Bitcoin, per i consulenti rimane una chimera
Consulenti divisi: chi lo considera un asset alternativo per diversificare il rischio, chi uno strumento speculativo. La parola agli esperti
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Sì a una transizione verso i pagamenti digitali, a patto che avvenga sotto i dovuti controlli. Perché a fare le spese di eventuali storture sarebbero i consumatori e l’Europa stessa. Fabio Panetta, membro del board della Bce, manda un messaggio molto chiaro sui rischi di una eccessiva concentrazione del settore e per questo invita l’Eurosistema a “facilitare la fornitura di servizi di pagamento, in particolare di soggetti europei” in modo da “aumentare la concorrenza in tutti i segmenti della catena di valore”.
La transizione verso i pagamenti digitali, con l’ingresso di nuovi soggetti ha un potenziale di maggiore “scelta, efficienza e inclusione” mentre una “transizione incontrollata potrebbe portare a a rischi per i consumatori e di stabilità finanziaria”, spiega Panetta nel corso della conferenza online sui pagamenti digitali. Tocca dunque alle autorità europee “venire incontro alle domande dei consumatori” e al contempo “preservare la sovranità dell’Europa” in questo campo.
Dal canto loro, assicura il banchiere centrale, “la Bce e le autorità europee terranno alta la guardia sui rischi di una eccessiva concentrazione nelle mani di pochi del mercato dei pagamenti digitali (online e di carte), ora dominati da pochi soggetti come Paypal, Visa e Mastercard”. Mercato su cui, stando a Panetta, incombe un ulteriore “pericolo in vista dall’arrivo delle bigh tech”, come Amazon, Apple, Alphabet, Facebook e Microsoft.
Intanto Francoforte sta studiando “con attenzione” il varo di un euro digitale, viste le sue implicazioni “economiche, strategiche e sociali” evidenziate dalla consultazione pubblica avviata di recente. E Panetta vede opportunità e rischi. “Renderebbe il denaro digitale della banca centrale accessibile a tutti, con un accesso semplice, senza costi”, con un sistema di pagamenti digitale sicuro “e accettato in tutta l’area euro”- spiega – e potrebbe essere utile in caso di una “sempre maggiore riluttanza all’utilizzo dei contanti” o “a causa di disastri naturali che impedirebbero l’utilizzo di altri sistemi di pagamento”. Tuttavia ci sono anche delle sfide di tipo “tecnico come quelli di pirateria informatica, e di protezione della privacy” e altre legate “al possibile impatto sulle banche e sulla stabilità finanziaria e la politica monetaria”. Per questo la Bce sta cercando di mettere a punto opportune strategie.
Infine, osserva ancora l’economista italiano, l’epidemia di Covid spinge la richiesta di banconote in euro sebbene si riducano i pagamenti in contanti e salgano quelli digitali. Un fenomeno che ha spinto le banche centrali dell’Eurosistema a pianificare con attenzione tutte le attività legate “alla catena di produzione e distribuzione” in modo da “assicurare la continua disponibilità di banconote anche in situazioni di crisi”. La disponibilità di contanti in ogni Paese dell’area Euro è continuamente monitorata e pronta a eventuali scenari avversi, assicura, sottolineando come ad ogni modo i pagamenti digitali hanno conosciuto negli ultimi anni un forte incremento. In termini di volume le transazione in contanti sono scesi dal 79% del 2016 al 73% e in termini di valore dal 54 al 48% I pagamenti con carte sono saliti dal 19% al 24% in volume e dal 39 al 41 in valore.
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