Spread italiano alle stelle se mercoledì va male
Aver ripresentato la manovra senza le modifiche richieste dall’Europa significa accettare implicitamente che i rendimenti dei titoli di Stato possano salire ulteriormente
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La stroncatura era ampiamente prevista, oggi è arrivata la conferma che la Commissione europea ha definitivamente rigettato il documento programmatico di bilancio del governo italiano per il 2019. L’esecutivo comunitario ha anche adottato il rapporto sul debito, aprendo così la strada a una procedura per deficit eccessivo nelle prossime settimane.
A questo proposito è arrivata la conferma del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis: “In una situazione di debito molto alto, l’Italia sta essenzialmente pianificando una spesa aggiuntiva significativa, invece della necessaria prudenza di bilancio. La manovra non contiene misure significative per rafforzare il potenziale di crescita, anzi, possibilmente il contrario. Il debito italiano rimarrà attorno al 131% per i prossimi due anni E non vedo come questo potrebbe aumentare la sovranità economica. Anzi, credo che porterà nuova austerity. Il nostro lavoro è di segnalare i rischi prima che sia troppo tardi. E’ quello che la Commissione ha fatto nelle ultime settimane ed è quello che stiamo facendo oggi”.
Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, ha spiegato che “ci sono dubbi e domande sulla crescita prevista dalla manovra italiana e, nonostante i chiarimenti chiesti, questi persistono”.
Intanto anche dall’Istat non arrivano buone notizie: le previsioni per il Pil nel 2018 sono al ribasso e si attende una crescita dell’1,1% in termini reali, in rallentamento rispetto al 2017, quando il Pil era aumentato dell’1,6%. La previsione precedente, diffusa a maggio, era di un incremento dell’1,4%. La crescita del Pil risulterebbe invece in lieve accelerazione nel 2019 (+1,3%).
L’Ocse è ancora più negativo nella sua previsione e scrive che la crescita del Pil dell’Italia nel 2018 passerà dall’1,2 per cento delle previsioni di settembre all’1%. E’ quanto emerge dall’Economic Outlook 2018 dell’organizzazione di Parigi.