Guerra dei dazi, peggio della crisi del 2008
Con un aumento del 10% di tutte le tariffe mondiali la crescita globale si ridurrebbe dell'1%, quella degli Stati Uniti del 2 e il commercio globale del 2,5 per cento
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“Alla fine, il rimbalzo dei mercati all’indomani della tregua concordata durante il G20 tra Cina e Stati Uniti è stato di breve durata e gli asset a rischio hanno chiuso, ancora una volta, la settimana in territorio negativo. I motivi sono due: il timore di un’inversione nella curva dei tassi americani e l’arresto in Canada, su richiesta degli Stati Uniti, del Cfo del gruppo cinese Huawei”.Olivier De Berranger, chief investment officer di La Financière de l’Echiquier, fa il punto sulla situazione dei mercati.
Secondo l’analista “bisognerà attendere gli sviluppi di quest’ultima vicenda per capire fino a che punto siano in pericolo i negoziati commerciali che stanno per iniziare tra gli Stati Uniti e la Cina. Tuttavia, l’arresto di Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, incombe sulle trattative sino-americane poiché, da un lato, Huawei è un’importante azienda cinese e uno dei principali concorrenti di Apple, dall’altro perché Ren Zhengfei è molto vicino al Pcc”.
Inoltre “i timori suscitati da una potenziale inversione della curva dei tassi americani meritano ulteriori spiegazioni. Questi timori derivano dal livello dei tassi a 2 e 3 anni, che sono attualmente superiori al tasso a 5 anni, sullo sfondo delle lezioni del passato: l’inversione della curva è un ottimo indicatore anticipatore della recessione”.
“Tuttavia – spiega l’esperto – perché questo segnale di recessione sia forte, deve interessare buona parte della curva dei tassi ed essere poi confermato dagli spread statisticamente più rilevanti, vale a dire il 10 anni-3 mesi e il 2 anni-3 mesi. Lo spread 10 anni-3 mesi è tuttavia sceso a un livello minimo di 49 punti base, pur rimanendo positivo. Il 2 anni-3 mesi, a 37 bp, si avvicina alla media registrata dal 2010 (44 bp) ed è ben superiore al minimo del luglio 2017”.
“Infine, considerando tutti gli spread possibili, si osserva un’inversione per il 4% circa soltanto della curva dei tassi americani. Il segnale di recessione è solido solo se questa statistica raggiunge almeno il 50%”, conclude De Berranger.