Per De Guindos i prezzi inizieranno a calare nella seconda metà del 2022. Aumentano i rischi per la crescita, ma non ci sarà recessione. “Pronti ad agire se aumentano gli spread”
Luis de Guindos
Mentre Putin minaccia di chiudere i rubinetti energetici a tutti i Paesi ostili e il commissario Ue, Paolo Gentiloni, parla di “rischio stagnazione”, la Bce prova a fare i conti sule ricadute per l’Eurozona della guerra Russia-Ucraina. Non ci sarà recessione quest’anno, ma l’inflazione è destinata a rimanere alta nei prossimi mesi, seppure il picco sembra ormai prossimo. A dirlo è stato il vicepresidente dell’Eurotower, Luis de Guindos, presentando il report annuale della banca centrale al Parlamento europeo.
“Questa impennata dei prezzi dell’energia sta riducendo la domanda e aumentando i costi di produzione – ha spiegato de Guindos -. La guerra sta pesando pesantemente anche sulla fiducia delle imprese e dei consumatori e ha creato nuovi colli di bottiglia. Questi colli di bottiglia sono esacerbati da ulteriori difficoltà della catena di approvvigionamento derivanti dalle nuove misure pandemiche in Asia. Questi sviluppi indicano una crescita più lenta nel prossimo periodo”.
“A breve ci troveremo di fronte a un’inflazione più elevata e a una crescita più lenta. Ma c’è una notevole incertezza su quanto grandi saranno questi effetti. Dipenderà in modo cruciale dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni e da eventuali ulteriori misure”, ha avvertito.
Ma nonostante questo, per il numero due della Bce, l’Eurozona non andrà in recessione nel 2022: la crescita resterà positiva anche nel peggiore scenario possibile. Certamente però la ripresa è stata compressa dall’assalto di Putin all’Ucriana, che getta un’“ombra scura” su tutta l’Europa e le cui conseguenze vanno oltre ogni capacità di previsione. “Con le restrizioni legate alla pandemia che pesano ancora sull’attività economica, è probabile che la crescita dell’area dell’euro sia stata debole nel primo trimestre di quest’anno”, è la previsione.
Insomma, l’incertezza resta elevata come non mai e per quanto riguarda il nemico numero una della crescita, l’inflazione, è molto probabile, ha scandito de Guindos, che l’aumento dei prezzi rimarrà elevato nei prossimi mesi, principalmente a causa del forte aumento dei costi energetici.
Il picco però appare vicino. “La mia valutazione è che siamo molto vicini al picco e cominceremo a vedere un calo dell’inflazione nella seconda metà dell’anno”, ha assicurato, chiarendo che però continuerà ad essere alta anche nell’ultimo trimestre dell’anno. “Le nostre proiezioni la vedono al di sopra del 4%”, ha precisato.
Di fronte a tale previsioni, il vice di Christine Lagarde ha quindi ribadito la linea del direttivo Bce, pronto a qualsiasi azione necessaria per garantire la stabilità dei prezzi e preservare quella finanziaria. “La frammentazione finanziaria è sempre una preoccupazione per noi – ha aggiunto de Guindos -. Posso assicurare che siamo pronti ad agire”, ha sottolineato, puntualizzando però di non aver visto finora importanti ampliamenti degli spread.
Per quanto riguarda i tassi di interesse di riferimento, invece, dalla Bce si ribadisce che qualsiasi modifica avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nell’ambito del Paa e sarà graduale.
“Negli ultimi anni abbiamo visto un generale riposizionamento nell’asset allocation degli investitori private di fascia alta”. Nell’intervista con FocusRisparmio Alessandra Losito, direttrice della struttura italiana di Pictet Wealth Management, analizza i comportamenti per navigare l’incertezza e il nuovo ruolo delle asset class alternative illiquide
Anche De Guindos apre a un ritocco in estate, mentre la Fed potrebbe inasprire la stretta. Per Credit Suisse, i titoli di Stato sono poco interessanti. Pimco vede opportunità nei Treasury a breve scadenza
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio