Tanto risparmio e poco investimento per i giovani nella fascia 25-34 anni. La sfida per le reti di consulenza che devono raccogliere il favore di questa fetta strategica di clientela
Maurizio .anni, Ceo di Excellence Consulting
Il conto corrente è lo strumento preferito per accumulare i risparmi per il 69% dei giovani under 34 che dichiara di usare come strumento prevalente di accumulazione lo stesso cc dove riceve anche le entrate.
Il 44% del cluster di popolazione fra i 25 e i 34 anni ne ha più di uno, il 33% almeno due. È quanto emerge dalla ricerca “Il segmento giovani: capacità di risparmio, strumenti di pagamento e prodotti di investimento” di Excellence Consulting ed Excellence Education, società di formazione e change management del gruppo, effettuata a inizio 2021 su 300 giovani tra i 25 e i 34 anni, rappresentavi della popolazione italiana per sesso e area geografica.
Tanto risparmio, poco investimento
La buona notizia è che circa la metà dei giovani risparmiano oltre il 30% del proprio reddito affiancando agli obiettivi di risparmio tradizionali (casa, acquisti rilevanti) anche obiettivi tipici del cluster come viaggi, sport, tempo libero.
Ancora pochi, fra i giovani, quelli che investono. Solo il 22% impiega il risparmio attraverso strumenti finanziari. Il 62% dice di non aver mai fatto un investimento finanziario.
La propensione del segmento per il futuro è però promettente: il 70% dichiara di voler investire nei prossimi due anni, rappresentando un bacino potenziale di clienti per proposte di investimento da parte di banche e reti.
Quali leve per l’asset management e la consulenza finanziaria
“In Italia – spiega Maurizio Primanni, Ceo di Excellence Consulting – le banche commerciali e le reti di consulenti, per citare solo le principali in termini di customer base: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, hanno l’esigenza di gestire il fenomeno del passaggio generazionale dei patrimoni e di rilanciare la loro relazioni con le fasce di clientela più giovane”.
Spesso sul mercato si parla dei giovani adottando degli stereotipi: clienti mass market, con capacità di risparmio e inclinazione agli investimenti di lungo periodo ridotte. Il pregio di questa ricerca è quello di sfatare questi miti: i giovani già utilizzano e apprezzano gli strumenti digitali per i pagamenti, hanno in generale capacità di risparmio e vogliono investire per accumulare patrimoni finanziari.
Investire non è un gioco. Solo il 7% degli interpellati dice di volersi dedicare ad attività speculative, il 29% investe per proteggere il patrimonio, il 64% lo fa per generare reddito con un orizzonte consapevole da uno a tre anni (per il 48%) a oltre tre anni (per il 43% della popolazione rispondente); solo il 9% prende in considerazioni obiettivi sotto l’anno.
“Sta alle banche più interessate all’argomento trarre le conseguenti deduzioni in termini operativi per cogliere l’opportunità. Le banche leader di domani è presumibile che saranno quelle che oggi riusciranno a raccogliere meglio il favore delle generazioni più giovani”, conclude Primanni.
Intorno all’asse Milano-Siena parte la caccia al partner migliore per andare a colmare il gap dimensionale con Intesa Sanpaolo, leader indiscussa in tutti i segmenti del mercato
In Europa sarebbero a rischio il 30% dei bancari poichè il loro costo non è coperto dalla profittabilità attuale delle banche. Fra le reti di consulenti vince Fineco
Nel primo semestre 2020 le banche reti aumentano la raccolta, ma vedono erodere il loro patrimonio dal mercato. I player Digital registrano performance migliori degli altri
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio