lo ha dimostrato anche di fronte allo tsunami Covid-19. L’ennesima conferma arriva dal presidente della Consob, Paolo Savona, che nel suo discorso annuale alla comunità finanziaria, ha sottolineato come proprio la ricchezza delle famiglie, se connessa all’economia reale, può essere il presupposto per il rilancio del Paese fiaccato dalla crisi. A patto che venga adeguatamente tutelata, per evitare che ‘fugga’ all’estero, anche attraverso “un nuovo assetto istituzionale che prenda in considerazione e sciolga la dipendenza tra le diverse politiche e i comportamenti dei mercati, finalizzandoli alla crescita del reddito e dell’occupazione, che resta la più efficace forma di protezione del risparmio”. E a questo proposito Savona ha lanciato anche una proposta: l’emissione di titoli pubblici ‘di guerra’, cioè senza scadenza e con una cedola fissa esentasse.
Stando ai dati citati da Savona, a fine 2019 le famiglie italiane disponevano di una ricchezza immobiliare, monetaria e finanziaria, al netto dell’indebitamento, pari a 8,1 volte il loro reddito disponibile, di cui il 3,7 volte in forma di attività finanziarie, per un ammontare di 4.445 miliardi di euro. “L’Italia – ha spiegato – non rappresenta un problema finanziario per il resto dell’Europa e del mondo, ma una risorsa di risparmio a cui l’estero attinge in diverse forme per la sua crescita”.
“Gli italiani sono tutt’altro che cicale – ha aggiunto -, come una distorta pubblicistica tende a sostenere, mentre sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere, anche quelle di paesi che hanno un ben differente rilievo economico, come il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Belgio, la Francia e la gran parte dei paesi sudamericani. Ciò è valido guardando sia alle consistenze, sia ai flussi annuali di risparmio dei Paesi citati”.
Risparmio che, in piena bufera dia Covid ha mostrato notevole resilienza, “ricomponendo gli investimenti a favore della moneta” in linea con le ben note reazioni degli investitori alle incertezze. “Le manifestazioni più gravi – ha sottolineato l’ex ministro – si sono avute nelle borse valori, che sono state fronteggiate da efficaci politiche di sostegno monetario e fiscale; tuttavia, tali interventi hanno ulteriormente accresciuto la dipendenza dei mercati finanziari dalla politica monetaria, allentando le relazioni tra i prezzi che in essi si formano e gli andamenti reali. La perdita di valore delle azioni quotate nella borsa italiana è stata in linea con quella registrata dalle borse estere, anzi è stata leggermente inferiore a quella delle borse europee; la tendenza è verso il recupero delle quotazioni vigenti prima dello scoppio della crisi sanitaria. Anche i Fondi comuni di investimento italiani hanno reagito molto meglio di quelli del resto del mondo, dove sono stati registrati casi di mancato rimborso dei riscatti delle quote”.
Ma la protezione del risparmio resta ancora tema centrale. Per il numero uno dell’Authority è infatti urgente che la nostra politica avvii ufficialmente un esame della situazione esistente in materia. “La situazione è tale da richiedere di definire in tempi stretti una nuova architettura istituzionale per il buon funzionamento dei mercati monetari e finanziari e l’esercizio dei controlli pubblici indispensabili nel nuovo contesto operativo globale – ha affermato – . Nell’occasione, l’accesso del risparmio popolare andrebbe allargato al ‘grande complesso produttivo’ rappresentato dalle pmi. Questa iniziativa è sollecitata anche dall’abnorme espansione della piramide finanziaria, destinata ad ampliarsi e a divenire ancora più complessa da gestire, per il diffondersi incalzante delle innovazioni tecnologiche a livello globale”.
E Savona propone di costituire una “Consulta pubblica, composta da studiosi e operatori dotati di conoscenze teoriche e professionali elevate, a cui affidare il compito di definire entro l’anno un documento operativo per dare vita a una nuova architettura istituzionale meglio capace di proteggere il risparmio e incanalarlo verso l’attività produttiva, cominciando dalle esportazioni”.
