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I fondi Pir-compliant festeggiano il primo compleanno con un patrimonio di 16 miliardi di euro. Presentata la mappa del quarto trimestre 2017, con flussi positivi per 17,3 miliardi. Da inizio anno la raccolta supera i 97 miliardi, +74,4% rispetto al 2016.
Il 2017 sarà ricordato come l’anno in cui un nuovo acronimo si è fatto prepotentemente strada nel lessico dei risparmiatori. Parliamo dei Pir, i piani individuali di risparmio che a un anno dal lancio hanno raccolto circa 11 miliardi di euro, pari all’11% della raccolta netta dell’intera industria italiana del risparmio gestito nel corso dei dodici mesi (97 miliardi).
È quanto emerge dalle stime del centro studi di Assogestioni presentate nella mappa relativa al quarto trimestre 2017, che indica che i fondi Pir-compliant hanno raccolto 3,4 miliardi tra ottobre e dicembre e 10,9 miliardi dall’inizio dell’anno. Alla fine del 2017 essi rappresentano un patrimonio di 15,8 miliardi, di cui circa 4 miliardi da fondi pre-esistenti (a fine dicembre 2016).
Gli investimenti Pir continuano dunque a guadagnare terreno e ad attirare l’interesse tanto dei risparmiatori, attratti dalle agevolazioni fiscali sotto forma di detassazione dei guadagni in conto capitale, quanto dei gestori. Sono 33 le case prodotto che promuovono 64 fondi aperti Pir-compliant.
Tra questi, 27 sono fondi azionari (in cui sono confluiti 5,3 miliardi, il 34,1% della raccolta totale dei Pir nel 2017); 24 i bilanciati (6,1 miliardi – 38,7% di raccolta), 10 i flessibili (4,1 miliardi – 26% di raccolta) e 3 gli obbligazionari (191 milioni – 1,2% di raccolta). Sul podio della raccolta dei Pir troviamo Intesa Sanpaolo con 2,7 miliardi, Mediolanum con 2,1 miliardi e Amundi, con 1,3 miliardi. Seguono Anima (838 milioni) e Arca (814 milioni).
Boom dei fondi aperti
Allargando lo sguardo a tutte le classi di attivi, la mappa riporta che l’industria aggiorna il dato sul patrimonio gestito, che sale al nuovo massimo storico di 2.089 miliardi. Il dato è in aumento dell’1,6% rispetto al trimestre precedente (quando era pari a 2.056 miliardi).
In particolare sono stati i fondi aperti a guidare i flussi annuali: la raccolta di questi strumenti è più che raddoppiata nell’arco del 2017, passando da 34 a 77,3 miliardi – un incremento del 127% e un peso del 79,3% sulla raccolta totale annua. Di questi, il 79,56% (61,5 miliardi) fa capo a fondi di diritto estero mentre il 20,44% (15,8 miliardi) è confluito in fondi di diritto italiano.
Il dato trimestrale diffuso dall’Ufficio Studi Assogestioni indica che tra ottobre e dicembre i fondi aperti hanno raccolto 19,5 miliardi. Nel corso del trimestre la categoria che ha trainato le sottoscrizioni è quella dei prodotti flessibili (+7,5 miliardi nel trimestre; +21,9 nel 2017), seguiti dagli obbligazionari (+4,9 miliardi nel trimestre e best seller dell’anno con +29,4 miliardi nel 2017), dai bilanciati (+4 miliardi nel trimestre; +17,7 miliardi nel 2017) e dagli azionari (+2,1 miliardi nel trimestre; +9,2 miliardi nel 2017).
Patrimonio totale ai raggi x
Con 1.011 miliardi i fondi aperti rappresentano dunque la quota prevalente (48,4%) dei 2.089 miliardi complessivamente gestiti dall’industria e sono in aumento del 12,1% anno su anno (nel 2016 il patrimonio gestito in fondi aperti era pari a 901,3 miliardi).
Grazie al contributo dei fondi chiusi, pari a 51,1 miliardi (2,4% del totale) le masse investite nelle gestioni collettive (fondi aperti e chiusi) ammontano a 1.062 miliardi, pari al 50,8% del patrimonio gestito complessivo.
Le gestioni di portafoglio individuali rappresentano il restante 49,2% degli asset in gestione con 1.027 miliardi, suddivisi tra mandati istituzionali (892,2 miliardi) e mandati retail (134,8 miliardi).
Raccolta, ecco le Sgr sul podio
Per quanto riguarda i gruppi, la classifica del 4° trimestre vede in testa Eurizon Capital (3,6 miliardi), seguita da Amundi a 3,2. Chiude il podio il gruppo Ubi Banca, che raccoglie 2,5 miliardi. In negativo invece la raccolta trimestrale di Anima (-1,4 miliardi), Arca (-720 milioni) e Banco Bpm (-531 milioni).
Infine, i dati per i dodici mesi tra gennaio e dicembre 2017 mostrano che a occupare il gradino più alto del podio della raccolta da inizio anno è il gruppo Intesa Sanpaolo con 19,8 miliardi ripartiti tra le due Sgr del gruppo: Eurizon (19,2) e Fideuram (634 milioni). Segue la francese Amundi con 12,5 miliardi; chiude il podio Generali, con 9,8 miliardi.
Il gruppo del leone alato è però primo per patrimonio complessivamente gestito, con 488 miliardi, pari al 23,4% delle masse gestite; al secondo posto il gruppo Intesa Sanpaolo con un patrimonio di 400 miliardi, pari al 19,1% del totale. Terza Amundi, con 205 miliardi che equivalgono al 9,8% degli asset gestiti. Messe insieme, le tre società gestiscono dunque oltre la metà (il 52,4%) dell’intero patrimonio dell’industria italiana del risparmio gestito.