Anasf, Conte: “Nel Pnrr puntare su Eltif, Pir e consulenza”
Il presidente dei consulenti finanziari in Senato sul Pnrr: promuovere digitalizzazione, transizione ecologica e ricambio generazionale. Importante anche “valorizzare la consulenza”
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Ancora uno sconto fiscale per mettere il turbo ai Pir, gli strumenti nati con l’intento di indirizzare il risparmio delle famiglie a servizio dell’economia reale e da tutti indicati come mezzo fondamentale per la ripartenza dell’Italia post Covid. Secondo quanto riferisce Milano Finanza, infatti, tra lo stralcio delle cartelle esattoriali e i provvedimenti pro-liquidità per i diversi settori piegati dalla crisi, potrebbe entrare nel decreto Sostegni anche una nuova misura a favore dei Piani individuali di risparmio.
La novità riguarda la possibilità di innalzare il tetto dei Pir tradizionali, portando l’investimento esentabile fiscalmente a 60 mila euro l’anno dagli attuali 30 mila. La proposta è targata Forza Italia e il suo ideatore, il deputato Sestino Giacomoni, ne spiega l’obiettivo parlando appunto dell’importanza di far arrivare liquidità alle imprese italiane attraverso canali alternativi a quello bancario, sostenendo in questo modo la crescita economica del Paese.
Attualmente investendo in un fondo Pir fino ad un massimo di 30 mila euro all’anno, per un totale di 150 mila euro, e mantenendo l’investimento per almeno 5 anni, si può beneficiare di due importanti incentivi fiscali: l’esenzione totale dalla tassazione sugli utili e dalle imposte di successione.
Per i Pir alternativi, inoltre, l’ultima legge di Bilancio ha previsto, per chi ne sottoscrivesse uno nel 2021, un credito di imposta sulle eventuali perdite subite, da suddividere in 10 rate annuali e da compensare nella dichiarazione dei redditi. Tale agevolazione scatta però soltanto se l’investitore mantiene il Pir alternativo nel portafoglio per almeno 5 anni e il credito fiscale non può mai superare il 20% della somma versata nello stesso strumento.
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