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Nicola Riello spiega perché i mercati private, debt ed equity continueranno a dare soddisfazioni agli investitori che scelgano le eccellenze tricolori
I mercati private, protagonisti del 2020, proseguiranno ad attrarre gli investitori grazie ai rendimenti interessanti offerti in un contesto di mercato caratterizzato dai tassi negativi e dall’incertezza dello scenario politico ed economico.
A sostenerlo è Nicola Riello presidente e socio fondatore di Riello Investimenti Partners sgr, realtà nata a fine degli anni ’90 e specializzata sul fronte degli investimenti alternativi. “Il carattere distintivo della nostra gestione è dato da un approccio articolato che affianca, agli aspetti strettamente finanziari, le forti competenze industriali. Questo ci ha portato nei primi anni 2000 a diventare un operatore indipendente nella gestione degli investimenti alternativi riservati ad investitori qualificati” commentata Riello.
Sottolineando poi come la sgr, ad oggi, abbia contribuito con i suoi fondi ad investire più di 200 milioni di euro in pmi italiane. Più in dettaglio, il fondo di private equity, Italian Strategy, ha al suo attivo tre operazioni, mentre il primo fondo di private debt, Impresa Italia, ha 15 emissioni in portafoglio, con ampia diversificazione settoriale (food, tecnologia, meccanica di avanguardia, materiali innovativi, ecc.) e geografica (40% delle aziende basate nel Nord Italia, 30% al Centro e 30% al Sud).
I mercati private nel 2020 hanno scaldato gli investitori di tutte le tasche alla ricerca di rendimenti sempre più difficili da trovare in mercati in piena bolla. Considerando la vostra esperienza nell’ambito dei private market (debt ed equity), ritenete che ci sia ancora spazio di crescita su questi asset?
I private market hanno il vantaggio di essere decorrelati rispetto all’andamento dei mercati finanziari tradizionali e questo, nel prossimo futuro, sarà sicuramente uno dei fattori che spingerà sempre di più gli investitori nella direzione di queste asset class. Gli ultimi dati presentano previsioni di crescita notevoli degli investimenti alternativi nei prossimi anni. Oggi gli Aum (masse in gestione ndr) in Italia nelle varie forme di investimenti alternativi sono pari a 45 miliardi di euro, ma il dato è destinato ad aumentare sensibilmente.
Come scegliete i vostri investimenti? Quali sono i criteri economici e finanziari che adottate per la selezione? E quali gli obiettivi di rendimento?
Il nostro focus è la piccola e media impresa italiana, un comparto molto vasto in cui ricerchiamo l’eccellenza del made in Italy, spesso identificabile nelle quattro aree di attività in cui le aziende italiane vantano qualità di altissimo livello, come l’abbigliamento, l’alimentare, l’automazione e l’arredamento. Nelle nostre valutazioni puntiamo su società con forte propensione all’export, in grado di crescere, diventando in questo modo più competitive e forti sui mercati internazionali. Ci interessano anche i progetti in cui le società possono crescere attraverso acquisizioni. Ritengo che il fattore dimensionale possa essere la chiave di volta per una maggiore competitività del tessuto imprenditoriale italiano su altri mercati. Da ultimo è importante l’attitudine di una azienda verso l’innovazione, la digitalizzazione e le tematiche di natura ambientale e sociale. Un management di qualità si vede anche dall’attenzione a tutti questi aspetti.
Come sono cambiati nel corso del tempo? E con la pandemia?
La crisi scatenata dalla pandemia ha segnato una battuta d’arresto in molte attività. Quello che abbiamo notato è stata la grande capacità di resilienza mostrata dalle imprese ben amministrate che sono riuscite a recuperare in tempi brevi grazie alle loro competenze. Si è venuto quindi a creare un divario tra le attività più sane e dinamiche e quelle che già da tempo si trovavano in condizioni di incertezza.
Ci sono delle storie che attualmente state valutando?
Per quanto riguarda i fondi di equity, abbiamo concluso di recente l’accordo per l’acquisto del 65% di Garmont International srl, una società specializzata nella produzione di calzature outdoor e tactical (boot, military style) di alta gamma. Garmont è una azienda tutta italiana, tra i leader di settore, rappresenta quello stile di vita vicino alla natura oggi ricercato ed esporta in oltre quaranta paesi, Usa compresi.
Sul fronte del private debt siamo prossimi al closing del nostro secondo fond che proseguirà gli investimenti in continuità su aziende di valore, innovative e ben selezionate con quello che noi chiamiamo “equity style”.
Ci sono degli ambiti futuri di investimento che vi state proponendo di esplorare in un prossimo futuro?
Negli ultimi tempi ci siamo avvicinati ad alcuni nuovi settori sostenuti dalle tendenze generate o ampliate dalla pandemia, tra cui la farmaceutica e la digitalizzazione. Stiamo guardando con grande interesse anche al settore agrifood, date le eccellenze presenti nel nostro paese e il crescente interesse dei consumatori e la nutraceutica.
Per quanto concerne nuovi progetti, sicuramente il tema dei Pir Alternativi ci interessa molto e i nostri fondi sono Pir complaint. Guardiamo con grande favore alla spinta che si è data al sostegno all’economia reale. Ma attenzione, supportare l’economia reale significa in particolar modo sostenere le pmi non quotate, tipicamente a gestione familiare, che costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo del nostro paese. È un segmento molto particolare, improvvisare potrebbe essere pericoloso, per cui è bene che chi investe si affidi a gestori competenti, con lunga esperienza in questo particolare target market dalle grandi prospettive.
Per quale tipologia di investitore ritenete adeguate gli investimenti in private debt ed equity che vi contraddistinguono?
Si tratta di investimenti che offrono minore liquidabilità e, quindi, richiedono un tipo d’investitore con prospettive di lungo termine e consapevolezza del profilo di rischio. Vi è ovviamente un premio per l’illiquidità che è dato dal fattore rendimento, tradizionalmente più alto rispetto a quello offerto dai mercati quotati.
Quali sono i rischi e quali invece le razionali attese di rendimento?
Il rendimento derivato da un investimento nei mercati private è una delle caratteristiche più allettanti per gli investitori, in quanto è tradizionalmente più alto e non di poco rispetto ai mercati quotati. Nello specifico, il rendimento annuo medio prodotto per i nostri investitori è stato fino ad oggi a doppia cifra per gli investimenti di private equity e superiori al 5% per gli investimenti di private debt.
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