Il lavoro del Mef con gli operatori per potenziare il mercato dei fondi alternativi. Parla Cappiello
L'incentivo fiscale combinato a una maggiore accessibilità può far prendere il largo al mercato dei Fia riservati
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Fra le numerose priorità di Borsa Italiana nel 2021 c’è senza dubbio quella di rivitalizzare il Miv –il mercato per i veicoli d’investimento quotati –, uno dei quattro listini regolamentati organizzati e gestiti dalla società di Piazza Affari.
Borsa Italiana punta sull’ampliamento del perimetro del Miv secondo una logica di “identificazione di nuove opzioni a supporto della crescita del mercato vista la naturale capacità dei Fondi d’investimento alternativi (Fia), in particolare quelli chiusi, di veicolare le risorse di investitori domestici e internazionali verso il finanziamento delle principali asset class della nostra economia reale”, spiega Patrizia Celia, Head of Large Caps, Investment Vehicles and Market Intelligence Borsa Italiana, nel corso dell’evento online Alternative Investment Funds Days, una due giorni (15-16 dicembre) organizzata dalla società-mercato in collaborazione con Assogestioni per ragionare sul futuro degli investimenti alternativi.
Fra le iniziative prese per muovere i primi passi in questa direzione e ampliare la rosa dei veicoli d’investimento chiusi quotati sul Miv (oggi se ne contano 15, di cui uno sul segmento professionale), è stata introdotta una misura che stabilisce che il prezzo indicativo per la negoziazione dei Fia corrisponda al Nav del fondo. Ciò al fine di rendere meno volatili tali strumenti. Inoltre Borsa Italiana ha introdotto delle bande di oscillazione omogenee per strategia d’investimento entro le quali i prezzi di mercato possono oscillare.
Ad esempio, cita Celia, per un fondo di private equity consentiamo la validazione automatica dei prezzi teorici quando i prezzi portano a uno sconto teorico massimo o ad un premio teorico massimo del 15%.
“Questa modalità di negoziazione rappresenta un unicum nel panorama internazionale”, spiega Celia, aggiungendo che “Borsa Italiana è stata la prima borsa a introdurre questa modalità di negoziazione per i Fia, grazie al dialogo costante con l’industria e con le autorità”.
Sulle opportunità di ampliamento del perimetro del mercato Miv si sono confrontate con Borsa Italiana anche Banca d’Italia e Consob, titolari, rispettivamente, degli iter di autorizzazione dei Gefia (gestori di fondi alternativi, ndr), alla commercializzazione e del prospetto informativo dei prodotti alternativi chiusi.
Secondo Giovanna Frati, Divisione Intermediari – Ufficio Vigilanza Sgr e Oicr di Consob, “le modifiche introdotte da Borsa Italiana sul Miv potrebbero contribuire a gestire il rischio di disallineamento tra prezzo di mercato e Nav”.
L’esigenza di potenziare il mercato Miv è imprescindibile. Ad oggi, infatti, esistono 15 strumenti in negoziazione su questo mercato, di cui uno sul segmento professionale che beneficia della nuova modalità di negoziazione ancorata al Nav. Si tratta dal veicolo d’investimento NB Aurora Sicaf (ne abbiamo parlato nel numero di aprile-maggio 2020 di FocusRisparmio Magazine, clicca qui per sfogliarlo), ma l’esperienza di questo Fia è positiva. “Abbiamo avuto modo di osservare questo strumento nella fase di alta volatilità dei mercati, in particolare nel primo trimestre di questo anno in occasione dello shock portato dalla pandemia da Covid19, e abbiamo visto che quelle che erano le aspettative sulla modalità di negoziazione sono state effettivamente confermate anche in una fase così delicata”, osserva Celia di Borsa Italiana.
Secondo l’evidenza empirica a disposizione della società-mercato, fra gennaio e marzo la performance di NB Aurora è stata del -11,9% a fronte del -29% del FTSE Small Caps e del -15,5% del FTSE Aim Italia. Anche l’indicatore di volatilità ha mostrato valori più contenuti rispetto agli indici di riferimento.
Da Piazza Affari precisano che al di fuori delle bande di oscillazione è possibile comunque validare i contratti consentendo a un investitore che ha impellente esigenza di liquidare il suo investimento di poter vendere anche ad un prezzo che comporta uno sconto superiore. Tuttavia, dal giorno successivo il prezzo indicativo per l’asta di apertura ritorna a essere il Nav.
“In questo modo cerchiamo di agevolare la convergenza dei prezzi di mercato rispetto al Nav aumentandone così la correlazione e cercando di contenere gli sconti all’interno di queste bande di oscillazione predefinite per strategie di investimento riducendo al contempo la volatilità degli strumenti”, chiosa Celia.
Ursula Ciaravolo, Titolare Divisione Costituzione Banche e altri intermediari di Banca d’Italia, porta all’attenzione alcuni numeri afferenti all’industria degli alternativi: fra settembre 2015 e settembre 2020 sono state rilasciate 82 autorizzazioni ad operatori del comparto gestito; di questi, 75 sono rappresentati da gestori di fondi alternativi, sia sottoforma di Sgr tradizionali sia del veicolo innovativo della Sicaf.
“Se guardiamo gli ambiti di investimento abbiamo potuto intercettare tre trend”, osserva Ciaravolo. “Il primo è rappresentato dalla prevalenza degli operatori di venture capital e private equity. Il secondo è il gradimento verso lo strumento delle Sicaf da parte degli operatori specializzati nel settore immobiliare mentre la terza tendenza è rappresentato dagli investimenti nei fondi di credito”, spiega la manager di Via Nazionale che poi puntualizza: “Se spostiamo l’attenzione dalle autorizzazioni e quindi dalle iniziative sui prodotti alle masse gestite le percentuali evidenziano un trend decrescente”.
“Se consideriamo l’incidenza dei sotto-soglia rispetto agli attivi in gestione al 31 dicembre 2019 si attesta sul 5%, parliamo di 4,8 miliardi su 96 miliardi. Questi numeri non vanno letti con un’accezione negativa ma confermano sostanzialmente la rilevante potenzialità di questo strumento come supporto al finanziamento dell’economia reale. E va letto in termini di complementarità rispetto agli operatori di grande dimensione. Si tratta di una diversificazione delle fonti di finanziamento, di un supporto in più che viene offerto alle piccole e medie imprese attraverso strumenti che presentano sicuramente un elevato grado di specializzazione ma anche di flessibilità”, conclude Ciaravolo.
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