Il “testamento” di Maurizio Bufi indica la strada al suo successore in Anasf alla guida dei consulenti finanziari italiani
Nove anni vissuti “intensamente e pericolosamente”, ama ricordare Maurizio Bufi, alla guida di Anasf, l’associazione dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, dal 2011 e ora ancora in sella in regime di prorogatio a causa delle note vicissitudini legate alla pandemia che hanno imposto il rinvio del Congresso Nazionale a fine giugno.
A poche settimane dalle date designate per l’evento (29 giugno-1luglio 2020), Bufi esprime alcune valutazioni – tutte “di carattere personale”, precisa – sul futuro dell’associazione e sull’eredità del nuovo corso di Anasf.
“Siamo prossimi alla vigilia di un Congresso Nazionale importante, dove i 161 delegati che abbiamo eletto si confronteranno sui principali fronti aperti della professione, che si tradurranno in mozioni e linee guida su singoli temi”, racconta a FocusRisparmio il presidente, che negli anni del suo mandato è stato impegnato in un’intensa attività di rafforzamento del ‘brand Anasf’ e della professione di consulente finanziario a livello istituzionale e non solo. Ora però, al suo successore rimane l’onere di portare avanti delle battaglie in alcuni ambiti che sono in stand-by durante l’era Bufi. “La questione più importante sul tavolo dei consulenti ora è quella dei rapporti con le società mandanti (le reti, ndr) e con le altre anime dell’Albo Ocf”, sostiene Bufi.
Perché? “Alcuni obiettivi – sostiene Bufi – possono essere conseguiti soltanto insieme, al di là a delle posizioni contrapposte che spesso ci possono essere come accaduto in passato”.
Una diversa cornice contrattuale
“Non siamo agenti di commercio”. Nella visione di Bufi la professione andrebbe “meglio valorizzata”, ad esempio, con una diversa cornice contrattuale rispetto a quella di oggi. “In un contesto in cui l’attività del cf si allontana sempre più da quella di mera vendita di prodotti, non ha più molto senso inquadrare i nostri professionisti nella stessa cornice contrattuale degli agenti di commercio”.
Sempre nell’ambito del rapporto con le mandanti, Bufi ricorda il “grave ritardo” nel ricambio generazionale che c’è nel settore. Un tema su cui il presidente uscente chiede maggior attenzione anche da parte delle reti, “noi più che prenderne coscienza, mettere in piedi un’intensa attività di sensibilizzazione e fare proposte per l’ingresso dei giovani nell’attività non possiamo fare molto di più”.
Albo, Bufi chiede poteri paritetici fra Ocf e Consob
Dopo aver allargato la rappresentanza all’interno dell’Albo anche agli altri soggetti che ne avevano titolo e “dato un tetto a tutti”, Bufi sostiene che sia giunta l’ora di “trovare forme di coesione e convivenza affinché l’Albo Ocf non sia solo un elenco di soggetti autorizzati a svolgere una determinata attività ma assuma maggior rilevanza di sistema”.
Con l’attribuzione della vigilanza sull’attività professionale di consulenza finanziaria l’Albo si è istituzionalizzato. Ora però la fattispecie del rapporto fra Ocf e Consob deve evolversi “a favore di una maggior pariteticità”, sostiene.
Per raggiungere questo obiettivo, chiosa Bufi, c’è bisogno che l’Organismo e le diverse anime che lo compongono siano “quantomai unite e coese” al suo interno. Solo così l’attività di consulenza tout-court, al di là del modello organizzativo con cui essa viene prestata, può evolvere nella dimensione che merita a livello nazionale.
Quindi il nuovo presidente di Anasf dovrà saper mediare per “ottenere modifiche dello statuto Ocf, apportare nuovi termini ai rinnovi delle cariche sociali dell’Albo e porre correttivi dal punto di vista delle espressioni di voto che tengano più conto dei pesi specifici delle diverse componenti dell’Albo”.
Il guru della consulenza finanziaria pronostica “un confronto dialettico duro” nel prossimo Congresso Nazionale Anasf, ma che poi si risolverà - “come sempre” - in una unanimità delle scelte
Dalla kermesse annuale di Roma il presidente uscente dei cf fa il punto sullo stato di salute del settore: “ricambio generazionale e valorizzazione del servizio fra le priorità”
Ne hanno parlato, nel corso del Fee Only Summit, Roberta D'Apice (Assogestioni), Carla Rabitti Bedogni (Ocf), Flavio Bongiovanni (Consob), Cesare Armellini (Nafop), Andrea Carboni (AssoSCF), Marco Tofanelli (Assoreti), Maurizio Bufi (Anasf) e Mauro Ruffini (Felsa-CISL)
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