Le obbligazioni indicizzate all’inflazione appaiono interessanti, essendo previsto un incremento di questo parametro
“Le azioni dei mercati emergenti accusano una flessione del 10% circa da inizio anno, aumentando così la propria attrattiva rispetto ai mercati sviluppati in riferimento a numerosi parametri, fra cui il rapporto prezzo/utili a 12 mesi previsto”.
Kirstie Spence, gestore di portafoglio-reddito fisso di Capital Group, spiega che queste azioni “vengono scambiate a sconto rispetto alle controparti nei Paesi sviluppati, nonostante abbiano un profilo di crescita interessante. Nello specifico, riteniamo che le valutazioni attuali e la forte espansione degli utili suggeriscano la presenza di alcune opportunità nel settore dei materiali e in quello sanitario”.
Per quanto riguarda le obbligazioni “le valutazioni del debito emergente sono divenute più interessanti dopo le recenti oscillazioni di mercato, tuttavia rimaniamo cauti riguardo al futuro andamento dei rendimenti degli asset nei mercati emergenti e continueremo a concentrarci sui fondamentali. Riteniamo che la situazione attuale debba essere interpretata come un adeguamento delle valutazioni, più evidente su mercati particolarmente idiosincratici, piuttosto che come una crisi generalizzata”.
In particolare, “offre valore il debito in valuta locale; tuttavia, dato l’aumento delle pressioni inflazionistiche, è probabile che i cicli di allentamento avranno vita breve e che, pertanto, i guadagni giungeranno prevalentemente dal carry anziché da un rally delle obbligazioni. Anche le obbligazioni indicizzate all’inflazione appaiono interessanti, essendo previsto un incremento di questo parametro”.
Passando alle valute “i differenziali in termini di inflazione tra mercati emergenti e sviluppati sono coerenti con la solidità dei tassi di cambio nominali nei Me, mentre il deficit di finanziamento della bilancia dei pagamenti in questi Paesi è di recente diminuito. Da ciò si evince che i tassi di cambio nei mercati emergenti potrebbero avere margine di ulteriore apprezzamento a più lungo termine, una volta che l’attuale fase volatile tenderà a scemare”.
“Il real brasiliano e il peso messicano – conclude Spence – sembrano particolarmente sottovalutati in termini fondamentali”.
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Il 2018 è stato un anno difficile per l’obbligazionario emergente. Ma per Filippo Alloatti, senior credit analyst di Hermes, una corretta selezione delle emissioni può permettere di sfruttare una risalita dei prezzi dei titoli.
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