Esg, tutti i rischi del greenwashing
Sebastien Thevoux-Chabuel fornisce alcuni consigli per distinguere quelle realtà che hanno un approccio ESG serio e trasparente
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“Europa (87%) e Regno Unito sono tra i primi emittenti (87%), in particolare per quanto riguarda le società con un fatturato superiore ai 10 miliardi di dollari. Hong Kong registra il 13%, seguito dagli Stati Uniti, che si attestano al 21%. Per quanto riguarda gli investitori, invece, la disparità maggiore si riscontra tra Europa (85%) e Asia (40%)”. Lo rivela un sondaggio condotto da Hsbc sull’adozione dei criteri Esg da parte di investitori e emittenti.
Dalla ricerca, alla quale hanno partecipato 1.731 aziende e investitori istituzionali, emerge che “i rendimenti finanziari e gli incentivi fiscali sono i due principali fattori alla base delle decisioni in ambito Esg di tutti gli emittenti e della maggior parte degli investitori intervistati. Il secondo driver, invece, è rappresentato dalla normativa statale dei fondi pensione e degli investitori in titoli sovrani (SWFs), seguito dai rendimenti finanziari”.
Anche in questo caso, rileva la ricerca “le differenze geografiche sono nette. Le aziende cinesi e di Hong Kong con un fatturato di 10 miliardi di dollari ritengono che le iniziative per la catena del valore siano il secondo driver per il finanziamento Esg. In Europa, in cima alla lista invece troviamo: la politica, la strategia, gli obiettivi Esg e la pressione degli stakeholder”.
“Un numero sempre più rilevante di investitori considera i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità e all’impatto Esg come parte integrante del processo di investimento, considerato anche l’effetto positivo dei criteri sulla performance – commenta Gerd Pircher, ceo Hsbc Italia – Oggi le strategie di investimento Esg continuano a crescere. L’interesse per l’Esg è già largamente diffuso in Europa e continuerà a livello globale, poiché gli investitori non vogliono soltanto ottenere rendimenti dai propri investimenti, ma richiedono anche che siano in linea con i propri valori e i timori per il futuro del pianeta”.