L’acqua è il tema del futuro. Lo dice Credit Suisse
7 febbraio 2020
di Cinzia Meoni
4 min
Per gestire il tema scarsità dell’acqua, saranno necessari investimenti consistenti, che il Rapporto sulla Nuova Economia Climatica stima in 23.100 miliardi
Urs Rohner
L’acqua sarà uno dei temi dominanti del prossimo futuro anche sui mercati finanziari. Un sostenerlo è lo studio del Credit Suisse Research Institute che evidenzia le sfide da affrontare a fronte della scarsità dell’acqua, risorsa naturale essenziale per la vita umana e, forse, tra i beni più sottostimati. Gli ultimi studi sul settore di Frost & Sullivan parlano di un mercato valutato da 624,9 miliardi di dollari di cui il 51% noto da utility e il 49% da aziende di servizio. La necessità di provvedere investimenti necessari per ottenere relativamente ai modesti garanzie garantiti dalle tariffe regolamentate, ha attualmente provveduto a trattenere l’entusiasmo degli investitori privati. Ma lo scenario è destinato a cambiare.E anche velocemente.
“È oramai chiaro che la scarsità d’acqua è e continuerà ad essere un problema da affrontare a livello globale negli anni a venire. La penuria d’acqua e il cambiamento climatico sono inevitabilmente collegati ”sottolinea nella presentazione del rapporto Urs Rohner, presidente del Credit Suisse e anche del Credit Suisse Research Institute. Più in dettaglio, secondo i dati riportati dallo studio, un’influenza sul consumo di acqua potabile saranno tre trend: la crescita della popolazione mondiale attesa a 10 miliardi nel 2050; l’urbanizzazione e la crescita della classe media che comporta un aumento dei consumi alimentari e non solo e, di conseguenza, un aumento della necessità di conoscenza destinata alla produzione di simili beni. In questo scenario è evidente che il tema della disponibilità dell’acqua non può più essere ritenuto solo di locale.
“La scarsità d’acqua è una delle aree di interesse e parte degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (OSS). a perseguire gli obiettivi ”ha poi aggiunto Eugène Klerk , responsabile di Global ESG e ricerca tematica del Credit Suisse.
McKinsey parla di 7500 miliardi di dollari , l’Ocd di 13.600 miliardi di dollari cumulativi entro il 2030 e il New Climate Economy Report di 23.100 miliardi . L’associazione americana delle opere idriche parla di mille miliardi entro il 2035.
Negli ultimi trent’anni, secondo i dati della Banca Mondiale, i privati hanno investito in media 1,6 miliardi l’anno nelle infrastrutture per il mercato dell’acqua rispetto ai 14,9 miliardi destinati ai trasporti e ai 20,5 in media puntati sull’energia. “Evidentemente le infrastrutture per il settore sono state enormemente sottostimate e lasciate in mano alla finanza pubblica, per affrontare la situazione, potrebbe prendere in considerazione il ricorso agli incentivi pubblici” sostiene il report.
Investendo solo sulle infrastrutture, puntando sull’efficienza, investendo sull’innovazione tecnologica e, in definitiva, migliorando la gestione delle forniture, sarà possibile gestire accessibile l’immagine. Se necessario delle infrastrutture non dovessero essere migliorate, secondo il Gruppo risorse idriche , solo il 40% delle necessità di conoscenza dell’impianto nel 2030 ( a 6900 miliardi di metri cubi ripeto ai 4500 miliari attuali) potrebbe essere garantito .
Finora, secondo il rapporto, c’è stata una mancanza di attenzione della gravità del tema. “Con l’applicativo che scorre selezionato nel caso dei cittadini dei Paesi maggiormente integrati, non si tratta di una presa di coscienza della complessità, dell’intensità del valore e dei benefici apportati dal settore” sostiene lo studio che ricorda come i dati diffusi dall’Onu, ogni dollaro investito in acqua porti 6,35 dollari di Pil a lungo termine e un ritorno per le altre industrie di 2,4 dollari .
Su queste basi il report ricorda infine come il Global Infrastructure Hub Outlook indichi in 38 miliari l’anno gli investimenti necessari per l’incubo delle crescenti necessità di acqua. Tra gli ambiti da tenere sotto stretta osservazione vi sono i servizi di “gestione delle risorse idriche” per monitorare lo sviluppo e l’ottimizzazione delle risorse e comprende alcune nicchie ritenute ad alte aspettative di crescita come quelle relative all’acqua trattata, alla gestione dell’acqua proveniente da fenomeni climatici e il monitoraggio delle necessità a livello industriale; ai processi di desalinizzazione, ai trattamenti per rendere utile a tali scopi.
Per investire sull’acqua gli strumenti non mancano. Si va dagli Etf (come l’iShares GlobalWater Ucis Etif che investe sulle cinquanta principali aziende dell’acqua a livello mondiale, il PowerShares Global Water Ucitis Etf che replica il Nasdaq Omx Global Water Index o il Guggenheim S&P Global Water Index Etf che replica l’S&P Global Water Index) ai titoli azionari che possono essere scelti tra l’utilità o le aziende di servizi quotate sui maggiori listini internazionali (in Europa e ad esempio vi sono, tra l’altro, la tedesca Ksb, le francesi Suez e Veolia e le greche Athens Water Supply e Thessaloníki Water Supply), fino ai fondi di investimento che puntano sulle infrastrutture.
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