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Grazie ai mercati azionari, nel 2021 ha raggiunto il record di 530 trilioni di dollari. E la crescita post Covid è a due cifre. Per l’Italia, Boston Consulting prevede un +3,2% annuo fino al 2026
Il merito è soprattutto della performance dei mercai azionari e dell’impennata degli asset reali. Sono questi i due fattori principali che hanno messo le ali alla ricchezza finanziaria globale, che nel 2021 ha raggiunto il livello record di 530 trilioni di dollari. È quanto emerge dal rapporto sul comparto della gestione patrimoniale globale “Global Wealth 2022” di Boston Consulting Group, secondo cui nonostante l’attuale situazione geopolitica, e grazie alla ripresa economica post pandemia, tra il 2020 e 2021 il patrimonio finanziario mondiale ha registrato tassi di crescita a due cifre per la prima volta in oltre vent’anni.
E le aspettative continuano ad essere positive, nonostante la guerra in corso nel cuore dell’Europa e l’inflazione alle stelle. Nei prossimi cinque anni si prevede infatti la creazione di circa 80.000 miliardi di dollari di nuova ricchezza.
Per gli esperti sarà proprio il conflitto scatenato da Vladimir Putin a determinare il futuro del comparto, che ha davanti a sé due scenari: uno base e l’altro dovuto a eventuali effetti prolungati della guerra. Il primo prevede un impatto sul Pil mondiale per il 2022 e il 2023, con un inizio di ripresa nel 2024. Stessa cosa succederà al mercato dei capitali, che tornerà ai livelli pre-guerra nel 2025. È prevista un’impennata dell’inflazione nel corso del 2022, che si appiattirà dal 2023, e che le sanzioni rimarranno fino al 2025, quando anche i beni congelati saranno sbloccati. La riconnessione a Swift è attesa nel 2026, mentre rimarranno congelati gli asset delle banche centrali.
Lo scenario dovuto ad effetti prolungati della guerra prevede, invece, un impatto più forte sul Pil, con il 5% di mancata crescita a livello globale nel 2022 rispetto allo scenario base, il 10% nel 2023 e il 7% nel 2024. Anche le previsioni sull’inflazione sono peggiori: 8% nel 2022 e 13% nel 2023 e nel 2024. I tassi d’interesse sono in linea con lo scenario base, ma avranno un aumento più marcato (+5%) nel 2023 e 2024. La durata delle sanzioni sarà più lunga e il rilascio dei beni congelati è previsto per il 2026.
Aumenta la ricchezza in Italia
L’Italia scala una posizione e diventa l’ottavo Paese per ricchezza finanziaria totale a livello mondiale con 6.000 miliardi di dollari. Tra il 2020 e il 2021 nel nostro Paese la crescita della ricchezza finanziaria è stata del 5%. Ricchezza finanziaria, pool di asset reali e passività sono cresciuti dal 2016 al 2021, raggiungendo in totale i 13.200 miliardi di dollari americani. La ricchezza finanziaria ha raggiunto, come si diceva, 6.000 miliardi, gli asset reali i 8.100 miliardi e le passività i 900 miliardi. Nell’ultimo anno il nostro Paese ha raccolto l’11,3% della ricchezza finanziaria, il 12,3% degli asset reali e il 6,6% delle passività dell’Europa Occidentale.
Anche qui da noi sarà la guerra in Ucraina a determinare il futuro del comparto, che ha davanti a sé sempre due scenari a seconda degli effetti del conflitto. Nello scenario di base è prevista in Italia una crescita della ricchezza finanziaria del 3,2% annuo fino al 2026, quando arriverà a 7.100 miliardi di dollari.
Infine, secondo gli analisti di Boston Consulting, sono 431 mila gli italiani milionari, cioè che detengono un patrimonio di almeno un milione di dollari in ricchezza finanziaria, quasi l’1% della popolazione adulta. Se si guarda poi al segmento degli Ultra High Net Worth, coloro che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria, in Italia se ne contano 2.100.
Investimenti sostenibili e criptovalute
Secondo gli esperti, gli investimenti sostenibili stanno crescendo a un ritmo da tre a cinque volte superiore a quello dei tradizionali ed entro il 2026 potrebbero rappresentare dall’8% al 17% della ricchezza investita privatamente, rispetto all’attuale 4%-11%. Sebbene si tenda a pensare all’impatto netto zero come a un obiettivo da raggiungere entro il 2050, il rapporto osserva che i gestori patrimoniali devono agire immediatamente per integrare gli investimenti sostenibili nell’intero ciclo di vita del cliente.
Altro tema caldo è quello delle criptovalute. I gestori patrimoniali non tradizionali gestiscono attualmente fino a 1.000 miliardi di dollari di ricchezza derivante da criptovalute e la capitalizzazione di questo mercato potrebbe aumentare da quattro a cinque volte entro il 2030.
Secondo Boston Consulting, l’opportunità per i gestori è evidente: quasi l’80% dei clienti intervistati si è dichiarato aperto a prendere in considerazione l’aumento delle proprie partecipazioni in criptovalute se i gestori patrimoniali offrissero servizi di consulenza e formazione. I due terzi dei clienti che hanno affidato i loro investimenti in cripto a terzi, non pensavano che i propri gestori patrimoniali offrissero questo tipo di servizio
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