Mainò (Nafop): “La consulenza fee-only non è esclusiva dei paperoni”
26 settembre 2018
di EUGENIO MONTESANO
4 min
È un periodo concitato per fee-only e Scf, che devono presentare la domanda di iscrizione al nuovo Albo unico, operativo dal 1° dicembre 2018. Ma la “Casa della consulenza” è pronta ad aprire i battenti e accogliere tutte le categorie di professionisti dell’advisory.
Il mondo dell’advisory fee-only, presidiato nel nostro paese da liberi professionisti (i consulenti autonomi che da dicembre saranno iscritti a Ocf, l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari), piccole SIM e family office, ha vissuto in un limbo legislativo sin dall’introduzione della prima MiFID nel novembre 2007, perpetrato con un susseguirsi di proroghe fino al 3 gennaio di quest’anno quando è entrata in vigore la MiFID II, la direttiva europea che ha introdotto la distinzione tra consulenza in materia di investimenti su base indipendente (senza retrocessioni e incentivi) e consulenza non indipendente.
A due mesi dall’avvio della piena operatività dell’Ocf, che assumerà le nuove funzioni dal 1 dicembre, il mercato italiano della consulenza è a una svolta. Affrontiamo dunque i temi caldi del momento per la professione di consulente finanziario autonomo/fee only con Luca Mainò, membro del consiglio direttivo Nafop – l’associazione italiana dei consulenti fee only – direttore commerciale di Consultique e tra i promotori di AssoScf, la nuova associazione delle società di consulenza finanziaria a parcella.
Secondo Mainò la consulenza finanziaria indipendente, cui finora ha avuto accesso soprattutto la clientela di alto standing, istituzionale e high-net-worth, è pronta ad abbracciare l’intero mercato contribuendo alla “democratizzazione” del settore e all’assottigliamento dell’«advisory gap», in linea con i dettami MiFID.
L’ultima proroga ai consulenti fee-only per continuare a operare in attesa dell’iscrizione all’Albo scade a dicembre e coincide con il varo del nuovo Ocf. Riusciranno consulenti autonomi e Scf a fare in tempo per avere il via libera a operare, oppure i tempi ristretti pongono il rischio di una sospensione dell’attività? Finalmente è stata sbloccata in Italia la consulenza indipendente a parcella “fee only”, prestata da soggetti diversi dalle banche. Consigliamo di presentare la domanda entro una decina di giorni a chi è oggi in attività e faceva consulenza in banca, come PF o era già indipendente nell’ottobre 2007. Questo per agevolare l’OCF nella valutazione delle posizioni entro l’1/12, data in cui l’Albo sarò operativo. Nei nostri recenti incontri con le Autorità e il MEF abbiamo già spiegato che è indispensabile permettere all’Organismo di analizzare le domande consentendo il prosieguo dell’attività dei consulenti, fino al momento dell’autorizzazione. Così si eviterà il blocco dell’attività per chi ha presentato la domanda in tempo utile e attende risposta. Si tratta di professionisti e società che svolgono l’attività da molti anni: sarebbe grottesco se proprio nel momento in cui parte l’Albo questi dovessero fermarsi anche solo per uno o due mesi!
Quali categorie di clienti si sono rivolte negli ultimi anni a un soggetto indipendente? Oltre a clientela private e high-net-worth anche clienti con patrimoni meno rilevanti possono trovare il giusto servizio e la soddisfazione dei propri bisogni di consulenza presso i fee-only? In quasi vent’anni di attività abbiamo visto interesse da parte degli istituzionali e da investitori privati esigenti e sofisticati, con asset importanti. L’attenzione che oggi riscontriamo anche da parte di clienti meno patrimonializzati è un segnale di crescita del mercato. Servizi oggi riservati a una ristretta cerchia di famiglie facoltose saranno accessibili anche con patrimoni più piccoli. Stiamo registrando la nascita di nuovi family office, studi professionali integrati, nuove società di consulenza. Quest’attività è alla portata dei professionisti più esperti, che fino a oggi hanno lavorato per banche private, nelle reti distributive o nel corporate/PMI delle banche e possono ora coinvolgere giovani laureati e appassionati di finanza.