Insomma, ciò che bisogna fare subito è, per l’ex ministro, proteggere tutte le forme di risparmio indirizzandole al sostegno dell’attività reale. “In occasione dell’incontro con il mercato del 14 giugno 2019 le esportazioni e il risparmio privato sono stati indicati come i punti di forza dell’economia e della società italiana – ha ricordato -. Ne consegue che la nuova architettura istituzionale va studiata in funzione del rafforzamento di queste due nostre forze, inquadrate nel nuovo contesto tecnologico e geopolitico illustrato”.
E le pmi, soprattutto esportatrici, per Savona potrebbero essere l’oggetto di un esperimento di stimolo del capitale di rischio con funzioni alternative all’indebitamento. “Iniziativa sarebbe meglio finalizzata se si accompagnasse a un progetto di sostegno della loro attività di ricerca e sviluppo, per incorporare le innovazioni tecnologiche nei processi e nei prodotti”, ha aggiunto.
Uno degli strumenti da utilizzare in questo senso sono per Savona le obbligazioni pubbliche irredimibili, anche detti ‘consols’, strumento tipico delle fasi belliche, alle quali la crisi da Covid-10 è spesso paragonata. “Esse potrebbero riconoscere un tasso dell’interesse, esonerato fiscalmente, pari al massimo dell’inflazione del 2% che la Bce si è impegnata a non superare nel medio termine”, ha spiegato il presidente Consob.
Bond la cui sottoscrizione sarebbe ovviamente volontaria e la cui offerta quantitativamente aperta. “In altri Paesi le emissioni di consols sono state seriamente discusse e forme simili attuate, ma nessun esperimento pratico di questo tipo è stato tentato – ha puntualizzato -. Se i cittadini italiani non sottoscrivessero questi titoli, concorrerebbero a determinare decisioni che, ignorando gli effetti di lungo periodo di un maggiore indebitamento pubblico, creerebbero le condizioni per una maggiore imposizione fiscale. Emettere titoli irredimibili sarebbe quindi una scelta dai contenuti democratici più significativi perché, se sottoscritti, limiterebbero i rischi per il futuro del Paese e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future, quelle già in formazione e quelle che verranno”.
Altra via per agevolare la formazione di capitale di rischio nelle imprese, al posto dell’indebitamento, è quella di favorire l’azionariato popolare, in particolare nelle medie imprese, prestando la propria garanzia. “La soluzione di far beneficiare il capitale di rischio della garanzia statale – ha chiarito il presidente Consob – eviterebbe un ritorno non meditato dello Stato nelle imprese e consentirebbe ai piccoli risparmiatori di godere di garanzie capaci di azzerare il rischio delle proprie scelte per un periodo predeterminato. Lo Stato spenderebbe certamente meno di quanto non faccia erogando sussidi a fondo perduto, compresi quelli destinati a imprese che non hanno possibilità di sopravvivenza; responsabilizzerebbe inoltre gli imprenditori a ben usare il risparmio ottenuto, limitando l’azzardo morale”.
D’accordo sulla necessità di spingere la ricchezza italiana verso il cuore produttivo del Paese, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in un messaggio inviato a Savona sottolinea come “il ruolo del mercato è centrale nel processo di ripresa del Paese”.
“Ora occorre affrontare la nuova fase, favorendo il rafforzamento patrimoniale delle imprese, la loro crescita dimensionale, per sostenere la competitività e la capacità di investire e innovare nel nuovo contesto. La stessa Borsa di Milano – ha aggiunto Mattarella – può svolgere un ruolo significativo nella ripartenza”, ha aggiunto Mattarella, secondo cui la Consob potrà dare il suo contributo “agevolando l’accesso delle imprese, in particolare delle pmi, al mercato dei capitali”.