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Come leggere i cambiamenti globali e esserne protagonisti. L’esempio virtuoso della Motor Valley
L’Italia può uscire vincitrice dalla globalizzazione se decide di puntare sui distretti industriali che caratterizzano le diverse aree geografiche della penisola. Il piccolo tesoro che le imprese italiane devono dunque coltivare è la cooperazione, tra di loro, se vogliono riuscire a competere in un mondo sempre più digitale. Un esempio virtuoso di sistema territoriale è rappresentato dalla Motor Valley (la valle dei motori è un distretto industriale dell’Emilia Romagna specializzato nel settore automobilistico) della quale fanno parte società come la Dallara, la Ferrari, la Maserati, la Lamborghini e la Ducati. Andrea Pontremoli, amministratore delegato e direttore generale della Dallara, durante la conferenza “Crescere tra incertezze e innovazioni tecnologica: come leggere i cambiamenti globali e essere protagonisti nell’impresa e nella finanza”, tenutasi il 10 aprile 2018 presso il Salone del risparmio, ha spiegato che la creazione della Motor Valley ha come obiettivo il fatto di “prepararci a gestire il futuro attraverso la creazione di competenze”.
Nel distretto industriale dell’Emilia Romagna, oltre che unire le forze di diverse società automobilistiche c’è infatti anche la presenza di quattro università con sei lauree magistrali studiate ad hoc per rispondere alle esigenze aziendali. Questo significa, dunque, plasmare le nuove risorse in base all’evoluzione del settore e avere in tempo reale la persona giusta, al posto giusto, con l’innovazione vincente. Questo è fondamentale perché non bisogna inseguire l’innovazione ma “essere coloro che disegnano il proprio futuro”, plasmandolo sulle proprie necessità. Tutto questo risulta essere sempre più necessario in un mondo in continua evoluzione, dove anche la globalizzazione stessa si sta evolvendo, cambiando il proprio paradigma iniziale. Le invenzioni sono diventate la nuova chiave di lettura anche perché le persone hanno sempre più potere, rispetto alle aziende. Secondo Ezra Greenberg, senior expert della McKinsey & Company McKinsey, i consumatori stanno infatti acquisendo sempre più potere rispetto al passato grazie all’economia digitale e alla possibilità di fare stime e ottenere informazioni in modo molto più veloce. Da tutto questo ne escono sconfitte le aziende. Perché? Basta pensare a siti come Amazon e alla vasta quantità di prodotti che offrono. Prima dell’economia digitale tutto questo era molto ridotto. Il consumatore si recava al supermercato e poteva decidere tra una decina di marche diverse, per uno stesso prodotto. Ora, invece, si può scegliere tra più di 100 marche e comodamente seduti sul divano.
Come possono dunque le aziende rispondere a questo cambiamento? La targhettizzazione è una soluzione. Rendere il proprio prodotto unico in modo da fidelizzare i clienti è una strategia vincente. Molte case di scarpe hanno puntato proprio su questo, offrendo, per esempio, la possibilità di personalizzare il prodotto con un disegno a scelta dal cliente. Quello che devono però capire le aziende è che l’innovazione è importante, tanto quanto individuare l’ecosistema giusto nel quale insediarsi per fare profitto ed essere in grado di difendersi dai competitor. Andrea Conti, responsabile macro research di Eurizon ha sottolineato come, dato che circa il 70% del Pil italiano è prodotto dalle piccole e medie imprese (Pmi), il denaro deve cercare di essere indirizzato verso queste realtà per farle crescere, innovare e approdare in borsa. Per fare ciò sono necessari gli investimenti. “Non bisogna avere paura di investire”, dichiara Conti. Ci sono circa 1300 miliardi di euro “parcheggiati”, che le famiglie italiane hanno paura di investire nel mercato. I Pir e i green bond sono, ad esempio, soluzioni a supporto del contesto economico e sociale per diversificare gli investimenti che gli italiani dovrebbero iniziare a prendere in considerazione.