Allerta sul rischio informatico. L’opportunità cybersecurity
Il settore della sicurezza IT è destinato a crescere e le società meglio posizionate per sfruttare questa espansione potrebbero portare rendimenti molto attraenti per gli investitori
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La Cybersecurity è uno dei megatrend più interessanti del prossimo futuro. Il caso di Colonial Pipeline, gestore del maggiore sistema di oleodotti negli Usa, messo sotto scacco, almeno secondo le indiscrezioni di mercato, da DarksSide e costretto a sborsare cinque milioni di dollari per ripristinare i sistemi, ha aumentato l’attenzione sul fronte della sicurezza informatica dei dati e delle infrastrutture digitali. Un anno fa l’attacco a SolarWinds, società texana che fornisce servizi di gestione delle reti aziendali, ha compromesso i sistemi di cento aziende private e nove agenzie governative. Ma anche l’esercito Usa, Yahoo ed Equifax sono da annoverarsi tra le vittime di un attacco informatico. E con l’aumento della necessità di connessione, il numero dei cyberattacchi è inesorabilmente destinato a crescere e con essi anche l’ammontare del ricatto (si parla di un importo medio di 850mila nel 2021), senza considerare la perdita di informazioni e il costo derivanti dalla interruzione dell’attività.
Il settore vale 1,4 miliardi di dollari circa in Italia e 124 a livello internazionale (Gartner per Icon Corporate Finance), e cresce a ritmi vorticosi, fino al 10% all’anno secondo le stime degli esperti (ovvero tre volte più veloce dell’economi globale) oltre a offrire un enorme vantaggio per un investitore: gli aggiornamenti devono essere costanti e continui per bloccare gli attacchi dei gangster del web. Per questo investire in cybersecurity, che significa puntare su quelle società in grado di proteggere privacy, flusso dei dati e una vita “smart” in città così come a casa propria, potrebbe essere un’idea interessante.
“La sicurezza informatica è un megatrend di investimento destinato a una forte crescita grazie alla continua digitalizzazione di tutti i settori economici. Il rapido aumento dell’utilizzo dei servizi digitali implica che il tema della (in)sicurezza informatica riguardi tutti quanti: enti, governi, società e privati. Perché la nostra identità sta diventando sempre più digitale” sostiene Günther Schmitt, gestore del Raiffeisen Azionario MegaTrends, Raiffeisen Capital Management, secondo cui: “Dal punto di vista dell’investitore il settore garantirà una lunga crescita. I metodi di attacco migliorano continuamente, così come l’hardware a disposizione. Le società specializzate nella difesa contro gli attacchi devono quindi sviluppare costantemente metodi di rilevamento e di difesa, crittografia e sistemi di sicurezza. E i loro clienti devono acquistare. La necessità per le imprese e le autorità di investire continuamente in sistemi di sicurezza efficaci è relativamente elevata”.
In questo scenario è logico immaginare che gli investimenti in quei dispositivi in grado di assicurare la sicurezza dei dati, sia presenti sul cloud sia in transito da dispositivi privati che da devices aziendali o governativi, sia in crescita costante “Anche le risorse stanziate dai Governi potrebbero essere sempre più corpose. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’amministrazione Biden lo scorso mese ha rilasciato un budget fiscale per il 2022 che prevede 2,1 miliardi di dollari per l’agenzia di Cybersecurity e di sicurezza delle infrastrutture (Cisa), ovvero 110 milioni in più rispetto al 2021. Sono inoltre previsti 500 milioni per il Technology Modernization Fund, 700 milioni in riserve federali dedicate e altri 128 al National Institute of Standards and Technology per la ricerca in ambito tecnologico” sostiene Giacomo Calef, Country manager di Notz Stucki. “Il tema della Cybersecurity risulta interessante per quella parte dei portafogli azionari da dedicare alle tendenze digitali di lungo periodo. Sul mercato, inoltre, vi è la possibilità di trovare player puri che oggi godono di un’importante fetta di mercato come Palo Alto Networks”, completa.
Sul tema è intervenuto recentemente anche Patrick Lemmens, portfolio manager global FinTech Equities di Robeco secondo cui “la marea della digitalizzazione è diventata così incalzante che banche e assicurazioni non possono più aspettare una ripresa dei ricavi o iniziative di riduzione dei costi per investire nei sistemi IT core, in intelligenza artificiale e cybersecurity. Il che dovrebbe continuare a stimolare la domanda di soluzioni basate sul cloud q, compresi software as a service (SaaS), banking as a service (BaaS) e application programming interfaces (API)”.
Sulla stessa line anche Alan Tu, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Technology Equity di T. Rowe Price, secondo cui “con l’avanzare della digitalizzazione, la cybersecurity è diventata un tema chiave per quasi tutte le aziende. Stimiamo che la sicurezza rappresenti al momento il 5-10% dei budget aziendali dedicati alla tecnologia, e che sia diventata una delle aree di investimento più resilienti nel corso della pandemia”. A giudizio del gestore di T. Rowe Price, se storicamente, quello dei software per la sicurezza è stato un mercato molto frammentato, con molte piccole aziende che offrivano soluzioni targettizzate per ogni singola minaccia l’uso del cloud “sembra stia aiutando le aziende con la giusta architettura a guadagnare vantaggi sostenibili sul mercato”. In particolare, l’esperto di T. Rowe Price cita in particolare il caso di Crowdstike Holdings che “con un’architettura sul cloud, usa degli ‘agent’ installati su ogni endpoint (come il computer di un dipendente) per inviare dati a un database su cloud centralizzato. Ciò ha creato un circolo virtuoso per la società, con un crescente numero di clienti che alimenta il suo database, aiutando a migliorare i suoi modelli di intelligenza artificiale e attraendo di conseguenza nuovi clienti”.