Rebus liquidità, gestori occhio allo stress (test)
Per Anzaldi (Assogestioni) è fondamentale che le Sgr abbiano strutture di governance e risk management efficienti per l’analisi e il monitoraggio dei rischi di liquidità
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La sospensione dei rimborsi di otto fondi francesi gestiti da H2O Asset Management, avvenuta il 28 agosto 2020 su disposizione dell’Autorite des Marches Financiers (AMF) al fine di tutelare gli interessi degli investitori, pone in rilievo che la carenza di liquidità rimane un potenziale rischio per gli investitori in fondi di investimento, in particolare laddove i fondi investano in strumenti meno liquidi.
La sospensione dei fondi, con un patrimonio gestito combinato di 10,1 miliardi, aumenta il valore totale dei fondi comuni di investimento europei che hanno sospeso i rimborsi nel 2020 che, secondo i dati forniti dall’agenzia Fitch, ammonta a circa 54 miliardi di euro per un numero totale di fondi pari a 117, il volume annuale più alto degli ultimi 10 anni.
Nonostante che il totale dei fondi interessati a provvedimenti di sospensione dei rimborsi rappresenti solo un importo quantitativamente trascurabile (0,11% delle attività totali del settore dei fondi), nondimeno si tratta di un segnale che deve essere attentamente osservato e monitorato a causa del potenziale rischio reputazionale a danno di tutto il settore dell’asset management.
Da un lato, infatti, l’utilizzo di tecniche di gestione del rischio di liquidità dei fondi sempre più sofisticate ha consentito alla maggioranza dei fondi comuni di investimento di mantenere un’ordinata operatività anche durante lo stress del mercato causato dalla pandemia del marzo 2020.
Dall’altro, i disallineamenti di liquidità possono però rivelarsi più critici nelle strategie di investimento in attività meno liquide che le autorità di regolamentazione hanno identificato nei fondi immobiliari, obbligazionari ad alto rendimento e di debito dei mercati emergenti.
In futuri periodi di stress del mercato, è probabile un’ulteriore applicazione di strumenti straordinari di gestione della liquidità (gates, anti-diluition levies, swing pricing, redemption in kind, side pockets ecc.), in particolare per le tipologie di fondi che presentano maggiori disallineamenti di liquidità.
Il 6 maggio scorso il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (Cesr) ha emesso una raccomandazione rivolta all’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) richiedendo di coordinarsi con le autorità nazionali competenti per svolgere un esercizio di vigilanza mirato riguardo ai fondi di investimento che hanno esposizioni significative al debito delle imprese e alle attività immobiliari per valutare la preparazione a potenziali shock negativi futuri, compresa l’eventuale ripresa di significativi rimborsi e/o un aumento dell’incertezza nelle valutazioni degli asset e di riferire in merito alle analisi e alle conclusioni raggiunte.
L’Esma già dal settembre 2019 aveva emanato un documento che contiene le linee guida per gli stress test di liquidità degli Oicvm e dei Fia. Le linee guida dell’Esma, dopo essere state tradotte nelle lingue nazionali nel mese di marzo, troveranno la loro applicazione dal prossimo 30 settembre.
Le linee guida dell’Esma contengono indicazioni approfondite ai fini dell’impostazione e della realizzazione degli stress test: la governance del processo, la frequenza delle prove di stress, la tipologia e la severità degli scenari di mercato da prendere in considerazione, l’applicazione degli strumenti addizionali di gestione della liquidità (ex post a-LMT) e l’utilizzo di tecniche di Reverse Stress Testing.
Esma raccomanda di individuare metodologie diversificate per ognuno dei fondi gestiti, con particolare riferimento alle strategie di investimento meno liquide e di attuare una metodologia che comporti la valutazione integrata dei rischi di liquidità dal lato dell’attivo (liquidità degli asset) e del passivo (rimborsi della clientela, margin call).
I gestori dovrebbero infine dotarsi, per ogni fondo, di indicatori di rischio e di allerta che consentano loro di agire in condizioni di emergenza con un processo preordinato di liquidazione degli asset secondo tempistiche (time to liquidity) e costi pianificati.
La Banca d’Italia, nell’ambito dell’azione di supervisione comune (Csa) sulla gestione del rischio di liquidità degli Oicvm, ha avviato in marzo una richiesta di informazioni e di dati quantitativi a un’ampia platea di gestori Ucits mediante l’invio di un approfondito questionario. In una fase successiva, le autorità di vigilanza condurranno un approfondimento su un campione di gestori e di Ucits.
Dal lato della consulenza finanziaria, è doveroso ricordare che le attuali condizioni dei mercati e i rischi di instabilità che possono manifestarsi impongono, nell’ambito della due diligence sui prodotti ed i gestori, un’attenta valutazione delle politiche di gestione del rischio di liquidità, inclusi i risultati degli stress test, adottate dai gestori dei fondi e della liquidità che i fondi di investimento possono effettivamente fornire, in particolare se investiti in classi di attività meno liquide.
*Presidente Ascofind, Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente
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