Oltre i robo-advisor: arriva il consulente finanziario hi-tech
La nuova consulenza finanziaria sarà supportata dal fintech. È quanto emerge al Forum Ascosim in una tavola rotonda sul rapporto tra capitale umano e intelligenza artificiale
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“Innovazioni tecnologiche e regolamentari: rischi e opportunità”. È il titolo della conferenza che ha animato la mattinata della seconda giornata dell’Efpa Italia meeting, con gli esperti del settore che si sono confrontati sull’innovazione tecnologica e su come stia impattando sul mondo delle reti e delle Sgr. Intelligenza artificiale, big data, cyber security e ruolo del consulente finanziario. Questi i principali temi del dibattito. Sui big data, in particolare, Matteo Buonomini, executive director di Goldman Sachs Asset Management, ha voluto sottolineare quanto sia alta l’attenzione da parte delle case di gestione: “I big data stanno influenzando il modo di fare investimenti. Le informazioni che abbiamo a disposizione sono tante, ma molte sono difficilmente implementabili. Ma la tecnologia ci viene in aiuto. Ed è per questo che stiamo investendo tanto sui dati, per supportare le decisioni strategiche. Un passo indispensabile se si vogliono ridurre le asimmetrie informative”. Insomma, la tecnologia aiuta a prendere scelte consapevoli. “Con il supporto tecnologico si riesce a processare un numero di informazioni maggiori – fa notare Fabrizio Capati, sales & relationship manager di Vontobel – E questo aiuta la gestione attiva ad avere una realtà aumentata”, impattando quindi anche sulla performance. Ma anche le reti stanno vivendo un momento importante di cambiamento, come sottolinea Andrea Favero, relationship manager di iShares Italia (gruppo BalckRock): “In particolare, la regolamentazione a livello europeo sta favorendo lo sviluppo di un trend in atto in America già da diversi anni: l’adozione del fee based advisory, con il servizio di consulenza avanzata si affianca a quella tradizionale. Inoltre, osserviamo una progressiva centralizzazione dell’attività di selezione dei fondi e costruzione di portafoglio, che si sta spostando in capo alla direzione centrale. In sostanza, si sta andando sempre più verso l’utilizzo di portafogli modello, che però non sostituiscono il lavoro del consulente, ma lo va supportare”. I benefici sono notevoli, per l’intermediario, ma soprattutto lato consulente, “che avrà più tempo da dedicare alla relazione con il cliente”, argomenta ancora Favero.
Gli fa eco Daniele Socci, senior sales & relationship manager di Dws, secondo cui tecnologia vuol dire ottimizzazione, soprattutto di tempo, che è una fonte preziosissima: “Questo risparmio di tempo, favorito appunto dalla tecnologia, aiuterà moltissimo a valorizzare la professionalità del consulente”. Ma l’innovazione tecnologica va vista anche come opportunità di investimento. “La nostra mission è selezionare – commenta Giancarlo Fonseca, Italy head distribution di Lombard Odier Asset Management – e restituire al cliente un rendimento aggiustato per il rischio. Da questo punto di vista la tecnologia è anche un tema di investimento che è andato molto bene negli ultimi anni. Ma bisogna saper selezionare. In una fase di momentum elevato come quella attuale bisogna capire se stiamo comprando Apple o una storia che non esisterà più. E questo è il nostro lavoro”.
Durante la tavola rotonda, è stato poi ricordato il discorso che Ignazio Visco ha tenuto presentando la consueta relazione annuale. Il governatore della Banca d’Italia ha parlato dei rischi legati all’innovazione tecnologica e ha ricordato che i danni causati dagli attacchi informatici assumano una rilevanza sistemica. “Anche la diffusione non controllata delle crypto attività rappresenta una minaccia per la stabilità finanziaria”, ha voluto poi precisare Visco. Un discorso che ha trovato la condivisione degli esperti della tavola rotonda. “Visco ha ragione – conclude Fonseca – Non si può fare innovazione se non si investe in sicurezza. Il danno reputazionale, in caso di violazione, potrebbe essere enorme”.