Le reti alle prese con l’impatto di Sfdr nel rapporto con il cliente
I consulenti chiamati in prima persona a rilevare le preferenze Esg dell’investitore finale. Ecco come cambiano i questionari di profilazione con le nuove regole
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Nell’industria si moltiplicano le iniziative volte a promuovere la formazione di consulenti e banker sui temi di finanza verde, a valle dell’introduzione delle nuove regole Sfdr – lo scorso 10 marzo – che hanno impatti indiretti sul mondo della distribuzione dei prodotti finanziari.
“Il proliferare di strumenti con etichetta Esg, senza la presenza di una tassonomia precisa o di standard di definizione, poneva gli investitori di fronte al rischio di scegliere prodotti sostenibili più di nome che di fatto. Ossia, di incorrere nel cosiddetto greenwashing. I nuovi obblighi in termini di disclosure imposti dalle autorità regolamentari potranno essere decisivi per arginare questo fenomeno e veicolare i fondi verso iniziative con un vero valore sostenibile”, osserva Marco Deroma, presidente di Efpa Italia.
Fra le prime iniziative dall’introduzione della Sfdr, Assoreti Formazione Studi e Ricerche (Afsr) – il braccio operativo nella formazione professionale e ricerca scientifica dell’associazione italiana delle reti di consulenza – ha lanciato una serie di webinar online validi per la certificazione Efpa Esg Advisor con l’obiettivo di sensibilizzare i consulenti sulle tematiche Esg. “[Fattori] oramai imprescindibili negli investimenti e nella pianificazione finanziaria, il percorso esplora tre dimensioni crescenti: quella del rischio percepito e del fabbisogno informativo del singolo cliente, quella più ampia del rischio nel risparmio gestito e quella del mercato che prezza in termini di rischio-rendimento le scelte strategiche di business delle imprese che vengono scambiate direttamente nei mercati o incluse nei portafogli dei fondi”, spiegano dall’associazione delle reti.
Già Anasf, alla fine del 2020, ha lanciato insieme ad Efpa e Sda Bocconi School of Management un corso in tema di finanza e investimenti sostenibili. All’inizio del 2021 si è svolta la prima prova d’esame che ha visto l’87% dei candidati superare la prova.
L’etichetta Efpa Esg Advisor è stata lanciata ad inizio anno dall’omonimo ente di certificazione ed è “un nuovo percorso di certificazione focalizzato interamente nella valutazione delle competenze dei professionisti nel ramo Esg”, chiarisce Deroma a FocusRisparmio.
“La nuova certificazione sta riscontrando un sempre maggiore successo – conferma il presidente di Efpa Italia –. È importante, infatti, per il professionista stesso essere in possesso di un’attestazione valida che provi la sua preparazione, il suo impegno e la sua lungimiranza nel dimostrarsi pronto ad affrontare un tema non più destinato a crescere, ma ormai imperante nel ramo degli investimenti”.
Fra le altre iniziative che insistono sul binomio finanza verde-economia reale, Assoreti annovera una proposta formativa che si focalizza sul ritorno dei Piani Individuali di Risparmio nei portafogli finanziario-assicurativi dei risparmiatori. “Ciò avviene dapprima con lo sblocco del mercato dei Pir tradizionali e, più recentemente, con l’introduzione dei Pir alternativi per poi passare all’intero panorama degli investimenti alternativi e al ruolo di quelli socialmente responsabili come strumenti di investimento, di tutela e di crescita per l’economia reale del nostro Paese”, precisano dall’associazione.
I risparmiatori italiani conoscono poco il panorama degli investimenti sostenibili. Da un’indagine condotta da Consob con il supporto di alcune università italiane è emerso che più del 60% degli investitori clienti di consulenti finanziari dichiara di non avere nessuna conoscenza in tema di investimenti responsabili (Sri). Allo stesso tempo, la percentuale di consulenti finanziari italiani che dichiara di averne una conoscenza avanzata è pari al 17%.
Una distanza che evidenzia la scarsa diffusione dei prodotti con la targa Esg (environmental, social, governance) presso il pubblico di sottoscrittori del nostro Paese: “il 66% dichiara di non possedere questi prodotti nel proprio portafoglio, una percentuale che nel percepito dei consulenti si attesta al 52%”, spiega Consob.
Estratto dall’indagine “Financial advisor-investor relationship, Mirroring survey on sustainability and investments”, curata dall’Ufficio studi economici di Consob in collaborazione con l’Università degli studi Roma Tre e la Bologna Business School – Università Alma Mater Studiorum.
E così l’industria si muove verso un modello nel quale il consulente finanziario si fa mezzo e tramite di educazione finanziaria verso il cliente. “Di fatto una parte importante della loro funzione è infatti guidare il risparmiatore in un percorso che lo renda, prima di tutto, investitore, rispettando quelle che sono le esigenze e gli obiettivi di vita che esso si pone”, nota Deroma.
Per il presidente Efpa “il cliente deve essere consapevole delle caratteristiche e delle differenze tra gli strumenti e sta al consulente finanziario trovare il modo più adatto non solo per spiegare le peculiarità del prodotto, come esso si colloca all’interno del portafoglio, quali sono i benefici e quali invece i rischi ad esso associati, ma anche per comunicare in maniera efficace così da prevenire decisioni non efficienti e controproducenti”.
“La trasmissione di maggiore conoscenza nel ramo degli investimenti sostenibili si inserirà all’interno di questo contesto. Per poter essere fonte di educazione – conclude – è necessario che il professionista per primo possieda tutte le informazioni e le competenze necessarie. Il consulente deve essere un filtro efficace, in grado di redimere dubbi, non di crearne di ulteriori”.
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“Il mercoledì della consulenza” è la rubrica bisettimanale di FocusRisparmio.com dedicata a consulenti finanziari e private banker. Ogni due settimane, con l’aiuto degli esperti del settore, vengono messi sotto la lente i fatti recenti più significativi per il mondo della distribuzione dei prodotti del risparmio gestito.
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