Bankitalia lima la ripresa 2021: “Prevale il risparmio”
La stima del Pil migliora a -9% da -9,5% per il 2020, ma cala a 3,5% da 4,8% per il prossimo anno. Più lenta la ripartenza dei consumi. “Da Manovra e Recovery spinta di 2,5 punti”
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La seconda ondata zavorra definitivamente l’annus horribilis 2020. Lo certifica l’ “Eurozone economic outlook” realizzato da Ifo, Istat e Kof, che vede l’economia dell’Area euro archiviare gli ultimi 12 mesi con una contrazione della crescita del 7,3%, a causa anche del quarto trimestre, funestato appunto dal risalita dei contagi in tutto il mondo, che ha interrotto la ripresa facendo segnare un calo del Pil del 2,7%.
“Dopo il marcato aumento nel terzo trimestre, nell’area dell’euro l’attività economica è attesa diminuire nel quarto, condizionata dall’emergenza sanitaria e dalle nuove misure di contenimento della diffusione del Covid”, si legge appunto nel report, che prevede “un’elevata incertezza, con rischi sia al rialzo sia al ribasso, legati, all’evoluzione della pandemia, alla tempistica dei vaccini e all’atteso impatto dei fondi previsti dal piano Next Generation”.
I tre istituti statistici, italiano, tedesco e svizzero, confermano la crescita più sostenuta del previsto registrata nel terzo trimestre, dopo la flessione senza precedenti della prima metà del 2020, con il graduale allentamento delle restrizioni che da maggio ha favorito la ripresa dell’economica. Ma nei prossimi mesi, evidenziano, “un inasprimento delle misure di contenimento condizionerebbe ulteriormente l’attività economica soprattutto nei servizi con effetti limitati nella manifattura. La produzione industriale è attesa aumentare dell’1,3% nel quarto trimestre in termini congiunturali per poi rallentare la crescita nel primo trimestre 2021 (+0,5%) chiudendo comunque il gap con la fase pre-Covid. Nel secondo trimestre 2021 si prevede una accelerazione congiunturale (+1,4%) mentre il favorevole confronto tendenziale risulta influenzato dai bassi livelli segnati nello stesso periodo del 2020”.
“La sottoutilizzazione della capacità produttiva e l’elevata incertezza sull’evoluzione della pandemia ostacoleranno la ripresa degli investimenti fissi lordi che dovrebbero rallentare nel quarto trimestre (-3,1%)”, avvertono inoltre gli esperti, sottolineando che gli investimenti sono attesi recuperare nel primo trimestre del prossimo anno (+1,5%) per poi accelerare nel trimestre successivo (+4,4%) quando dovrebbero beneficiare dell’avvio delle misure legate al piano di ripresa europeo.
Stando ai tre istituti, poi, le attuali misure di contenimento dovrebbero condizionare i consumi privati nel quarto trimestre (-3,7%), mentre l’atteso miglioramento dell’evoluzione della pandemia e il proseguimento delle politiche a favore dell’occupazione e dei redditi dovrebbero portare a un miglioramento delle spese delle famiglie nel primo e secondo trimestre del 2021 (rispettivamente +0,7% e +2,7%).
Tornando alla crescita, quindi, il Pil è atteso recuperare nel primo trimestre del 2021 (+0,7%) per poi accelerare nel secondo trimestre (+3,0%). Per quanto riguarda i prezzi, invece, l’inflazione annuale si attesterà su livelli decisamente contenuti per poi accelerare progressivamente a partire dal primo trimestre del 2021.
“Sotto l’ipotesi tecnica di stabilità del prezzo del Brent 51 dollari al barile e del tasso di cambio dollaro/euro a 1,22, il tasso di crescita annuale dell’Ipca sarà stazionario nel primo trimestre e aumenterà di +0,7% nel secondo trimestre del 2021”, si legge ancora nel rapporto, in cui però si ribadisce che il quadro di previsione è “caratterizzato da una forte incertezza, soprattutto considerando la ripresa dei contagi e dell’implementazione delle misure di lockdown”. A questa si aggiunge poi anche il rischio di una ‘hard’ Brexit, non regolamentata, che potrebbe influenzare negativamente l’attività economica.
“Tuttavia l’avvio della campagna di vaccinazione su scala europea dovrebbe generare un significativo miglioramento delle aspettative e un progressivo ritorno alla normalità”, concludono gli esperti europei, che tra i motivi di ottimismo aggiungono anche la progressiva implementazione delle politiche di investimento legate al piano Next Generation che “costituirebbe un ulteriore stimolo positivo”.
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