Nafop può contare su 230 associati tra società, professionisti e studi associati. Di questi, 35 sono iscritti con una veste societaria e una decina di queste realtà ha ora istituito AssoSCF. Quali sono le motivazioni che hanno spinto alla creazione di una nuova associazione di società di consulenza indipendente, e quali gli obiettivi a breve e lungo termine che il consiglio direttivo ha indicato al neopresidente Andrea Carboni? Gli indipendenti dovranno dividersi in associazioni di persone fisiche e di persone giuridiche: ogni realtà dovrà rappresentare una sola categoria professionale. Una decina di società iscritte alla storica NAFOP hanno dato vita ad AssoSCF che assocerà tutte le SRL e SPA che fanno consulenza indipendente e che non sono SIM, SGR o banche. Stiamo affiancando le nostre associate nella presentazione della domanda di iscrizione a OCF, abbiamo già redatto un modello di “programma di attività e struttura organizzativa”, i nuovi contratti di consulenza e il test di adeguatezza MiFID II. AssoSCF vuole spiegare agli investitori il modello di consulenza indipendente “pura”.
AssoScf può far valere la stessa data di nascita di Nafop (sorta nel 2005) per rappresentare le Scf nell’Albo? E potrebbe quindi entrare in conflitto con Ascofind (ex Ascosim), l’associazione di SCF indipendenti che ha adeguato il proprio statuto nei mesi scorsi per rappresentare all’interno del nuovo OCF le Società di consulenza finanziaria? Oppure c’è spazio per entrambe le realtà – per quanto secondo il regolamento dell’Organismo ogni realtà associativa dovrà essere rappresentativa di una sola categoria professionale? La nostra storica associazione NAFOP ha sempre avuto al proprio interno sia professionisti che società di consulenza indipendente e non abbiamo mai compreso la ratio per la quale questi soggetti abbiano dovuto separarsi. Persone fisiche e società non hanno interessi in contrapposizione, sono semplicemente strutture diverse ma che prestano gli stessi servizi di consulenza e pianificazione patrimoniale. AssoSCF è stata costituita per guardare al futuro e dare la possibilità a tutte le SCF, create dai consulenti autonomi, di potersi riconoscere in valori e principi che da sempre animano chi fa consulenza indipendente nel nostro paese.
Manca meno di un mese all’ottava edizione del Fee Only Summit di Verona. Cosa possiamo aspettarci dal Congresso quest’anno? Quali saranno i temi discussi durante le plenarie dai protagonisti del mercato e dagli ospiti scelti per l’occasione? La nascita del nuovo Albo sarà il tema centrale del FeeOnly Summit 2018, che si svilupperà tra tavole rotonde, conferenze, speech tecnici, interventi istituzionali, attività di networking. Si parlerà anche di fintech, competenze, marcati, strategie e temi di investimento, ambiente, responsabilità sociale e governance, previdenza per commercialisti e avvocati, blockchain e cryptocurrencies, family business, società tra professionisti e giovani.
La MiFID II entrata in vigore a gennaio avrà i primi effetti con l’inizio del 2019, quando arriverà la rendicontazione con il dettaglio dei costi – e, specularmente, del valore – della consulenza. Quali effetti avrà sul mercato? Sarà davvero un elemento disruptive e un momento di riflessione e cambiamento per i consulenti finanziari? Vedremo cosa avverrà con l’arrivo delle lettere ai clienti con i costi in chiaro, anche in valore assoluto e non solo in percentuale. Certo è che i clienti più attenti ed informati potranno avere maggiori informazioni e decidere con consapevolezza quali dovranno essere i soggetti cui affidarsi per le proprie decisioni di investimento. Questo richiederà maggiore impegno anche agli stessi clienti, ma verrà ripagato con una maggiore efficienza nella gestione del proprio patrimonio.
“Il Mercoledì della Consulenza” è la rubrica di FocusRisparmio.com che ogni settimana dà voce ai protagonisti del mondo della consulenza finanziaria per fare il punto sulle strategie di sviluppo, sulle principali novità e sull’andamento del settore.
Raggiungere e servire una nuova generazione di investitori con un mix di gestione attiva e strumenti indicizzati attento ai costi e alla trasparenza, ma soprattutto puntando sulla componente personale. È la ricetta di Euclidea SIM, che a due anni dalla partenza lancia un servizio di wealth management digitale.
Alessandro Marchesin, direttore commerciale e capo della rete private dell’istituto di Biella, espone i driver del processo tecnologico che conduce al private banker 4.0. “Ma il ruolo nella relazione diretta con il cliente rimarrà centrale”, assicura.
Accompagnare gli advisor verso lo sviluppo di competenze che vadano oltre l’ambito finanziario, comprendendo la protezione, la previdenza, il passaggio generazionale e la gestione del patrimonio immobiliare, è la chiave per garantire lo sviluppo della professione e il rafforzamento della relazione con i clienti.
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