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Il settore finanziario come “layer strategico” di sviluppo per Milano. Le iniziative per rafforzare la competitività della città come piazza finanziaria europea. Intervista a Giuseppe Sala, sindaco di Milano.
“Attirare investimenti e capitale umano significa assicurare e far crescere nel tempo il loro valore, incanalando le energie in maniera intelligente”. È il «modello Milano» di Giuseppe Sala, sindaco del capoluogo lombardo dal giugno 2016 proiettato sempre più nel futuro per aprire la città all’Europa e al mondo, assicurando alla capitale economica italiana un ruolo da regina sulla scacchiera della globalizzazione finanziaria dopo il terremoto Brexit che a colpi di trasferimenti di sede e personale sta ridimensionando il ruolo della City londinese.
A Milano e provincia sono attivi il 20% degli sportelli bancari nazionali e il 22% dei consulenti finanziari. Il 90% delle società di gestione autorizzate da Banca d’Italia opera all’ombra della Madonnina e amministra ogni giorno quasi 1.100 miliardi di euro di risparmi delle famiglie e degli investitori istituzionali di tutto il Paese. Gli asset under management a livello nazionale sfiorano i 2.100 miliardi di euro. Numeri importanti, che fanno di Milano la locomotiva finanziaria d’Italia.
Un treno che, secondo Sala, può e deve viaggiare su binari sempre più internazionali per agevolare la vocazione della città a diventare una delle principali destinazioni dei capitali e degli investimenti dall’estero in Italia.
Che peso ha avuto il settore finanziario per lo sviluppo della città finora, e a tendere quanta importanza continuerà ad assumere in futuro?
Il settore finanziario è stato ed è senza dubbio uno dei layer strategici di sviluppo per Milano. Non a caso la Borsa ha sede proprio nella nostra città. Ma non solo. A livello nazionale e internazionale abbiamo messo in campo negli ultimi mesi diverse iniziative, proprio per rafforzare il dialogo diretto tra Milano e i principali attori del mercato finanziario. Penso, ad esempio, alla costituzione del comitato “Milano European Financial Hub”, che ha lo scopo di attrarre capitale finanziario e umano in Italia. E un segnale importante, sempre su questo fronte, arriva poi dall’apertura – lo scorso settembre – del “Milan Fintech District”.
Il capoluogo lombardo è la capitale finanziaria dell’Italia, ma ha le carte in regola per diventare una capitale finanziaria anche a livello europeo? Quali sono le misure allo studio o di prossima implementazione per elevarne lo status in quella direzione?
Come accennato, insieme a Governo, Regione Lombardia, Banca d’Italia e Consob abbiamo promosso la costituzione del “Milano European Financial Hub”. Si tratta di un comitato nato per stimolare la creazione a Milano di un polo finanziario europeo, in ottica post-Brexit, attirando sia investimenti sia la comunità finanziaria dall’estero. Il fatto che, a livello nazionale, Milano sia stata riconosciuta come la città più adatta a proporsi come piazza finanziaria ed economica europea, in cui “riallocare” sedi di banche, aziende e operatori economici, testimonia la fiducia che le istituzioni così come i mercati ripongono nel capoluogo lombardo, nelle sue capacità e potenzialità. E in questo senso, fare squadra rappresenta un valore aggiunto.
Come si articola il dialogo della sua amministrazione con le istituzioni finanziarie nazionali e con i soggetti protagonisti dei mercati bancario, assicurativo, della gestione del risparmio e dei capitali per lo sviluppo del settore italiano dell’asset management?
La nostra linea è quella dell’apertura e della collaborazione con tutte le istituzioni e con tutti i player che vedono in Milano il luogo più adeguato per sviluppare il proprio business, la propria mission, le proprie ambizioni. La nostra intenzione è di valorizzare Milano, in ogni ambito, mettendo a frutto le occasioni che si presentano e si presenteranno per contribuire, con il nostro esempio, a far crescere il patrimonio economico, sociale e culturale non solo del nostro territorio, ma di tutto il Paese.
È possibile generare un “effetto cluster” tra settori e istituzioni che possa rendere Milano più competitiva?
Credo nel valore delle sinergie, perché unendo forze, competenze e conoscenze specifiche si possono raggiungere obiettivi comuni. Perciò, in vista di una Milano più competitiva in ambito finanziario internazionale, non escluderei nessuna opzione.
Perché il tema della sostenibilità è importante per un centro finanziario? Quali sono le azioni specifiche allo studio o di prossima implementazione per fare di Milano uno dei centri europei della sostenibilità finanziaria?
Una città sostenibile è una città che sa declinare l’attenzione all’uso razionale delle risorse a sua disposizione nei differenti ambiti in cui si articola la vita dei propri cittadini. Milano sta lavorando con grande impegno a realizzare questa idea di “smart city”, dove la crescita della città si coniuga con la responsabilità di garantire condizioni migliori di vita alla cittadinanza, ad esempio, attraverso soluzioni all’avanguardia di mobilità sostenibile – dall’acquisto di bus elettrici al prolungamento delle linee metropolitane, alla creazione di aree zero emissioni – o agevolazioni per il cambio dei sistemi di riscaldamento domestico. Ecco, tutto ciò a cui Milano sta lavorando sul fronte ambientale si riflette nelle succitate azioni messe in campo per promuovere la città come centro finanziario.