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In calo e sotto le attese i Pmi di Germania, Francia e Eurozona. Gli investitori attendono Powell venerdì. Per Ig, l’annuncio del tapering potrebbe arrivare il 22 settembre
Archiviata la peggior ottava dallo scorso febbraio, i mercati hanno provato a rilassarsi in attesa dell’appuntamento clou dell’estate. Ma a pesare sull’umore degli investitori, bloccando un eventuale rimbalzo, sono arrivati gli indici Pmi dei principali Paesi europei e dell’Eurozona da cui emerge una frenata della ripresa nel Vecchio Continente.
I dati diffusi da Ihs Markit hanno infatti evidenziato nella Zona euro una flessione nel mese di agosto sia per la componente servizi sia per quella manifatturiera. In particolare, il Pmi delle imprese è calato oltre le attese, attestandosi a 61,5 punti dai 62,8 di luglio, contro i 62 previsti dagli analisti, toccando il livello più basso da febbraio. In contrazione anche l’indice composito, che si è attestato a 59,5, da 60,2 di agosto, mentre più lieve è stato il ribasso registrato dall’indice relativo ai servizi, a 59,7 punti dai precedenti 59,8.
Delude Berlino, dove l’indice Pmi manifatturiero è calato ad agosto a 62,7 punti da 65,9 di luglio: il livello più basso da febbraio e ben al di sotto rispetto alle attese degli analisti ferme a 65. Male anche l’indice relativo ai servizi, che si è attestato a 61,5 punti (da 61,8), e l’indice composito, a 60,6 dai 62,4 punti di luglio, contro il consensus fissato a 62. Non va meglio a Parigi, dove l’indice manifatturiero rilevato da Ihs Markit è sceso a 57,3 punti da 58 del mese precedente. Praticamente in linea con le attese degli analisti (57,2), ma comunque a livello più basso da sei mesi. In calo anche il dato composito, che scende a 55,9 (da 56,6 di luglio), portandosi ai minimi da aprile; e quello relativo ai servizi, che si attesta a 56,4 (da 56,8).
A un paio d’ore dalla chiusra, e dopo l’avvio leggermente positivo di Wall Street, i mercati azionari del Vecchio Continente viaggiano leggermente sopra la parità, con Milano in progresso dello 0,1% dopo che Ubs ha abbassato il rating dell’azionariato Italia a Underweight, dal precedente Neutral, in quanto le società quotate, dopo i recenti rialzi, non sono più a prezzi interessanti. Al di qua dell’Oceano, gli strategist della banca consigliano ora Germania, Gran Bretagna e Norvegia.
Ma gli occhi degli investitori di tutto il mondo sono fissi sulla fine della settimana quando, oltre alla pubblicazione dell’indice core Pce, principale misura di inflazione utilizzata dalla Fed attesa per venerdì, giovedì si aprirà l’atteso simposio di politica monetaria di Jackson Hole. Dopo la pubblicazione, settimana scorsa, dei verbali dell’ultimo meeting del Fomc, da cui è emersa la volontà di accelerare i tempi del tapering, il ritiro dell’enorme sostegno finanziario all’economia Usa che da oltre un anno alimenta la ripresa e l’ottimismo dei mercati, gli investitori attendono con ansia le parole del presidente della banca centrale Usa, Jerome Powell.
“Il meeting organizzato dalla Federal Reserve di Kansas City riunirà i principali banchieri centrali e i ministri delle finanze per discutere sulle primarie problematiche delle economie mondiali. Sarà inevitabile che il presidente della Fed, Jerome Powell, dovrà rispondere a domande sulle tempistiche e sul ritmo del prossimo processo di tapering”, spiega Filippo Diodovich, market strategist di IG. Per l’esperto, il processo di chiusura dei rubinetti Fed dovrebbe cominciare entro fine 2021 e il suo annuncio potrebbe esserci già nella riunione del 21-22 settembre.
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