Tori a Piazza Affari: i migliori fondi Azionario Italia a tre anni
31 maggio 2018
di EUGENIO MONTESANO
5 min
I mercati scommettono sulla conclusione della crisi italiana. Dopo il profondo rosso di inizio settimana ieri Milano ha guadagnato poco più del 2%. Scende anche lo spread, che si ferma a 247. È andata bene l’asta del Tesoro sui Bot, mentre l’Ocse prevede un rallentamento della nostra economia e rivede le stime di crescita per il 2019.
43 punti: sono quelli che separano la chiusura dello spread di ieri, che si è fermato a quota 247 facendo rifiatare gli investitori. Ieri il Tesoro aveva in calendario diverse aste consistenti per Btp a 5 e 10 anni del valore di due miliardi: tutti venduti con richieste superiori all’offerta, ma i primi effetti dell’aumento dei rendimenti dei bond italiani non si sono fatti attendere: il tasso di interesse sul breve era più che raddoppiato rispetto all’ultima asta di aprile.
È andata bene anche la Borsa che ha chiuso a +2,09% e che, forse, avrebbe potuto fare anche meglio se non fosse giunto il giudizio negativo di Merrill Lynch sugli istituti di credito italiani. Nel frattempo da Parigi arrivava una revisione delle stime di crescita da parte dell’Ocse per il nostro paese: arriveremo all’1,4% di Pil a fine 2018 ma ci fermeremo all’1,1% nel 2019. Soprattutto a causa di un rallentamento degli investimenti che comunque, aggiungono, resteranno robusti.
Ma il vero campanello d’allarme riguarda la nostra posizione in Europa, dove il rischio di un’Italexit unita alle incertezze della Brexit metterebbe a serio rischio la tenuta dell’area euro. Secondo Ángel Gurría, segretario generale dell’Ocse, l’Italia resterà nell’euro – opinione condivisa anche dai gestori italiani e internazionali.
Nel seguire gli sviluppi della crisi politica e della volatilità dei mercati, facciamo il punto della situazione sui fondi azionari italiani passando in rassegna il posizionamento del portafoglio dei tre migliori comparti Azionario Italia per total return a tre anni (dati aggiornati al 30 maggio 2018, ndr), compresi nella relativa categoria del database Morningstar, liberamente consultabile online attraverso il Fund Screener. Com’era prevedibile, i Pir la fanno da padrone con rendimenti a doppia cifra.
I migliori fondi Azionario Italia per rendimento a tre anni
Fonte: Morningstar
Metodologia: I dati sulla composizione del portafoglio sono estrapolati dagli ultimi factsheet dei fondi disponibili (aggiornati al 30 marzo 2018 salvo diversamente specificato). Le performance da inizio anno sono espresse in euro e relative al periodo indicato. I rendimenti del fondo sono calcolati Nav su Nav, con dividendi reinvestiti. I fondi non domiciliati in Italia sono al lordo dell’imposta sul capital gain.
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3. Eurizon Azioni PMI Italia R (ISIN: IT0001470183)
Rendimento a tre anni (30/5/2015 – 30/5/2018): 6,58%
Gestore: Francesco De Astis
Francesco De Astis
Il fondo conta un patrimonio di 453 milioni di euro e un lungo track record, avendo iniziato l’operatività nel luglio 2000. Investe principalmente in strumenti finanziari emessi da società italiane a media capitalizzazione e di tutti i settori economici. La filosofia di gestione contempla uno stile impostato su un approccio di tipo bottom-up, che seleziona le aziende sulla base della valutazione fondamentale e sulle prospettive di crescita degli utili. Accanto all’analisi bottom-up, assume particolare rilevanza anche l’analisi top-down che, attraverso l’esame del contesto macroeconomico, permette di scegliere i settori.
Il principale strumento finanziario in portafoglio è un Etf pir-compliant, il Lyxor FTSE Italia Mid Cap PIR che pesa per il 4,47%. Seguono Hera (4,38%), Interpump (Beni Industriali, 4,29%), Cerved (Tecnologia, 3,65%) e Banca Mediolanum (3,24%).
A livello settoriale il gestore predilige i titoli industriali (25,8% vs 22,5% del benchmark FTSE Italia Mid Cap). Lieve sottopeso per il secondo settore del fondo per esposizione, quello finanziario (22,8% vs 23,9% dell’indice). Terzi i beni di consumo, sostanzialmente pari al paniere di titoli di riferimento (15.9% vs 15,1%).
2. Symphonia Azionario Small Cap Italia (ISIN: IT0004464233)
Rendimento a tre anni (30/5/2015 – 30/5/2018): 10,26%
Gestori: Guido Crivellaro e Samantha Melchiorri
Il fondo, già Synergia Azionario Small Cap Italia, è stato costituito nel 2009 all’interno della famiglia Synergia ed è entrato a far parte della famiglia Symphonia SGR, società controllata da Banca Intermobiliare, nel gennaio 2015. La classe pir (ISIN: IT0005246373) è stata introdotta ad aprile 2017.
Il fondo possiede come benchmark l’indice FTSE Italia Star e si focalizza sull’investimento in titoli azionari italiani, in particolare sul segmento dei titoli azionari small cap italiani, con un’attenzione particolare ai titoli dell’indice FTSE Italia Star. Può inoltre investire fino al 10% delle proprie attività in OICR compatibili con la politica di investimento.
L’esposizione finanziaria del fondo è così ripartita: azionario 82,95%; obbligazionario 8,71%; liquidità 8,34%. Le principali partecipazioni sono in Interpump (8,31%), nella società svizzera BB Biotech (8,03%), Amplifon (6,73%), IMA-industria macchine automatiche (5,04%) e Reply (Tecnologia, 4,17%).
1. Arca Economia Reale Equity Italia P (ISIN: IT0005094187)
Rendimento a tre anni (30/5/2015 – 30/5/2018): 11,56%
Gestori: Settimio Stigliano e Elia Kuhnreich
Settimio Stigliano
Il fondo ha un patrimonio complessivo di 224,3 milioni di euro ed è disponibile anche in classe pir (ISIN: IT0005246993). I gestori puntano sull’investimento “nelle società che rappresentano la struttura portante del tessuto produttivo italiano, le PMI, più dinamiche e reattive rispetto alle grandi aziende, leader nei rispettivi mercati e spesso votate all’esportazione”.
Società, spiegano, su cui puntare “soprattutto in uno scenario, come l’attuale, di tassi a zero, elevata volatilità e bassa crescita. Il FTSE MIB e agli indici delle large caps sono storicamente più esposti ai settori finanziari, petrolifero e utilities, mentre gli indici STAR e AIM che rappresentano le piccole e medie imprese offrono un’esposizione settoriale più bilanciata con un peso importante della componente industriale, tipico settore di eccellenza delle small cap italiane”.
Elia Kuhnreich
La distribuzione settoriale mostra una prevalenza del settore dei beni industriali (28,2% vs 32,1% dei benchmark FTSE Italia Star Total Return e FTSE AIM Italia Total Return). Seguono tecnologia e salute, entrambi al 16,4%. Sottopeso nei finanziari, quarto settore del fondo per esposizione (12,7% vs 14,5%). Le prime cinque partecipazioni sono Interpump (8%), Amplifon (6,5%) IMA – Industria Macchine Automatiche (5,3%), BB Biotech (5,3%) e Reply (4,3%).
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