Aim Italia si rifà il look e strizza l’occhio ai Pir alternativi
Al via le modifiche al regolamento e un nuovo segmento riservato agli investitori professionali. Aim Italia si rifà il look e ammicca al mondo dei Pir alternativi
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Ben 4,5 miliardi già quest’anno e un crescendo costante che porterà, dal 2024 in poi, a una raccolta stabile intorno ai 9 miliardi. Sui Pir Alternativi il Mef ripone grandi speranze e, dopo aver innalzato la soglia detassabile da 150mila a 300mila euro l’anno (pur mantenendo il limite massimo degli 1,5 milioni complessivi) con il decreto Agosto, si mostra decisamente ottimista e stima un grande successo.
Lo si legge nero su bianco, secondo quanto riporta MF, nella relazione tecnica che accompagna il decreto Rilancio, in cui per i nuovi Piani individuali di risparmio vengono stimati 5,65 miliardi di raccolta nel 2021, 6,7 miliardi nel 2022 e 7,8 miliardi nel 2023. Solo per quest’anno le attese del governo parlano di 60mila piani per un importo medio di 75mila euro e per un totale appunto di 4,5 miliardi.
Insomma, i tecnici di via XX Settembre sono decisamente più ottimisti anche rispetto alle già rosee previsioni degli operatori, che hanno accolto positivamente i Pir Alternativi ma si mostrano un po’ più prudenti sulle ipotesi di raccolta.
In particolare i nuovi strumenti, nati a seguito della proposta di Assogestioni che da tempo incoraggia l’adozione di misure per far convogliare il risparmio privato a sostegno dell’economia reale, hanno incontrato il favore dell’industria del gestito proprio perché tagliati su misura per una clientela con maggiori disponibilità rispetto a quella per i quali erano stati pensati i Pir tradizionali. Questi ultimi hanno infatti un limite di investimento massimo complessivo detassabile (zero prelievi sui capital gain se lo strumento si tiene in portafoglio per almeno cinque anni) di 150mila euro e sono sostanzialmente investimenti liquidi.